25. La geniale arte delle stronzate

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Rose

Lily continua ad esultare vittoriosa, trascinandosi dietro il coro urlante della nostra squadra, per i trenta minuti successivi alla partita. Poi, veloci come luce di un Lumos sbilenco, uno ad uno ci disperdiamo per andare a scrostarci la neve e il fango di dosso.

Non c'è niente di più rilassante di un bel bagno dopo aver fatto a cazzotti con i propri parenti. Ed è a questo che penso mentre un getto di acqua ghiacciata mi colpisce in pieno viso. Con un balzo salto fuori dalla doccia, imprecando così sonoramente da far rigirare Silente nella sua tomba. Mi copro con un asciugamano, aspetto con impazienza che la temperatura dell'acqua salga ma non succede niente. Così parto alla ricerca della mia bacchetta e, dopo aver pronunciato un incantesimo insegnatomi dalla mia saggia madre, dal rubinetto iniziano ad uscire fiamme. Letteralmente.

Furiosa, infreddolita e mezza nuda, in un attimo sono fuori dalla mia stanza diretta verso quella di Dominique, perché per nessuna ragione al mondo rinuncerei alla mia igiene personale. Un po' come James con i suoi denti. Busso alla porta ma non ottengo risposta, così entro di mia spontanea volontà e quello che mi trovo davanti mi lascia piuttosto sconvolta.

«Che stai facendo?» chiedo, ma non sono sicura di volerlo sapere davvero.

La mia migliore amica sbatte le palpebre un paio di volte, forse per distrarmi dal fatto che il suo piede destro è infilato in una scarpa troppo grande per essere sua. A sinistra, ammucchiate per terra, ci sono quelle che hanno tutta l'aria di essere mutande da uomo.

«Io?» si indica con l'indice. Scelgo di non farle notare che da quel che mi risulta noi due siamo le uniche presenti qui dentro. «Niente» scuote energicamente la testa, gesto che trovo estremamente sospetto ma che non perdo tempo ad analizzare.

«Uso la tua doccia, la mia è in fiam-»

«NO!»
«EW!»

Urliamo in contemporanea quando entro in bagno.

Xavi Zabini mi guarda stralunato, steso sul pavimento nudo come un verme. Ci sono un milione di cose che potrei fare in un momento simile, andarmene ad esempio, solo che il mio cervello ha appena smesso di funzionare e non riesco a smettere di fissare quello che non avrei mai voluto vedere.

«Ehi Weasley, come va?»

Lentamente richiudo la porta.

«Oh» dico, girandomi verso la mia migliore amica.

«Già»

«Ma-»

«No»

«Ah»

«Lo so»

«Okay, è stato un piacere, farò la doccia da Albus» borbotto e scappo via, veloce come non mai.

***

Il rumore dell'acqua smossa da Scorpius, a mollo nella vasca, per un attimo, solo un attimo, nella mia testa porta alla luce pensieri che farebbero rabbrividire Merlino dall'alto dei cieli. Per fortuna, dopo aver fissato la mia immagine riflessa nello specchio appannato — con tutta la neve che ho in mezzo ai capelli sembra che qualcuno mi abbia rovesciato una saliera sulla testa — riesco a riprendermi e a ricordare il motivo per cui mi trovo qui: raccontare ad abbagliante per auto le mie disavventure e sperare in un po' di supporto emotivo.

«I mei occhi hanno visto un'ammucchiata e due dei partecipanti erano miei cugini. Devo lavarmi le orbite con la candeggina» mi lamento e cammino sconvolta avanti e indietro per il suo bagno, tenendomi l'asciugamano ben stretto al petto.

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