26. Cinquanta sfumature di pollo

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Ho ancora i capelli umidi e il corpo scosso da brividi quando mi stendo accanto a Scorpius e poggio una guancia sul suo petto. Scalcio infastidita la coperta arrotolata ai nostri piedi e con qualche gesto poco abile delle gambe riesco a sollevarla ed a buttarcela addosso per coprirci.

Affondo le dita tra i suoi capelli e lui mi stampa un bacio sulla testa. «Scorpius» lo richiamo a voce bassa, pensierosa, beandomi del suo tocco leggero sulla pelle. Ho nella scatola cranica un cervello pieno fino a scoppiare di materia grigia, eppure è solo quando istintivamente sollevo appena il viso per cercare lo sguardo del mio acerrimo nemico che comprendo. Ho un problema. Un problema enorme, gigantesco, che mi piomba addosso all'improvviso e mi fa realizzare l'immaginabile.

«Scorpius»‌ ripeto «Noi ci siamo baciati»

«Mhm mhm»

«Ci siamo scambiati la saliva!» insisto.

Lui alza le sopracciglia, accennando un sorriso. «Se ti piace descriverlo in questo modo...»

«Abbiamo dormito insieme»

«Tu tiri un sacco di calci» mi sbeffeggia, giocherellando con un ciuffo dei mei capelli.

«E adesso questo!» indico il letto che stiamo condividendo con fare eloquente. Ricordi piacevoli di momenti appena passati che riaffiorano e mi colorano le guance di rosso.

«Quale è il punto, Rose?» chiede, la voce che d'un tratto si fa più seria.

Mi sollevo, la mano che preme leggera sul suo addome e un gomito piantato tra i cuscini. Il grigio dell'iride è così intenso, profondamente concentrato e attento alle mie parole, che devo prendermi un secondo per riuscire a riorganizzare i pensieri. «Ho paura» ammetto.

«Di me?»

«Non di te, cretino!» mi lascio sfuggire una risata che è in grado di spazzare via l'espressione cupa che stava prendendo forma sul suo viso. «Certo, quel livido sulla tua fronte è piuttosto spaventoso, ma ne ho visti di peggiori»

«Allora cosa c'è che non va?» domanda, il tono dolce che non gli avevo mai sentito usare con nessuno.

«Ho paura» tiro un respiro profondo e distolgo lo sguardo, trovando molto interessante il muro alle sue spalle. «Perché ho appena realizzato che mi piaci»

•••
Scorpius

Se c'è una cosa che ho imparato stando a stretto contatto con una mandria di carote frequentemente inferocite, è che non bisogna mai fare movimenti bruschi in loro presenza. In particolare se hanno negli occhi quello sguardo alla "osa dire qualcosa di stupido e ti sventro" che poi, è proprio quello che sto leggendo adesso nelle iridi castane di Rose.

Qualcosa di stupido, tuttavia, è la sola opzione che al momento mi viene in mente. Ho una serie di battute scadenti sulla punta della lingua che sono sicuro la farebbero impazzire, ma non nel senso buono: più che altro scatenerei in lei quel genere di pazzia che la porterebbe a farmi saltare in aria tutti i denti. Meglio evitare.

"Mi piaci" la sua voce mi rimbomba nella testa e l'eco che produce mi arriva fino al cuore. Per un attimo ho paura anche io.

Rose si stringe nelle spalle, come se ne avesse abbastanza del mio silenzio e avesse intenzione di andarsene. Il terrore che lei possa uscire da quella porta, però, mi colpisce in pieno viso facendomi tornare nel cervello una valanga di parole intelligenti.

«Anche tu mi piaci» esclamo con lo stesso tono con cui si annuncia la notizia più ovvia del secolo.

«Davvero?» chiede sorpresa, le labbra che si curvano in un sorriso arrossato che mi fionderei a riempire di baci.

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