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(REVISIONATO)

 I ALLYSON'S POV  I

Aprii il mio armadietto con la solita voglia di vivere del lunedì mattina.

Erano passate due settimane dal Ringraziamento ed io e Noah ci eravamo allontanati ancora di più, se questo fosse anche solo possibile. Con Wil invece le cose proseguivano tranquille e lente: non ci cercavamo e nemmeno parlavamo durante i minuti di pausa, solo... ci salutavamo quando ci scontravamo per i corridoi.

Eva al contrario sembrava essere tornata la stessa, dal carattere esuberante e i comportamenti aggraziati in qualsiasi mossa. Mi aveva rifilato la scusa dell'alcol – che ne aveva bevuto troppo e che si era sentita male – ma non c'ero minimamente cascata al contrario di Alay che continuava, ogni giorno, a insultare Aiden Miller.

«Testa di cazzo.» alzai gli occhi al cielo mentre mi preparavo ai soliti dieci minuti di sfogo della mora prima delle lezioni. «Ma con che coraggio?» sorrisi, aprendo l'agenda per controllare eventuali compiti da svolgere. «Ma io ti molesto, poi ti brucio e dispargo le tue ceneri in una gabbia piena di leoni.»

«Non stai forse esagerando?» voltai lo sguardo verso di lei con la mano infilata dentro il piccolo libretto nero per tenere il segno. «Molestarlo forse non è la scelta giusta da prendere.» lei sbuffò.

«Vuole vedermi per chiarire la situazione e per spiegarmi il motivo del suo gesto.» sorrisi nel vedere l'espressione corrucciata sul suo volto e la vena che la rabbia scaturiva nel mezzo della fronte. «Ha detto che forse iniziare a sentirci non è stata la scelta migliore, per nessuno dei due.»

«Pezzo di merda.»

Mi voltai verso destra quando una chioma riccia mi comparve affianco. «Gli uomini sono solo pezzi di merda Parker, devi solo rassegnarti.» scossi la testa divertita. «E come mi ha detto una volta un saggio: "gli uomini fanno cose stupide a cui poi non sanno nemmeno dare spiegazioni" perciò non pensarci proprio a raggiungerlo in quel bar.»

Corrugai la fronte.

«Odio anche io Aiden Miller, ma perché non dovrebbe andare a sentire la sua versione dei fatti?» chiesi confusa.

«Perché ti rifilerà le solite stronzate di tutti gli uomini.» Alay annuì, cosciente. «Che sei simpatica, dolce, gentile e forse anche sexy ma che la vostra frequentazione non potrebbe mai arrivare ad una relazione concreta perché ti vede solo come un'amica.» sorrisi. «Tutte balle Parker, tutte delle grandissime stronzate.»

La campanella fischiò l'inizio dell'ora di matematica così salutai le due ragazze e camminai rapidamente per i corridoi nel tentativo di non arrivare troppo in ritardo, sperando solo che Theo mi avesse tenuto il posto in ultima fila.

Quando varcai la soglia della classe, rallentai nel vedere la cattedra ancora vuota e l'assenza della professoressa. Mi guardai attorno e poi sorrisi quando Carlisle, dal fondo della stanza, ammiccò nella mia direzione e indicò il banco libero al suo fianco.

Passai attraverso tutti i banchi già occupati finché non misi piede dietro la mia solita sedia, gettai il libro e l'agenda sopra il banco e nascosi il telefono nelle tasche dei pantaloni. Quando presi posto, subito un pezzo di carta ripiegato più volte si mostrò davanti al mio corpo.

Una farfalla. Una farfalla rossa.

Scossi la testa divertita da quel suo solito gesto, la presi con delicatezza tra le mani e poi spostai la mia attenzione sul biondino al mio fianco.

«Okay Theo, le adoro però non so più dove metterle.» feci per ridargliela indietro, ma lui si allontanò. «Non ho più il posto né in camera né nell'armadietto.» scrollò le spalle come se non fosse un problema suo quando era proprio lui che le rubava a Noah e me le regalava.

Per Sempre TuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora