☆ the love object ☆

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[...]

Io, Harry ed Hermione siamo in Infermieria con Ron. Mio padre è stato rinchiuso in una delle torri di Hogwarts, aspetta i Dissennatori.

Ho paura, un'enorme sensazione che mi stringe il cuore. Quando lo verranno a prendere lo uccideranno, e non posso perderlo, non adesso.

Sentirsi amata per la prima volta da un genitore è un qualcosa di magnifico, la mia gioia ha raggiunto il suo culmine nel momento in cui ho sentito le sue braccia stringermi forte.

Proviamo a spiegare a Silente la nostra visione della storia, che è poi la verità: Crosta, Peter Minus, è il vero colpevole. Ma non ascolteranno mai, come dice lui, la versione di quattro maghi tredicenni, dove in mezzo ci sono la figlia e il figlioccio dell'uomo in questione.

Poi continua a dire cose strane sul tempo.
Hermione sembra capire tutto, mentre io, Harry e Ron ci guardiamo increduli, insicuri sul cosa dire, fare o anche solo pensare.

Tre giri dovrebbero bastare, sono le ultime parole prima che ci lasci in quella enorme stanza, che al nostro silenzio è ancora più angosciante.

Hermione prende me e Harry dal braccio per portarci al suo fianco. Ci mette attorno al collo una catena dorata, così sottile che ho quasi paura di spaccarla. Il ciondolo ha una clessidra all'interno, che si può ruotare su sè stessa.

"Ron mi dispiace, ma non puoi camminare" ammette l'ovvio, e inizia a girare il ciondolo.

L'infermeria ritorna vuota, io e Harry siamo palesemente spaesati: il sole è ancora nel cielo, prima era notte fonda. Mi guardo intorno, Ron è sparito completamente, siamo probabilmente tornati indietro nel tempo.

"Silente vuole che noi salviamo qualcuno, così che più di una vita venga risparmiata" inizia a rimuginare Hermione.

Ci spiega come siamo arrivati alle sette e mezza di oggi: quella che avevamo tutti al collo nel momento in cui siamo tornati qua era una Giratempo, un congegno capace di portare indietro nel tempo.

Ci penso: effettivamente l'unica vita persa in questo giorno è stata quella di Fierobecco, l'ippogrifo di Hagrid. E potrebbe essere un'ottima via di fuga in volo.

E così facciamo: andiamo da lui e lo liberiamo, tenendolo con una corda in modo da non farlo scappare. Mi piace tantissimo quella creatura, è così maestosa e intelligente. Passo il tempo ad accarezzarlo, mentre il chiaro di luna invade l'atmosfera, rendendo la foresta ancora più inquietante, ma magica allo stesso tempo.

Dovrebbe mancare poco, a quando siamo usciti dalla stamberga e io volevo andare alla torre, poi Remus si è trasformato e io non ho più pensato di andarci. Non abbiamo parlato ancora di quello che avrei voluto fare, ma so benissimo che tutti loro lo hanno capito.

Non hanno neanche il bisogno di chiedermi il perché, è ovvio: Fred e George, tutta la scuola, la mia famiglia. E anche loro per primi, Harry e Ron specialmente, se mi fossi buttata non avrebbero detto nulla. Anzi, ne sarebbero stati felici.

"Sophie" mi chiama Harry.

Smetto di accarezzare Fierobecco e mi volto, i capelli mi svolazzano un po' per la rapidità in cui l'ho fatto, mi sono spaventata: non parlavamo da un po', mi ero abituata al silenzio.

"I tuoi sentimenti per Ron, non sono reali vero?" chiede, la luce lunare che riflette sui suoi occhiali tondi.

Non riesco a vedere i suoi occhi, ma so che mi sta guardando con consapevolezza. So che sa la verità, in poche parole, ma vuole sentirla da me.

fred weasley ~ you are my sunshineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora