20. PASSIONE

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"Hai programmi per questo pomeriggio?" "non penso, perchè?" "perchè ... mi chiedevo se volessi aiutarmi a comprare un vestito" dissi imbarazzata "posso scegliertelo io?" "deve essere elegante non da discoteca" "rovini sempre tutto" si lamentò. "A cosa ti serve?" " venerdì i miei hanno in programma un evento e io sono costretta ad andarci" "quindi non ci sei alla festa?" disse delusa "non ho mai detto di no". Da lontano sentimmo la campanella "dai andiamo" la smossi "non ho voglia" sbuffai "dai che se no il prof Smith si arrabbia" "e allora?" "e poi non ricordi dobbiamo andare dal preside per la punizione" "un motivo in più per non andare". Mi liberai dalla sua presa e le rubai gli occhiali iniziando a correre verso la scuola "ehy!" urlò "se li vuoi vieni a prenderli" le sorrisi provocandola. Continuai a correre verso l'armadietto. Quando arrivai mi girai ma non la vidi, aprii il mio armadietto e presi i libri, quando lo richiusi la trovai appoggiata dietro sul suo che mi guardava. "ti piacciono molto i miei occhiali e le mie cose in generale" disse "mai quanto il proprietario" dissi senza pensare, tanto in giro eravamo solo noi. Ash rimase in silenzio, piano piano si avvicinò a me bloccandomi contro gli armadietti. "tu non hai idea della gravità delle tue parole eh? è meglio che impari a tacere. Ma adesso devi affrontare le conseguenze" mi spaventai, avevo detto qualcosa di male? era così seria. D'istinto chiusi gli occhi per paura di quello che poteva fare, ma con mi sorpresa appoggiò le labbra alle mie baciandomi. All'inizio fu un bacio casto poi diventò più passionale, le guance mi andavano a fuoco come  l'intero corpo, lei mi spingeva sempre di più contro gli armadietti. Mi staccai ansimando "e se qualcuno ci vedesse?", mi strinse la mano "vieni" mi trascinò per delle scale isolate e arrivammo nel piano terra, dove l'altro giorno avevamo parlato. Mi portò in un bagno "non è bello ma qui nessuno ci disturberà" chiuse la porta dietro di noi e riprendemmo a baciarci con più passione. Sentivo le sue mani percorrere la mia schiena fino ad arrivare al sedere, lì mi prese in braccio e mi appoggiò ad un lavandino "e se si rompe?" dissi senza fiato "fottitene" mi sposò i capelli dal collo e iniziò a succhiare e a mordere "perchè ogni volta deve finire con due che ci baciamo?" confessai, si spostò dal mio collo e la vidi in faccia, aveva le labbra ancora più rosse a causa dei baci, "perchè ti dispiace? so che avevi detto di andare piano ma..." ritornò a leccare il mio collo e sentì il freddo del piercing e con le mani mi strinse il sedere, tremai per l'eccitazione "oh fanculo, l'aspettare" dissi convinta per poi prendere il suo viso e baciarla. "Adoro quando fai la ribelle" disse tra un bacio e l'altro, mi avvicinò ancora di più a lei, anche se ogni centimetro del nostro corpo si toccava "però non voglio farlo in un bagno a scuola" ci pensai e l'allontanai "e tu mi lasci così?" si lamentò Ash "hai aspettato mesi, qualche ora non è niente" "qualche ora?" chiese confusa "beh se hai ancora voglia dopo che ho preso il vestito potremmo fare qualcosa a casa tua?" cercai di essere sensuale "nonostante tu mi ecciti a morte, quando fai così non sei per niente credibile" mi soffiò in faccia. "In ogni caso la tua proposta non è niente male" mi strizzò ancora il sedere, guardandomi "da quando fai la prima mossa?" le sorrisi e la spinsi, scesi dal lavandino e la guardai "adesso che facciamo? non possiamo andare in classe" alzò le spalle e tirò fuori il pacchetto di sigarette porgendomelo "ti va?" ero combattuta "come ti ho già detto qui non viene nessuno e poi la finestra e aperta" la indicò con il mento. Presi il pacchetto scettica e ne tirai fuori una, poi lo ripassai ad Ash. Prese una sigaretta per lei, se la mise tra le labbra e la accese poi passò a me l'accendino. 

La guardai fumare, era così attraente e ogni volta che ci pensavo mi tremavano le gambe. Solo con lei provavo questi sentimenti. 

Passammo il tempo rimanente a discutere sull'abito che avrei dovuto indossare. Poco prima che suonasse la campanella ritornammo al corridoio principale, stavamo ritornando ai nostri armadietti quando una voce ci sorprese "vi stavo cercando signorine" ci girammo e trovammo il preside che ci osservava severo: eravamo nei guai, forse sapeva quello che avevamo fatto.

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