Albus
La camera di Cassie odora inspiegabilmente d'arancia ed è talmente disordinata che faccio fatica ad intravedere il pavimento. Il tappeto è disseminato di scarpe con il tacco — mi domando cosa se ne faccia, visto che da quel che i mei occhi vedono ha solo due piccoli e graziosissimi piedi — c'è persino uno scarpone da uomo che sono sicuro non le appartenga.
Cerco di tenere lo sguardo basso e di assumere un'espressione neutrale, perché immagino che osservare con occhio analitico la sua stanza non sia un comportamento educato e non mi faccia guadagnare punti.
Mi fingo particolarmente interessato ad una gonna paillettata distesa ai piedi del suo letto, cercando in tutti i modi di impedire al mio cervello di immaginarla vestita solo con quella. Non funziona, infatti poco dopo mi ritrovo ad arrossire come un dodicenne in piena crisi ormonale.
Cassie mi si avvicina, picchietta un dito sotto il mio mento invitandomi a sollevare il viso.
Potrei svenire, la mia futura moglie sta toccando la mia faccia che, porco Merlino, mi sono dimenticato di radere (e anche di lavare, ma questo è meglio che non lo sappia).
Mi aspetto che mi chieda che cosa cavolo sono venuto a fare o perché la mia mascella sia in procinto di schiantarsi al suolo, lei però mi sorride e con estrema naturalezza mi chiede: «Ti va di fare il bagno?» non solo facendomi prendere un infarto irreversibile, ma stupendomi, perché finalmente sono riuscito a capirla.
«Eh?» sbotto e non penso di essermi mai sentito più idiota di così.
***
Cassie si avvicina alla vasca rettangolare da cui si sollevano vapori colorati. La stanza ricorda vagamente un bagno dei Prefetti in miniatura. Nascosta tra le bolle di sapone rosa c'è un'inconfondibile matassa di capelli rossi che si suppone siano attaccati alla stupida testa di Molly. La voglia di ficcarle la faccia sott'acqua e aspettare pazientemente che anneghi è quasi irrefrenabile.
Perché mia cugina non può semplicemente sparire nel nulla come ogni Weasley che si rispetti quando è ora di sparecchiare?
Non dico niente, anche se vorrei esclamare a gran voce che se proprio Cassie vuole una metà con i capelli rossi, allora io posso tingermi. Mi tingerei persino i peli pubici se lei me lo chiedesse.
Mentre soppeso l'idea di comprare una parrucca color carota per fare contenta mia moglie, proprio mia moglie, la madre dei miei futuri cinque figli che mai nella vita chiamerò Scorpius, si china in avanti e scocca un sonoro bacio sulle labbra di mia cugina.
Potrei morire: non mi sono mai così sentito così tradito.
Poi Cassie lascia cadere la vestaglia giallo limone sul pavimento del bagno, e io non capisco più niente.
Adesso si che sono morto, andato, stecchito.
«Entri o no?»
Senza perdere tempo a spogliarmi (perché sono pressoché già seminudo) mi immergo velocemente e mi siedo, rigido come un manico di scopa, sull'apposito scalino. L'acqua mi arriva alla vita; osservo Cassie che si sta lentamente avvicinando, i capelli neri che le galleggiano attorno al viso ed il vapore ad arrossarle le guance. Dischiude le labbra, scoccando divertita la lingua contro il palato. «Rilassati Albus, non ti mangio mica» esclama in una risata leggera. Afferra senza esitazione il mio braccio e se lo porta attorno alle spalle, dopo essermisi seduta accanto.
Resto immobile come una statua, lo sguardo rigorosamente puntato sulle bolle di sapone rosa. Cassie, dal canto suo, alza gli occhi al cielo e si struscia contro il mio fianco, poggiando la testa sul mio petto.
STAI LEGGENDO
Electric Soul
FanfictionLa vita è una grande carogna, io lo so bene, non a caso mi chiamo Rose Weasley e sono la prima di due figli e la settima di tanti cugini. I segreti, in casa mia, sono all'ordine del giorno. Per sopravvivere alla Tana, bisogna mentire con stile: no n...