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(REVISIONATO)

Mi guardai allo specchio meravigliata per quanto Eva mi avesse sistemato per quella serata.

Certo, sapevo come truccarmi e cosa valorare del mio fisico ma non succedeva spesso che indossassi vestitini corti o sistemassi i miei capelli biondi in ricci che non si potevano nemmeno definire tali a confronto con quelli della mia amica.

La chioma vaporosa ricadeva sulla mia schiena in modo disordinato mentre il mio corpo era fasciato dalla gonna nera che mi avevano fatto comprare giorni prima e da un top a tinta unita con le bretelline sottili dello stesso colore che avevo portato da casa. Il trucco non era esagerato - ero stata molto concisa su quello - perciò oltre ad un rossetto nude, il mio volto era caricato da un make-up semplice sulle palpebre dei miei occhi azzurri accesi.

«Che bel lavoro che ho fatto.» si elogiò da sola Eva, dando ancora più volume ai suoi capelli. «Mi sento onorata di averti reso una strafiga.» scossi la testa con un sorriso in volto. «Non che prima non lo fossi, eh.» le punsi il fianco, uscendo dalla camera con la borsa tra le mani.

Spostai la mia attenzione sulla figura di Brad a qualche metro che si chiuse la porta alle sue spalle e rimasi a guardarlo. Indossava una camicia azzurra infilata dentro un paio di pantaloni bianco panna, sostenuti da una cintura nera di una marca che avevo letto spesso in giro ma di cui non ne ricordavo il nome. Vidi il suo petto bronzeo perché finì in quel momento di allacciarsi i bottoni della camicia.

Gli sorrisi, accennando un complimento con lo sguardo. Lui ricambiò, squadrandomi da cima a fondo mentre lo aspettai avvicinarsi a me per scendere insieme le scale.

«Stasera voglio un ballo.» ridacchiai, iniziando a scendere le scale con la sua mano sulle spalle attento a non farmi cascare faccia all'avanti. «E avrai capito che sono molto testardo.» scrollai le spalle, appoggiandomi al divano per sistemarmi il laccetto dei tacchi.

«Io però non faccio ciò che non ho voglia di fare.» mi guardò con un sorrisino appena accennato prima di prendersi un bicchiere di vino bianco. «Si vedrà, può essere che a una certa ora nemmeno mi ricorderò il tuo nome.»

Avevo sempre avuto una sopportazione dell'alcol molto alta. Anche se alle feste non avevo mai partecipato, era una cosa che sapevo dal momento che non mi si era mai fuso il cervello. E bevevo, anche troppo spesso.

Quando fummo tutti pronti per uscire di casa, chiusi le vetrate e poi raggiunsi Noah e Brad sull'uscio del portone d'ingresso. Sorrisi ad entrambi, scendendo gli scalini e varcando la soglia del cancelletto bianco.

Alay ed Eva, davanti a tutti i ragazzi, si tenevano a braccetto e ridevano divertite per qualche loro commento. Wil e Mason parlottavano tra di loro animatamente, enfatizzando le loro parole con i gesti delle mani. Bryan si avvicinò a me, circondandomi le spalle nude con un braccio.

«Stasera signorina, cos'ha intenzione di fare?» lo guardai, alzando il mento per scorgere la sua espressione, mentre Theo mi affiancò dall'altra parte.

«Sicuramente tenervi alla larga.» Theo scosse la testa, offeso. «Cercherò pane per i miei denti da un'altra parte stasera.» la bocca di Bryan si appoggiò tra i miei capelli ormai asciutti e lo lasciai fare.

«Sei la nostra piccola mascotte.» alzai gli occhi al cielo. «A proposito, che ne hai fatto delle proposte delle cheerleader? Tutto in fumo?» ero stupita che se ne ricordasse.

«Tutte ignorate, ovviamente.» i due ragazzoni al mio fianco scoppiarono a ridere. «Ma la cosa a voi non dovrebbe interessare.» il biondino si voltò verso di me.

«Perché non ci provi? Non dovrebbe essere così male. Hai visto poi la bellezza della loro divisa?»

«Tu vedi la bellezza in quella divisa perché puoi guardare i culi delle ragazze senza che ti dicano nulla, io preferisco rimanere coperta.» avevo provato ad evitare di stuzzicarlo, ma era stato troppo forte il desiderio e la risata di Bryan mi fece capire di aver colto il significato nascosto delle sue parole.

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