2. AZZURRO TURCHESE

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Finalmente l'ora di letteratura passò e come una scheggia corsi alla lezione successiva; non volevo vedere quella persona nei corridoi. Feci lo stesso anche per la lezione seguente. Il problema incorreva all'intervallo, infatti, corsi per i corridoi facendomi prendere per una pazza, per arrivare il prima possibile al mio armadietto.

A pochi metri da esso, vidi risaltare una chioma azzurra. Nessuno a scuola aveva i capelli colorati; tranne quella persona. Velocemente mi nascosi dietro un paio di ragazzi, che mi guardarono male, e aspettai che se ne andasse.   

Uscii dal mio nascondiglio quando la vidi sparire dietro l'angolo e notai che nell'armadietto di fianco al mio, rimasto sempre vuoto, avevano messo un lucchetto. Ero fregata. Andando contro l'impulso di sbattere la testa sull'armadietto fino a romperla, e misi i libri in ordine e prendendo quelli delle ore seguenti. Pensando alle materie, sentii un tocco sulla mia spalla, e urlai dallo spavento facendo cadere quello che avevo in mano. Mi girai terrorizzata, trovandomi davanti gli occhi castani di Josh, "Dio, Josh. Mi hai fatto prendere un colpo" avevo la mano sul cuore "sempre con la testa fra le nuvole? " mi alzai in punta di piedi prendendogli le guance tra le mie mani " stavo solo pensando alle materie successive" e gli diedi un piccolo bacio sulle labbra. Josh era il mio ragazzo, siamo sempre stati ottimi amici, non avevo mai pensato a lui in modo romantico, ma gli ho dato una possibilità; però sentivo qualcosa di sbagliato, lui non prendeva mai l'iniziativa e a volte quando ci abbracciavamo o baciavamo avrei voluto  allontanarlo.   

"Prendo i libri e poi andiamo in giardino. Qualcuno ci sta aspettando" mi staccai da lui, si passò una mano tra i capelli biondi " chi?" "vedrai" e chiusi l'armadietto. Mi prese la mano e camminammo per andare in giardino, uscendo dalla porta notai Aurora, la ragazza viziata del nostro anno, che ci passò di fianco osservandoci in modo schifato. Eravamo sempre state come cane e gatto, ma da quando mi ero messa con Josh mi odiava a morte.

"Ahhh!" da lontano sentimmo un urlo, ci guardammo preoccupati e poi vidi i capelli rossi di Tris. Doveva sempre attirare l'attenzione di tutti. "Josh!" e gli saltò addosso. Dietro di lei, si stava avvicinando il suo ragazzo Cesar, con il suo immancabile cappello nero. "Ehy Cesar" lo salutai, lui fece un cenno, non parlava molto, era un tipo silenzioso.  Ci spostammo sotto un albero, così potevamo parlare tranquillamente. 

Cesar era appoggiato al tronco e Tris era seduta tra le sue gambe mentre parlava con Josh, della sua vacanza.  Io ero seduta a gambe incrociate appoggiata allo zaino tra le mie gambe, e mi stavo guardando intorno. Mi misi seduta in modo diverso, indietreggiando, e notai dietro un angolo, un paio di occhiali da sole rotondi fissarmi. Mi bloccai spalancando gli occhi. La figura mi sorrise e mi fece segno di avvicinarmi. Cercai una via di fuga, ma ero fregata. Sospirai e mi alzai pulendomi i jeans, gli altri mi guardarono "dove vai?" chiese Josh "ehm, a sgranchirmi le gambe"  lui sollevò le spalle e continuò a parlare con Tris, che prima  guardò me  e poi Josh  sospirando. Presi lo zaino e andai tremante. 

Fissavo l'erba per terra sentendo il suo sguardo su di me, non riuscivo a reggerlo. Girai l'angolo e mi sentì spinta contro il muro, chiusi gli occhi, lasciando cadere lo zaino. "Apri gli occhi, Ragdoll" la sua voce era così soave, aprii gli occhi e un misto di emozioni si formarono nel mio stomaco "c-ciao Ashley" tremai, lei mi bloccava con le braccia vicino alla mia testa, i nostri visi erano così vicini che riuscivo a sentire il suo respiro "mi sei mancata, bambolina" soffiò al mio orecchio, iniziai a tremare, lei aveva uno strano effetto su di me. Non era cambiata molto in questi mesi, i suoi capelli erano leggermente più lunghi e non erano più blu ma azzurri,  per il resto era come me la ricordavo. "Allora Ragdoll? io ti sono mancata?" la sua voce mi riportò alla realtà. Cosa stavo facendo? la spinsi via, non guardandola negli occhi "sono fidanzata", lei si passò una mano tra i capelli turchesi, portando il ciuffo all'indietro e atteggiandosi "davvero? devono essere cambiate tante cose da quando me ne sono andata!" rise "ma sai ho l'impressione che tu sia la stessa, e dopo quello che è successo tra noi... Pensavo avresti capito" arrossì ripensando a quello a cui si riferiva  "è-è stata un'esperienza. Da quello, ho capito chi sono davvero!" alzò un sopracciglio. "non fare quella faccia. Tu non puoi sapere chi sono e cosa voglio." mi arrabbiai. Lei mi prese il volto con delicatezza, " quando fai quella faccia non posso resisterti sai?" divenne seria "Io non posso dirti chi sei o cosa vuoi ma ti conosco e ho visto la vera te quando rimanevamo da sole. Posso darti un consiglio: devi fregartene dell'opinione delle persone intorno a te, devi fare ciò che ti rende felice senza dare conto a nessuno, nemmeno ai tuoi genitori" restai a bocca aperta. Lei mi lasciò andare. "il colore dei tuoi occhi risalta di più quando sei vicino a me" e mi girò le spalle, andandosene fiera dentro il suo giubbotto di pelle e i suoi jeans neri.  Mi ero sbagliata,  lei è cambiata, ma i miei sentimenti no.

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