☆ the millionth interview ☆

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Andare a lezione dopo ciò che è successo qualche sera fa è sembrato impossibile sia per me che per Harry: tutti ovviamente pensano che noi due siamo dei gran imbroglioni, e non hanno paura di mostrarlo apertamente.

"Pensiamoci: Fleur, la Veela, per quanto bella non arriva ai livelli degli altri" dice Fred, mentre ci incamminiamo verso l'aula di Pozioni: mi accompagnano.

Non abbiamo ancora parlato della cosa dell'altro giorno, credo che entrambi ci abbiamo messo una pietra sopra ed è tutto come prima.

"Krum è forte, ma è stupido, quindi non ha speranze di vittoria" continua George, ridacchio.

Ormai che sono entrata tra i concorrenti, il mio obbiettivo è arrivare prima, insieme ad Harry, anche se non credo si possa.

"Cambiando discorso" mi giro verso di loro, cominciando a camminare all'indietro "Tra te e Angelina dura ancora?"

Lo chiedo con un tono effettivamente poco pieno di odio e volontà di una risposta negativa, ironicamente parlando chiaramente.

Invece, annuisce contento. E ovviamente non posso essere niente che felice del fatto che lui stia bene con una persona, ma mi rode il fatto che quella persona non sia io.


"Come va con le ragazze, George?" sorrido.

Lui mi guarda, vorrebbe dirmelo ma sa che mi arrabbierei: è probabilmente una persona che conosco e che mi sta antipatica. E spero non sia la ragazza a cui sto pensando.

"È Katie...?" chiedo, sperando di nuovo in una risposta negativa, ottenendo l'esatto contrario.

Quella ragazza mi prende in giro da quando sono qui ad Hogwarts per i miei genitori.

Poco dopo l'uscita dell'articolo su mio padre, l'anno scorso, mi aveva dato dell'assassina e io ho risposto a tono. Ne sono uscita con un occhio nero e diversi lividi, tra cui un segno di tentata strangolatura. È pazza quella donna, non è capace di controllarsi e questo lo dimostra. È arrivata Hermione in tempo e l'ha fermata, se no sarei probabilmente morta.

Solo io, Hermione, la Bell e la Johnson lo sappiamo. Angelina era con lei e non l'ha fermata, rideva di gusto in realtà.

Mi ha traumatizzato, quell'episodio. Ci penso spesso due volte prima di dire la mia opinione su qualcosa adesso, mi ha cambiato radicalmente e questo sarebbero pronti tutti ad ammetterlo.

Mi spuntano le solite ciocche bianche, quanto odio i miei poteri. Corro da Harry prima che inizino la milionesima intervista senza di me, senza dare alcuna spiegazione ai ragazzi.

[...]

Rita Skeeter, giornalista della Gazzetta del Profeta, è colei che ci intervisterà quest'oggi, ed è esattamente la stessa persona che ha scritto quell'articolo fatale su mio padre e me, quindi la odio più di qualsiasi altra cosa.

Chiaramente, ha voluto cominciare con me e Harry l'intervista, c'era sicuramente da aspettarselo. Dopo aver fatto qualche strana domanda a Harry, mi guarda

"Sofia- posso chiamarti Sofia vero?" esibisce uno di quei terribili sorrisi da falsa, non parlo, la guardo solo male "Perfetto, lei fa paura a molte persone, crede che-"

"Perchè dovrei far paura alle persone?" la interrompo io.

Lei deglutisce, so dove vuole andare a parare, cambia domanda e si rivolge ad entrambi: ci chiede se sono stati i nostri traumi ad averci reso così inclini a iscriverci al torneo.

Rido, mi fa davvero imbarazzare quella donna. Guardo il taccuino e la penna autonomi di quella donna, cerco di leggere da lontano.

La signorina ammette con gli occhi lucidi di voler fare giustizia, e si è iscritta per vendicare la madre mangiamorte, chiusa ad Azkaban.

Non ho neanche voglia di ribattere, mi alzo dalla sedia e me ne vado, sbattendo la porta dietro di me e con i capellli rosso pomodoro.

[...]

Mio padre ha mandato un gufo sia a me che a Harry, chiedendoci di parlare faccia a faccia, io, Harry e lui, nella Sala Comune di Grifondoro all'una di questa notte.

Non ho idea di come farà ad entrare, ma il solo pensiero che lo possano beccare mi spaventa abbastanza.

Quindi, all'una di notte, io e Harry siamo seduti sul divanetto davanti al fuoco aspettando che mio padre si faccia vivo, con una copia della Gazzetta in mano: è uscito l'articolo su noi due

Tragedia di adolescente: Harry Potter, Sofia Black e la Coppa Tremaghi.
I campioni sono stati scelti: Harry Potter e Sofia Black, di anni dodici. Iscrizione sospetta al Torneo Tremaghi. La ragazza convinta nel voler vendicare la madre e al ragazzo gli occhi diventano umidi per i fantasmi del suo passato.

Butto il giornale nel fuoco prima che Harry lo legga, non voglio turbarlo più di quanto già non lo sia. Questa mia mossa non gli è sicuramente piaciuta, ma non mi importa: è solo ed esclusivamente per il suo bene.

Dal fuoco spunta la faccia di mio padre, io e Harry ci avviciniamo confusi: non c'è tempo per le domande, dice lui, dovremmo fare il più veloce possibile.

"Harry, parlami del sogno che hai fatto. Hai nominato Codaliscia e Voldemort. Ma chi era il terzo uomo nella stanza?"

Non sapevo di un sogno da parte di Harry, provo a chiederglielo ma mi ignora completamente. Mi sento abbastanza esclusa nella loro conversazione, avrei anche io fatto un sogno del genere: Voldemort chiedeva a Codaliscia e ad un uomo di arrivare a me e Harry in qualche modo.

"Non lo so" risponde il ragazzo "So solo che Voldemort gli ha dato un compito da svolgere, qualcosa riguardante me. Non so il motivo. Però avrebbe usato quest'uomo per arrivare a me"

Ho sognato la stessa identica cosa, ma a quanto pare mio padre mi sta completamente ignorando. Rimango in silenzio, non dico nulla, vorrei evitare di turbare la gente.

"Hogwarts non è più un posto sicuro" dice mio padre, alzo lo sguardo "Igor Karkaroff, il preside di Durmstrang, era un mangiamorte e nessuno smette di esserlo. Poi c'è Crouch, ha mandato suo figlio ad Azkaban"

Credo che pensi che uno di loro abbia messo il nostro nome nel Calice, ma non ne sono convinta. Sicuramente è stato un mangiamorte, ma credo anche che l'altro uomo c'entri qualcosa. E forse non solo qualcosa.

"Chiunque abbia messo i vostri nomi vi vuole morti, ragazzi" sospiro, non credo di essere pronta per gareggiare, e neanche Harry lo è, lo sento.

Ma non abbiamo scelta.

fred weasley ~ you are my sunshineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora