☆ happy birthday ☆

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MEGA SKIP TIME

Caro Felpato, spero che tu stia bene, qua è un po' un casino. Hai letto la Gazzetta vero?
Sono 'la ragazza che mente', 'la Mangiamorte', 'Colei che ha ucciso Cedric Diggory', è assurdo! Tutta la scuola mi prende per matta, sto vivendo un incubo, mi sento incredibilmente sola. Grazie per gli auguri di buon compleanno, sembri l'unico che se lo ricorda.
Ti voglio bene, Sophie

Corro in guferia, di solito il sabato è sempre piena ma oggi è il mio giorno fortunato a quanto pare: vuota, completamente. Mando a Sirius la lettera, guardo la mia gufetta scomparire nel cielo.

Andrò a Hogsmade adesso, ho voglia di festeggiami da sola con una bella Burrobirra, non al Paiolo Magico però, al Pub Testa di Porco, non c'è mai nessuno lì.

Prima passo da camera mia, giusto per mettermi a posto i capelli: farmi bella per me stessa è una delle cose che mi piace di più. Sono tutti via adesso, non c'è nessuno in camera mia, ma qualcuno ci deve essere passato: c'è una lettera sul mio letto, e sopra c'è scritto il mio nome - non Sophie, Sofia.

Tesoro, auguri di buon compleanno! Quindici anni che non ti vedo, mi manchi come l'aria.
Mi dispiace per essere così poco coraggiosa, sotto questo punto di vista hai preso sicuramente da tuo padre.
Perdonami, ma mi presenterò a tempo debito.
Sarà presto, te lo prometto.
Ancora auguri, Sophie (ho sentito che ti fai chiamare così, è bellissimo)
La tua mamma, Nausicaa Rowle.

Due lacrime bagnano la pergamena, facendo sbiadire l'inchiostro nero. Sorrido come non ho mai fatto, mentre corro veloce per i corridoi di Hogwarts, con la lettera di mia mamma in mano - non mi ci separerò mai.

Il passaggio segreto per Mielandia è molto comodo in queste situazioni, arrivo lì e grazie a Godric non c'è nessuno dei miei amici, estremamente strano dato che parliamo di uno dei luoghi più popolati di questo paesino, ma non mi faccio molti problemi.

Senza farmi notare, salgo nella parte alta, dove si trova il pub a cui sono diretta. È estremamente freddo, ma non mi sorprende, non vedo l'ora di arrivare lì e mettermi al caldo.

La finestra che da sull'interno del bar è opaca per il troppo freddo, ma non così tanto da non farmi vedere nulla: ci sono tutti i miei amici. Uno striscione sopra le loro teste dice: "Esercito di Silente". Mi salgono le lacrime agli occhi, stanno sicuramente parlando di fare lezione con Harry, un'idea mia.

Per mia enorme fortuna, oppure per enorme stupidità dei miei compagni di casa, la finestra è aperta, la voce di Harry - se attorno a me c'è abbastanza silenzio - si sente chiaramente.

"Ho avuto quasi sempre un'aiuto" sento, probabilmente parla di Voldemort "L'anno scorso ero con Sophie Black, la pazza".

Mi dirigo velocemente, con le mani strette in pugno e le unghie che quasi mi bucano i palmi, verso la porta del locale. Entro con disinvoltura, tutti si voltano verso di me: sorrido.

L'unico posto a sedere è quello vicino a Fred, preferirei morire.

"È aperta" dico indicando la finestra da cui prima origliavo la conversazione.

Harry non è stupido, ed Hermione ancora di meno: hanno entrambi capito perchè sono entrata, e perchè sembro arrabbiata.

"Sophie, c'è un posto libero" Ron dice, sembra invece che lui non abbia capito proprio nulla. Inoltre, si riferisce proprio alla sedia di fianco a Fred.

Nego con la testa, non sembra voler ribattere. Fred sospira, che stronzo.

"Affrontare queste cose nella vita reale non è come a scuola" Harry continua il suo discorso, è struggente il modo in cui parla, sembra che abbia perfettamente in mente l'immagine di Cedric steso per terra "Non sapete cos'è. In questa stanza penso che solo Sophie possa capire"

Mi guarda, abbasso lo sguardo: non volevo sentirmi al centro dell'attenzione.

"È per questo che ci serve il tuo aiuto" dice Hermione, aumentando la consapevolezza a tutti i presenti che Voldemort è tornato davvero.

Mi alzo contenta, cammino saltellante verso Harry e gli altri, sorrido: "Dove devo firmare?" dico.

Harry mi ricambia il sorriso e prende da dietro di sè una pergamena: sopra di questo c'è scritto solo "Esercito di Silente", e le tre firme di Hermione, Harry e Ron. Aggiungo la mia, seguita da George e Fred.

Dopo assersi iscritti alla nuova classe del grande maestro Harry Potter, pian piano se ne vanno via tutti, eccetto il trio d'oro.

"Vieni a prendere una Burrobirra, Sophie?" mi chiede Ron, il tono di voce estremamente gentile.

Scuoto la testa, appena chiudono la porta dietro di loro mi scende qualche lacrima. Ordino la mia Burrobirra in pace: sa di polvere, e di lacrime.

Quando torno ad Hogwarts il mio intento primario è quello di andare in Biblioteca a studiare, assurdo come cambio idea nell'esatto momento in cui vedo i gemelli seduti ad uno dei tavoli dell'aula.

Non avrei mai pensato di vedere quei due ragazzi in biblioteca, ma a quanto pare li avevo giudicati male.

Non riesco a cacciare quell'orribile bisogno di piangere tutte le mie lacrime, non voglio farlo, non davanti a qualcuno: corro nel bagno di Mirtilla, almeno ho qualcuno con cui parlare, non la presenza migliore, ma mi accontento.

La ragazza argentea spunta da uno dei bagni, appena mi vede torna dentro: a quanto pare mi ripudia anche lei. Prendo fuori la mia agenda scolastica mai usata, servirà pure a qualcosa, no?

Troppi di noi non vivono i loro sogni perché stanno vivendo le loro paure. L'unico mio desiderio è essere amata, non mi sembra di chiedere tanto. Ciò che riesce meglio alle persone è rovinare la vita agli altri, facendoli sentire soli, pieni di paure, senza speranza. Cos'è? Un hobby, far sentire male le persone?

Godric, Sophie, mi fai pena. Che triste.

Mi alzo controvoglia, ho voglia di sdraiarmi nel mio bellissimo letto e dimenticare tutto, tutti. Davanti al quadro della Signora Grassa non ci sono mai stata peggio di adesso, che brutta situazione.

La parola d'ordine viene fuori dalla mia bocca quasi controvoglia, ma non appena metto piede nella stanza, una serie colori e luci invadono la mia vista. Un solo grido distinguo tra la folla che mi circonda: "Auguri Sophie!".

Mi viene da piangere, dalla gioia questa volta, mentre abbraccio i miei amici uno ad uno. Seamus mi dice che era da un po' che tutti non mi consideravano più pazza, Dean ammette che questa mattina mi avevano visto origliare, Colin che hanno colto l'occasione per farmi una festa grandissima.

Mi volto verso Harry, Ron e Hermione, sicurissima che siano stati loro ad organizzare tutto questo. Hermione scuote la testa e, con gli occhi, mi indica l'angolo più a nord della stanza dove, seduto sopra il tavolo, c'è Fred Weasley.

Mi avvicino disinvolta, mi siedo di fianco a lui: guarda il sole calante fuori dalla finestra a rombi della Sala Comune. Non ho voglia di fare accenno alla nostra discussione sul treno, se non se la ricorda è meglio.

"Sai, i coriandoli li avrei preferiti viola" dico ironicamente, lui mi mette un braccio intorno alle spalle e mi avvicina a sè, abbastanza per riuscire a spettinarmi i capelli con la mano libera.

Rido tirandogli una leggera gomitata sul petto, scherzosamente. Poi, lo invito a lasciare il suo angolo asociale per ballare con me, non esita un secondo. Strano, lui odia farlo, e io non lo avrei mai invitato prima di ora perchè non so ballare.

Non conosco una delle canzoni che suonano dallo stereo incantato, ma non importa: smettere di muoverci insieme significherebbe perdere cioè che abbiamo adesso. E non voglio farlo, assolutamente.

fred weasley ~ you are my sunshineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora