(REVISIONATO)
I ALLYSON'S POV I
Boccheggiai davanti a quelle confessioni, ma non mi tirai indietro. Anzi...
Non avevo mentito poco prima. Nonostante il mio essere così tranquilla di fronte agli altri, da quando avevo iniziato ad allenarmi con Noah e avevo scoperto sensazioni che non riuscivo a comprendere i miei pensieri dirottavano su fronti che non mi sarei mai aspettata.
Lo sognavo la notte e lo immaginavo di giorno.
Quel pomeriggio, seduta sulle sue gambe e appoggiata con la schiena ai tasti del pianoforte, quella a rimanere senza maglia fui io. La sfilò senza nemmeno farmi accorgere della mia parziale nudità mentre le mie mani vagavano sui suoi muscoli flessi e ancora addolorati dallo stremante allenamento del coach Carter.
Le sue labbra si posarono su ogni centimetro di pelle lasciato scoperto, addentò persino il mio seno nonostante la coppa del reggiseno e io, per l'eccitazione, gettai la testa indietro.
«Non è giusto.» riuscii a borbottare in preda ai suoi gesti. «Ti ho svelato il mio segreto e tu non fai nulla per renderlo realtà.» in realtà non sapevo nemmeno io dove avessi trovato quei controcazzi per ammettere ciò che provavo in sua presenza.
Perché ovviamente io sapevo cosa girava nella mia testa ogni volta che quelle mani affondavano nella mia pelle e quelle labbra mi facevano rabbrividire, però ammetterlo ad alta voce e soprattutto al diretto interessato era tutt'altra cosa.
Non lo avevo mai fatto con nessun ragazzo. Nemmeno con quello con cui avevo perso la mia innocenza e la cosa mi spaventava così tanto.
Noah Mancini riusciva a tirare fuori da me tutte quelle qualità che io, spesso, avevo pensato di non avere. E la cosa, oltre a spaventarmi, mi faceva anche imbestialire da morire. Perché era stato lui a portarmi a quei livelli? Perché lui e non gli altri ragazzi.
Inutile dire che ero preoccupata per quello che ci avrebbe aspettato in futuro, non ero stupida. Lui avrebbe finito la Greendale, magari si sarebbe trasferito in un college o peggio ancora avrebbe fatto carriera nel mondo del lavoro, e a quel punto io che fine avrei fatto?
Ma nemmeno ci pensai in quel momento, quando le sue mani si posizionarono sulle mie cosce e premettero per sentire la mia pelle nonostante il tessuto rigido dei jeans che indossavo. In quel momento mi maledissi per aver scelto un capo così scomodo e non un pantalone della tuta.
Però fu proprio grazie a questo ragionamento che capii di essere fottuta.
Non che non lo avessi capito prima in realtà, ma confermarlo era una cosa ben più dura anche solo da pensare.
«Credi che non lo voglia?» provò ad allontanarsi. «È da capodanno che aspetto.» le sue mani mi aggrapparono e mi spostarono sui tasti del pianoforte, che compierono un rumore sordo.
«Io non ti capisco.» ammisi, tirandolo verso di me quando si alzò, sovrastandomi comunque con la sua stazza.
«Non voglio farlo qui, anche se l'idea non mi dispiacerebbe.» alzai gli occhi al cielo. «Sono troppo stanco ora e per questo sto mandando a 'fanculo il coach da quando sono entrato in questa stanza.» lo tirai verso di me, facendolo inserire nell'apertura delle mie gambe.
«E così non sono tutte fandonie le tue.» ragionai, ripensando a tutti i commenti spinti che si era lasciato sfuggire da quelle labbra morbide. «All'inizio avevo pensato che le dicessi solo per mettermi in imbarazzo.» per poco le sue dita arrivavano a toccare la mia intimità.
Eppure, malgrado capii che le cose non si sarebbero spinte oltre, lasciai che facesse tutto ciò che voleva con il mio corpo. Ormai era inutile negare il fatto che gli appartenessi, anche senza etichette di alcun tipo.
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Per Sempre Tua
Fiksi RemajaDISPONIBILE LA VERSIONE REVISIONATA, IN FASE DI SCRITTURA IL SEQUEL Cosa succede se due anime diverse si scontrano? Se si rincorrono, se si cercano e si desiderano dall'estremità dei piedi fino all'ultima punta dei capelli? Nessuno dei due era pron...