(REVISIONATO)
"Mi sono innamorata di te come quando ci si addormenta: piano piano poi... Profondamente."
(John Green)
Portai la tazza alle labbra, sorseggiando il latte caldo che mi ero preparata mentre guardavo la porta di quella piccola villetta aspettando che qualcuno la spalancasse ed entrasse con un spontaneo sorriso capace di farmi fremere anche gli occhi.
Era così bello sentirsi a casa in quel posto, dove tutto profumava di lui e il suo ricordo si frapponeva tra le misere decorazioni delle stanze.
Lì io mi sentivo a casa, anche se lui non era presente, perché lo era comunque per me.
Sorrisi, mi leccai le labbra per ripulirmi dai residui del latte e poi mi spostai dal mobile della cucina per tornare in camera. Feci il letto, sistemai i vestiti usati e gettati a terra dentro il cesto della lavanderia e feci il bucato. Pronta per vestirmi, aprendo lo scaffale dell'armadio della camera degli ospiti, rimasi con l'anta aperta e il sospiro incastrato tra le labbra.
Non era lui, altrimenti non avrebbe suonato.
Camminai lentamente verso l'entrata e mi stirai la maglietta arancione per nascondere le cosce nude, ricoperte da alcuni brividi leggeri quando un venticello entrò in casa dallo spalancamento della porta.
Corrugai la fronte e mi spostai per farle passare: Eva mi lasciò un bacio gentile sulla guancia e ammiccò maliziosamente mentre Alay in modo rigido varcò la grande stanza.
«Ho un diavolo per capello.» richiusi la porta e tornai a guardarla mentre si mangiucchiava le pellicine delle unghie con rapidità. «Cosa diavolo hanno per la testa? Fuliggine?» trattenni una risata per evitarmi un'occhiataccia.
«Puoi spiegarci di cosa stai parl...»
«Sei andata a letto con mio cugino?» lo sguardo della mora era indagatore, per nulla confortante in quel momento.
Chinai il volto verso il parquet e sentii le guance accaldarsi, mi imbarazzai così tanto che fu difficile non giocare con l'orlo del tessuto morbido arancione.
«Ahh.» urlò la riccia, avvinghiando il mio corpo con le sue braccia coperte da un maglione azzurro. «Sono così contenta.» scrollai le spalle, ricambiando l'abbraccio, poi mi allontanai quando vidi Alayna sedersi distrutta sopra lo schienale del divano.
«Non fraintendere, sono contenta anche io.» cercai di avvicinarmi a quella ragazza mora che si torturava da quando aveva messo piede dentro quella casa, ma lei si scansò e la cosa mi preoccupò. «Noah non è qui?» ma più che una domanda sembrava un'affermazione che le faceva vibrare lo sterno.
«No.» ammisi, voltandomi verso la camera. «Però ha lasciato un biglietto questa mattina mentre dormivo, diceva che aveva un impegno e non poteva ignorarlo.» sua cugina alzò la testa verso il soffitto e prese un respiro profondo. «Credo si fosse dimenticato di averlo.»
«E io credo di sapere dove sia e con chi sia.» arricciai il naso, spostando il mio sguardo su Eva che scrollò le spalle ancora più confusa della sottoscritta. «Diciamo che Wil non è buono a mantenere i segreti mentre parla nel sonno.» era una confessione divertente, se solo non fossi completamente turbata. «Vestiti, dobbiamo fare un salto alla tana del socio.» non feci parola sull'argomento quando mi mandò via con un gesto poco gentile, Eva mi seguì mentre percorrevo il piccolo corridoio per strapparmi dalla bocca dei dettagli della notte passata con Noah.
Indossai un jeans boyfriend chiaro, lasciai la maglietta arancione del morettino e poi mi pettinai i capelli cercando di dargli un verso. Mi lavai, mi spruzzai il profumo e poi ritornai con i piedi sul salotto pronta alla strana proposta della mia migliore amica.

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Per Sempre Tua
Teen FictionDISPONIBILE LA VERSIONE REVISIONATA, IN FASE DI SCRITTURA IL SEQUEL Cosa succede se due anime diverse si scontrano? Se si rincorrono, se si cercano e si desiderano dall'estremità dei piedi fino all'ultima punta dei capelli? Nessuno dei due era pron...