☆ wait for the rain ☆

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Io e Harry corriamo verso l'ufficio del rospo, se arriviamo in ritardo questa potrebbe ucciderci, o peggio ancora, portarci all'espulsione.

"Ti ho sognato, Harry" attiro la sua attenzione, sa bene che i miei sogni sono premonitori "Eri contro Voldemort e lo battevi, lui moriva per merito tuo"

Lo guardo sorridendo, non ci crede. Mi fermo e gli metto le mani sulle spalle, stringendo un po' la presa.

"Sei un mago davvero potente, Harry" gli do un pugnetto sul braccio, amichevolmente parlando "Dovresti fare tu l'insegnante di Difesa contro le Arti oscure!"

Non sto scherzando, credo davvero che potrebbe essere un grande professore. Mi guarda male, è da qualche giorno che è scontroso con tutti, anche con Ron. Mi risponde male, glielo faccio notare

"Scusa, non lo faccio apposta" ammette, dispiaciuto.

Anche io ho questi episodi, ultimamente, come se scorresse per un momento del veleno nelle mie vene, e così io divento scontrosa e acida. Ho paura che sia una specie di legame con Bellatrix, spero di no con tutto il cuore.

Ci fermiamo davanti all'aula di difesa contro le arti oscure, entrambi sospiriamo guardandoci. Entriamo nella stanza e saliamo le solite scale, è bellissimo vedere i cambiamenti continui di questo posto.

Bussiamo alla porta dell'ufficio, questa si apre da sola: lei ci aspetta seduta alla sua scrivania di legno colorato di rosa, con una penna rosa in una mano, una tazza di tè rosa nell'altra, con dentro un liquido rosa.

"Siete in ritardo" appoggia la tazza e si alza.

Ha un cardigan rosa, sopra una camicia rosa e una gonna rosa. È terribile, mi acceca ogni volta che la guardo, non solo per la sua estrema bruttezza, ma per il colore che indossa continuamente.

"Di due minuti" il mio tono è acido, non per gli episodi che mi capitano.

"Sì, Signorina Black" sorride, io la guardo senza esprimere una singola emozione.

Ci fa sedere in due banchi nell'angolo della stanza, una pergamena e una penna - entrambe rosa - davanti: Harry deve scrivere 'non devo dire bugie', io 'devo portare rispetto al Ministero della Magia'.

"Quante volte?" chiede Harry, vorrebbe davvero ficcarle le penne negli occhi, lo capisco.

"Finchè il concetto non penetra" risponde, che diavolo di risposta è.

Ci dice che non servirà l'inchiostro, cominciamo a scrivere.

Man mano che scrivo, comincio a sentire la mano sinistra bruciare, qualcosa di caldo colarmi sopra questa. Mi volto dopo un po', non ci volevo dare molto peso, ma capisco adesso che avrei dovuto farlo prima: la scritta sulla pergamena è incisa sulla mano, e perde sangue.

Guardo Harry con le lacrime agli occhi, anche lui mi sembra spaventato. Una goccia di sangue arriva sul tavolo, mi alzo velocemente e scappo via, Harry fa lo stesso e sbatte la porta dietro di sè.

Prima che io possa scoppiare a piangere dal completo shock, corriamo verso il bagno delle ragazze, quello in cui nessuno va mai per la presenza di Mirtilla Malcontenta, gli medico la ferita, poi passo alla mia.

"Non credo dovremmo dirlo a qualcuno, di questa" spengo l'acqua fredda, che stavo usando per fermare l'uscita di sangue.

Si tiene la mano nascosta anche lui, nel caso in cui qualcuno entrasse. Credo sia d'accordo con me, riguardo ciò che ho appena detto.

C'è un assurdo silenzio tra di noi, vorrei davvero chiedergli un parere sulla storia di Fred ma non voglio che stia dalla mia parte o quella sua, assolutamente: anche lui è suo amico, sarebbe crudele.

"Pensi che Fred abbia paura di me?" chiedo, per spezzare il silenzio.

Scuote la testa in segno di dissenso, sospiro e mi soffermo a guardare l'acqua che scende giù per il buco nel lavandino, a pensare: credo invece di si io, perchè lui - come tutti - pensa che io sia già una mangiamorte.

Harry sa come la penso, ne sono convinta. Sa che io so che diventerò una di loro, perchè ormai è da troppo tempo che glielo ripeto, ma non crede che sia vero.

"Penso che tu sia capace di molto, quindi anche di resistere, di non unirti a Voldemort" dice confermando, appunto, la mia tesi "Poi hai Sirius"

E Nausicaa, penso. O almeno, vorrei che fosse così.

Gli sorrido in silenzio, e insieme - dopo esserci assicurati che ormai il sangue avesse smesso di sgorgare dalle nostre ferite - ci dirigiamo verso la nostra amata Sala Comune.

Seduti sul divanetto davanti al fuoco, vedo Fred e George impegnati in una conversazione poco accesa. Faccio un cenno a George di venire da me, lui mi nota dopo svariati tentativi.

Corre verso di me e, senza dire nulla, lo prendo per la mano e insieme usciamo, nei territori circostanti Hogwarts.

Ultimamente vado a pensare dalla capanna di Hagrid, approfittando della sua assenza temporanea. Lo trovo un posto perfetto, per qualsiasi cosa.

"Ho finito il sogno" si volta verso di me, ansioso di una risposta, ridacchio.

Ci siamo seduti nel prato proprio dietro alla casa del custode delle chiavi di Hogwarts, dopo appunto di solito mi piazzo per, principalmente, pensare.

"Lo salvavo, con i miei poteri. Poteri che ancora non sapevo di avere, ma che a quanto pare ho" sorrido, sembra davvero felice.

Come biasimarlo, una Vira Animi - che tra i poteri principali ha quello di prevedere il futuro - ha sognato suo fratello gemello morire.

Dopo un po' di tempo passato a parlare del più e del meno, lui se ne va con la volontà di andare a cena, gli dico che lo raggiungerò tra poco.

Ho bisogno di pensare.

So che è una cosa da babbani, ma mi piace scrivere i miei pensieri in un diario. Penso che le ragazzine babbane lo chiamino "Diario segreto", o qualcosa del genere.

La sola cosa che ci divide è la realtà. Probabilmente in un'altra dimensione io e Fred saremo potuti stare insieme. In una dimensione più normale, in una in cui non sono la figlia di una fottuttissima Mangiamorte, in cui anche lui mi ama. Il problema è che con lui non posso vivere, ma senza di lui morirei. È strana, la mente umana, veniamo attratti dalle cose impossibili.
Il peggior modo di sentire la mancanza di qualcuno è starci seduto vicino e sapere che non lo potrai avere mai. E mi ripeto, nella testa, che non lo avrò mai, che devo levarmelo dalla testa. Ma non ci riesco, non ci riesco perchè so che solo dopo un secondo, mi mancherebbe. Mi mancherebbe quel suo fottuto sorriso che tutte le volte che lo vedo muoio dentro, quei suoi scherzi, quei suoi occhi. Cavolo, anche solo il mio nome suona meglio detto da lui.
Quando dai il tuo cuore a una persona che non lo vuole, non te lo puoi riprendere indietro. Se ne è andato, per sempre.

Chiudo il quaderno rilegato e mi sdraio sull'erba, con le mani tra i ciuffetti umidi, chiudo gli occhi. Inizia a piovere.

Si dice, c'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo, perciò è così che va.

Mi smaterializzo dentro camera mia, mi asciugo i capelli, bagnati fradici, e mi tolgo il mascara colato sulle guance. Mi butto sul letto e mi metto a dormire, lasciandomi andare nel mondo dei sogni.

fred weasley ~ you are my sunshineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora