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(REVISIONATO)

Il natale era passato tranquillo, avevo ricevuto dei regali che non mi dispiacevano affatto e regalato qualcosa che i miei parenti avevano richiesto.

Tra una discoteca, una festa e un falò in spiaggia non avevo nemmeno avuto il tempo per comprare altri vestiti da portare a Miami o nuovi costumi da sfoggiare in quelle meravigliose baie dall'acqua cristallina. Ma, in compenso, Alay mi aveva tranquillizzato affermando di avere due valigie cariche di vestiti da immortalare nelle foto.

Abbassai gli occhiali da sole sulla punta del naso quando l'aereo prese forma davanti ai miei occhi chiari e i ragazzi iniziarono ad esultare contenti. Mi voltai verso Alay e le battei il cinque prima di essere sollevata da due braccia possenti.

«Si va a Miami, baby.» agganciai le mie mani attorno al collo di Theo quando lui perse per un secondo l'equilibrio nella foga di avermi preso in braccio. «Ce l'abbiamo fatta, il nostro piano si sta per realizzare.» scoppiai in una risata benefica e, quando il biondino mi mise giù, incrociai lo sguardo di Noah.

Seguì il suo amico su per le scale, dando una pacca sul collo a Bryan che lo fulminò con uno sguardo. Io e le due mie amiche ci facemmo un selfie nel quale si intravedeva nello sfondo il nome della compagnia aerea e poi cedemmo alle comodità del mezzo.

«Non ci credo Mancini.» mi portai una mano sulla fronte, osservando il ragazzo con la maglietta nera mentre lui si voltava sorpreso verso di me. «Chi c'è in quel posto?» indicai il sedile azzurro tra i nostri e poi mi voltai quando una signora anziana con uno stravagante berretto verde fluo mi picchiettò il suo indice sulla spalla.

«Signorina, quello è il mio posto.» indietreggiai per lasciarle il posto per posizionare correttamente il suo bagaglio e poi per sedersi al fianco del ragazzo che alzò gli occhi al cielo e si fece più vicino al finestrino.

Quando feci il mio ritorno dal bagno, quasi due ore dopo di volo, Noah fece alzare la signora per imitarmi. Lo vidi percorrere tutto il corridoio, fermandosi solo per una parolina vicino alla seduta del suo amico, e poi aprì la porta del piccolo bagno.

«È un bel ragazzo quello lì.» aprii il giornalino, fornito dalla compagnia, senza rispondere all'ovvietà detta dalla signora. «E anche tu sei una bella ragazza.» continuò, obbligandomi a sorriderle in segno di ringraziamento. «Siete una coppia vero?» scossi la testa.

«È fidanzato.» lei si guardò indietro, cercando con uno sguardo il giovane ragazzo per cui aveva fatto complimenti.

«E come mai viaggiate insieme verso lo stesso posto se non siete fidanzati?»

«Siamo con i nostri amici, sono tutti sparsi per l'aereo.» le indicai infatti Eva nella fila davanti alla nostra, ma opposta. «Andiamo a festeggiare capodanno a Miami.» lei annuì, poco convinta.

«Allora spero che l'hotel sbagli la sistemazione delle camere e vi metta insieme.» che problemi affliggevano quella signora? «Sa... io amo l'amore e due ragazzi come voi non possono fare altro che stare insieme.» scossi la testa.

«È fidanzato.» ripetei nuovamente con tono fermo e duro. «Non ho intenzione di mandare all'aria la mia dignità e senza dubbio non ho intenzione di rubare il ragazzo a nessuno.» la donna rimase in silenzio a quelle parole così ripresi a leggere finché Noah non si concretizzò al mio fianco.

Lo squadrai dal basso della mia seduta mentre lui apriva il petto, mettendo in mostra i suoi muscoli, probabilmente per sgranchirsi per altre tre ore di viaggio.

Tre ore lunghissime, per precisare.

Infatti quando finalmente misi piede davanti a quella meravigliosa villetta riva al mare, dopo essere sbucata fuori dal taxi, mi rilassai e poi rimasi affascinata dalla bellezza di ciò che avevo davanti. La porta in legno nera si aprì, mostrandoci il fascino di Brad Parker già in costume da bagno.

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