«Benvenuta nel mio mondo» esordisce Scorpius, la voce bassa e velatamente divertita, dopo aver aperto un con colpo di bacchetta il lucchetto che teneva chiusa la porta della serra. «È qui che nascondo il mio rifornimento segreto di firewhisky»
Alzo lo sguardo su lui fintamente sconvolta e mi stacco dal suo braccio per assestargli un pugno bello forte su una spalla. «Ti ho detto che non puoi ubriacarti!»
Sogghigna e con un cenno del capo mi invita a non starmene ferma impalata sull'uscio, in modo che possa richiudere la porta alle mie spalle. «Ma non siamo più ad una cena di famiglia, Rosie. Tua madre non c'è e non devi fare la ragazze per bene, divertiti con me»
Per un attimo mi godo la piacevole temperatura tiepida della serra, illuminata da una soffusa luce giallastra, e la vista di tutte le piante magiche e non che riempiono la mia visuale.
«La tua idea di divertimento è piuttosto scadente, Malfoy» mi riprendo. Inclino leggermente la testa, con una mano che fruga all'interno del corpetto per cercare la bacchetta. Non appena la trovo la impugno minacciosa e la punto contro uno Scorpius che non mi sta affatto guardando negli occhi. «Mi hai chiamato Rosie, brutto zuccone, e mi stai anche fissando le tette, adesso ti schianto»
E così faccio.
Osservo il suo corpo che viene sbalzato all'indietro e ricade svenuto sull'erba verde e curata. Poi lo raggiungo e mi siedo al suo fianco, nell'attesa che si svegli, perché dopo tutto la sua è una bella idea.
•••
James«Voglio un avvocato» esclamo con solennità, battendo con forza una mano sul tavolo imbandito. «Domi sarà il mio avvocato»
«Ma James» lei scuote la testa esasperata, alcuni boccoli biondi che le sfuggono dall'acconciatura. «Io sono tra quelli che ti accusano!»
«Allora Fred sarà il mio avvocato. Lui dimostrerà la mia innocenza e voi pagherete per avermi accusato di aver dato fuoco a quello stupido albero. Sono bellissimo mica un piromane!»
«Fratello io sono uno degli imputati»
Lo fulmino con un'occhiataccia e mi siedo sconsolato.
È ovvio, quasi evidente oserei dire, che siamo stati io ed il mio migliore amico, tuttavia questa volta non in modo intenzionale. Ci annoiavamo e volevamo solo curiosare tra i regali di Natale, però poi qualcosa dentro il pacco di Hugo è esplosa e l'albero ha preso fuoco. Semplice.
Per non macchiare con un simile scempio la nostra reputazione da combinaguai supremi, dobbiamo inventare qualcosa di brillante all'istante e che ci faccia apparire come dei vincenti e non degli imbranati.
«Non è come sembra» mi giustifico, consapevole che iniziare una frase in questo modo, fa sembrare che sia effettivamente come sembra e che, di conseguenza, quello con un brillante futuro da piromane sia io. Cosa che effettivamente è. Però mia madre e zia Angelina non mi sembrano molto convinte della nostra innocenza.
«Esatto» aggiunge Fred annuendo, credendo forse che ora grazie alla sua affermazione da idiota sia tutto risolto. Non vorrei sbagliarmi, perché è semplice confondere un'espressione disgustata con quella di due che stanno per ucciderti, però credo che ora le nostre amorevoli madri ci schianteranno entrambi.
«Allora spiegatemi» dicono all'unisono, e per un attimo resto a boccheggiare sconvolto perché questa non è la risposta che mi aspettavo, ed oltre al "non è come sembra" non mi sono preparato nient'altro. Alzo la testa per guardare Fred ed informarlo tramite un'occhiata perforante che è lui, in quanto colui che ha scosso la scatola di Hugo, a dover elaborare un piano d'azione efficace ed istantaneo.
«Stiamo aspettando»
Io e Fred ci scambiamo un'occhiata significativa. «La verità è che...» inizio.
«... è stata Rose» conclude lui.
•••
RoseLa gonna del vestito di tulle è aperta sull'erba e sporca di fango sull'orlo, ma non me ne curo. Si è arrotolata lasciando scoperte le caviglie e una parte dei polpacci. La bottiglia mezza vuota di firewhisky, invece, giace riversa su un lato non lontano da noi. Piccole gocce scure continuano a colare dal collo privo di tappo, picchiettando sul terreno.
Rido, getto la testa all'indietro e sono felice nonostante il ragazzo con la camicia mezza sbottonata e le maniche arrotolate seduto al mio fianco, sia il mio peggior nemico.
Scorpius ha un gomito poggiato sul ginocchio e si sorregge il viso con una mano. Dietro di lui, i fiori della mezzanotte ormai dischiusi volteggiano in aria, lasciando come scia del loro passaggio una scintillante luce viola che crea ombre colorate sul suo viso.
Parliamo per ore, parliamo di tutto. Il mio sguardo che si assottiglia sempre più incuriosito e sorpreso dal fatto che le cose che ci accomunano, siano molte di più di quelle che ci dividono. Stessi gusti musicali, stesso odio sfrenato per quella pazza della professoressa Cooman, stessa voglia di dare fuoco alle orrende ballerine rosa confetto di Lily...
Il respiro inizia a farsi pesante quando mi giro e per sbaglio il mio naso sfiora quello di Scorpius; è incredibile che io non mi sia resa conto di essermi avvicinata a lui, il corpo di entrambi appena proteso in avanti e le labbra dischiuse, come se ci fosse una forza invisibile che ci attira l'una all'altro.
Ci fissiamo. Il suo sguardo grigio sotto le ciglia scure è appena un po' lucido, liquido d'eccitazione. Avverto il suo respiro che si infrange a tratti irregolari sul mio viso.
Mi faccio carico di una cospicua dose di autocontrollo e forza di volontà per riuscire a tirarmi indietro. Mi piego sulle ginocchia, pronta ad alzarmi in piedi. «Buonanotte imbecille» dico, senza riuscire a nascondere un irritante tremolio nella voce.
Un piede dopo l'altro, mi allontano, consapevole di avere gli occhi di Scorpius, divertiti e incuriositi, incollati sulla mia schiena.
«Buonanotte Rosie»
Salve gente
Ecco il nuovo capitolo della settimana, e me piace un sacco anche se è un po' corto.Comunque, la vecchia copertina mi faceva davvero schifo, perciò oggi ho deciso di cambiarla.
Baci, Ele💋💋
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Electric Soul
FanfictionLa vita è una grande carogna, io lo so bene, non a caso mi chiamo Rose Weasley e sono la prima di due figli e la settima di tanti cugini. I segreti, in casa mia, sono all'ordine del giorno. Per sopravvivere alla Tana, bisogna mentire con stile: no n...