2. Scorpius Malfoy e il suo viaggio in Alaska

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Non ho mai dubitato di me stessa e delle mie capacità, ma dopo tutto quando cresci in una famiglia numerosa come la mia, le opzioni sono solo due: o impari a farti valere, a far sentire la tua voce e ad rivendicare il posto che sti spetta, specialmente a tavola, oppure vieni schiacciato, fai la fine di Lucy che è la vittima preferita dei nostri scherzi, e finisci per non uscire più di stanza per paura di ritrovarti un topo tra i capelli o della gelatina nelle scarpe.

Ma adesso, con il sedere incastrato nella finestra, le mani di James arpionate alle mie braccia per riuscire a trascinarmi dentro, e quelle di Dominique intente a spingermi le gambe verso l'interno, vorrei che le mie capacità riuscissero ad elaborare un piano d'azione efficace che non comprenda la mia morte per mano di mia madre, o peggio, a causa del legno che mi preme violentemente contro il bacino e potrebbe spezzarmi in due.

«Non ci passo!» esclamo, il fiato corto e tutti i capelli davanti al viso.

«Bella merda» replica Dom, assestandomi un unico, brutale colpo che mi fa volare dritta con la faccia sul pavimento.

•••
Scorpius

Le feste mi annoiano da morire ma fingo che mi piacciano per fare contenti i mei amici. Detesto stare in mezzo a tutte queste persone invadenti che fanno domande a cui non voglio rispondere. Mi manca l'aria.

Porto il bicchiere di firewhisky alla bocca, le spalle mollemente poggiate alla parete nell'attesa che Albus finisca la sua accesa conversazione con un tizio dall'aria da idiota. Insomma, nessuno che sfoggia orgogliosamente una felpa con stampata sopra l'intera squadra dei Falmouth Falcons, può avere una mente brillante. È un dato di fatto.

La musica mi rimbomba nelle orecchie, adocchio Fred Weasley fare una scivolata sulle ginocchia, ululando "Can anybody find me somebody to love?" dimenticandosi, forse, di essere il Freddie sbagliato.

Più lo guardo e più mi domando come possa una sola famiglia contenere così tanti soggetti fuori di testa. I suoi capelli rossi arricciati in un nido arruffato mi ricordano inesorabilmente quelli della violenta Rose Weasley e le mie palle gemono di dolore.

«Ehi, Scorpius» prova a coinvolgermi il mio migliore amico strattonandomi il braccio per attirare la mia attenzione, come se la sua voce squillante non bastasse. «Tu che ne pensi?»

Sbuffo, mi libero dalla sua presa e mando giù quel che resta del liquido nel bicchiere. Una ragazza mi rifila un occhiolino ammiccante, la ignoro. «Penso che non me ne frega un cazzo»‌

«Esatto!» trilla Albus, gli occhi verdi resi lucidi dall'alcool. «È quello che penso anche io! Siamo proprio anime gemelle fratello»

•••
Rose

«Qualcuno aveva intenzione di dirmi che assomiglio ad un clown?» sbotta la mia migliore amica, fissando disgustata la sua immagine nello specchio appeso sopra il lavandino.

La guardo, inarco le sopracciglia e tento di imprimere in quel singolo gesto tutto il mio disinteresse. «Sorella» dico. «Al momento ci vedo doppio» e con questo spero di aver messo fine alla nostra conversazione, anche perché devo riuscire a mettere un piede davanti all'altro senza oscillare, e se lei continua a parlare non riesco a concentrarmi.

«Sto per vomitare» annuncia James con tono rilassato, prima di piegarsi e riversare sul pavimento l'anima.

Io e Dominique ci catapultiamo fuori, con le gambe traballanti a causa delle scarpe alte e del troppo firewhisky, senza voltarci indietro.

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