☆ last laugh ☆

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Non c'è mai fine al peggio: forse aveva ragione davvero. Non la vedo da quando sono in questa stupida scuola, ho dovuto passare ogni momento di questo terribile anno qua.

Mi hanno portato a tutto, mi obbligavano a torturare i miei amici, i miei alunni, e se mi rifiutavo, torturavano me.

Sono passati sei giorni da quando avrei dovuto partorire, sto malissimo, ho paura di aver ucciso i miei bambini.

Non sono stata licenziata per miracolo, immagino: stranamente sono rimasta la professoressa di Arti Oscure, però vivo nella Stanza delle Necessità insieme agli altri. Mi avrebbe cacciato volentieri, Piton.

"Com'è essere professoressa, Sophie?" chiede Luna, con i capelli biondi che svolazzano dietro di lei.

I momenti di comunità qui insieme agli altri sono gli unici a salvarmi dal vuoto dell'oblio totale.

"Diciamo che è molto diverso da quelli che erano i miei piani" ridacchiamo, Ginny si siede di fianco a noi.

Entrambe sanno benissimo che il mio sogno sarebbe giocare a Quidditch, entrare in una squadra forte e ricoprire il ruolo di battitrice - anche se, a essere sincera, mi accontenterei di qualsiasi ruolo.

Anche Ginny vorrebbe giocare, però lei come cacciatrice, ovviamente.

Il grande quadro attaccato al lato parallelo all'entrata è vuoto adesso: raffigurerebbe Ariana Silente, la sorella del nostro vecchio preside e di Aberforth, colui che sta proteggendo Harry da ormai un anno, nonché proprietario del Testa di Porco.

"Sophie" richiama la mia attenzione la rossa accanto a me, mi volto "Pensi che Harry sconfiggerà Voldemort?"

Finchè non si muove a venire, rispondo, sarà una vittoria del signore oscuro. Però si, credo fermamente che il mio amico vincerà su quello lì, l'ho sognato anni fa.

Appoggio la testa sulla spalla della bionda di fianco a me, le mie mani si spostano leggiadramente su tutta la superficie della mia pancia, sorrido.

Ariana, improvvisamente, ritorna al suo posto nel quadro, sorride guardandoci. E il quadro si apre, scoprendo la figura di Neville totalmente impolverato e ancora grondante di sangue dalle ferite sul viso.

"Ho una sorpresa per voi!" annuncia ad alta voce.

Spero non siano altri cibi e alimenti cucinati da Aberforth, l'ultima volta che ho mangiato qualcosa fatto da lui mi ci sono voluti due giorni per digerirlo del tutto - era del polpettone, terribile.

Il ragazzo si sposta, una visione: Harry Potter, affianco a lui Hermione Granger e Ron Weasley. I miei muscoli non fanno in tempo ad ascoltare i miei pensieri e agiscono per conto proprio, mi alzo dalla mia coperta e corro come un bolide ad abbracciare il mio amico.

Lo stringo per bene appena i nostri corpi entrano in contatto, uguale per gli altri due, ad Hermione anche un bacio sulla testa: avevo paura lì avrebbero trovati morti.

"Qual è il piano?" chiedo eccitata, dopo che il trio d'oro ha finito di salutare tutti.

A quanto dicono, dobbiamo trovare una cosa nascosta nel castello, qualcosa di piccolo, facile da nascondere e probabilmente legata alla casa di corvonero. Guardo Luna, sta pensando.

"C'è il diadema perduto di Priscilla Corvonero" se ne esce dopo qualche secondo di silenzio.

La faccia confusa di Ron mi spezza in due: non capisco se abbia la fronte corrugata per il fatto che effettivamente il diadema sia perduto o se perchè non abbia la più pallida idea di cosa sia.

Prima che chiunque possa intervenire, un rimbombo passa per le orecchie di tutti, e una ragazzina del quarto anno, tassorosso, ci da un'incredibile notizia: Piton sa che Harry è stato avvistato a Hogsmade, è ci vuole tutti quanti in Sala Grande.

fred weasley ~ you are my sunshineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora