Albus
D'accordo Albus, tu puoi farcela. Sei bello, alto e vaccinato. Mi ripeto mentre cammino a testa alta verso il punto in cui è seduta Cassie. Indossa una strana vestaglia di piume nere - diamine ma perché se ne va sempre in giro conciata come un pennuto? - e ha legata attorno al collo la sua cravatta di serpeverde che sfoggia orgogliosa come se fosse una sciarpa o una collana preziosa.
Sta flirtando con Molly e la cosa dovrebbe sconvolgermi, perché Molly con quel suo sguardo arcigno quasi assassino, non è il tipo di nessuno. Spaventa persino me che sono suo cugino, ed è tutta la vita che quegli occhi azzurri assatanati mi scagliano contro fulmini e saette.
Mi sistemo la maglia del pigiama, che ho scelto appositamente con dei ricami infantili stampati sopra, in modo che Cassie pensi che sono fuori di testa quanto lei e questo ci permetta di avere una conversazione sulla stessa lunghezza d'onda.
Il mio è piano di rimorchio è semplice, non a caso vivere con la mia famiglia mi ha insegnato che sono sempre le cose meno elaborate ad andare per il meglio. Anche perché, smemorato come sono, mi sarebbe difficile ricordare qualcosa di troppo articolato. Mi sfugge persino se devo scaldare il latte dopo che l'ho messo nel bicchiere o se devo farlo quando è ancora nella confezione. Forse nessuna delle due opzioni è corretta.
Nella mia testa ho una scaletta dettagliata divisa in tre punti, che illustra quello che succederà da qui a pochi secondi.
Mi passo una mano tra i capelli, prendendo in considerazione l'idea di fare un salto in cortile, giusto per staccare delle piume ad un piccione ed offrirgliele come se fossero un mazzo di rose.
Decido che è meglio non esagerare, poiché i regali scenici tipo quello sono opportuni solo dal secondo appuntamento in poi.
Sono pronto a sfoggiare lo sguardo più ammiccante del mio repertorio, quando Xavi, il fratello di Cassie, notando dove sono diretto mi fissa rissoso incrociando le braccia al petto.
Fare dietrofront, al momento, è la scelta più saggia.
•••
RoseManca ancora qualche ora al pranzo, e io non so se iniziare a strapparmi i capelli in preda all'agonia - il profumo di cibo che aleggia in aria mi sta facendo sbavare come un lama, e se a breve non mangio qualcosa sono sicura che morirò soffocata dalla mia stessa saliva - o corrompere mio fratello Hugo per chiedergli di sgattaiolare in cucina per rubare un po' di pollo dal forno.
«Scordatelo» asserisce però quel mostro vestito di nero, quando glielo domando con tutta la dolcezza di cui una sorella è capace. «Se entro di nuovo lì dentro, nonna mi stacca le mani a morsi. Perché non usi la magia?»
Lo fulmino indignata. «Hugo, sei pazzo? Mamma mi uccide, ed io a differenza tua non voglio morire!»
«Non ho mai detto di voler morire» replica lui, pacato.
«Ma se te lo sei scritto con il pennarello sul braccio!»
«È poesia, non capisci niente»
Alzo gli occhi al cielo, rifilandogli un bel dito medio per poi di allontanarmi stizzita.
«Rose, hai visto Scorpius?» mi richiama Albus, strattonandomi una spalla per attirare la mia attenzione come se non mi avesse appena urlato in un orecchio.
«Prima della missione "infiltriamoci in cucina" era sbracato sulla sua solita poltrona a bere caffè, ma dalla sua espressione io dubito che fosse davvero caffè»
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Electric Soul
FanfictionLa vita è una grande carogna, io lo so bene, non a caso mi chiamo Rose Weasley e sono la prima di due figli e la settima di tanti cugini. I segreti, in casa mia, sono all'ordine del giorno. Per sopravvivere alla Tana, bisogna mentire con stile: no n...