29. TUTTO IN FRANTUMI

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Entrai in casa e mi fermai davanti alle scale ad aspettare mia madre che dopo poco entrò sbattendo la porta "lo sapevo! Quella tua amica, ti porterà su una brutta strada! Ti proibisco di vederla ancora. Da quando, vai alle feste e ritorni tardi? Anzi, non ritorni affatto? Da oggi tu non esci più di casa, e per controllarti meglio, ti veniamo personalmente a prendere noi, così evitiamo incidenti" mi immobilizzai, non sapevo più cosa fare o cosa rispondere. Mi limitai a fissarla "vi ho detto che andavo ad una festa o eri troppo presa da te stessa per accorgerti di me?" mia madre mi fissò impassibile, ero stanca di fare tutto quello che mi diceva, di ubbidire ad ogni singola parola e stare zitta; volevo far valere i miei pensieri. "non ti permettere di rispondere così a tua madre" disse, si girò ma dopo pochi passi ritornò alla carica "ieri ci ha chiamato il preside, ci ha avvisato della tua punizione, aspettati conseguenze peggiori del solito" mi fissò con odio, la guardai trattenendo le lacrime e andai di sopra. Avevo bisogno di schiarirmi le idee sotto l'acqua ghiacciata.

Togliendomi il vestito e osservandomi allo specchio, notai tutti gli altri succhiotti che mi aveva lasciato Ash, non sapeva darsi un contegno. Sorrisi tra le lacrime, sapevo che aveva ragione, non avevo commesso un crimine, ma era più complicato di come  sembrasse.
Odiavo quando mia madre mi guardava in quel modo, come se volesse che non fossi sua figlia. Non volevo miei genitori mi odiassero solo perchè sono fatto in un modo diverso da quello che volevano.
Ma al tempo stesso ero stanca di scappare da me stessa, di nascondermi dai miei problemi; volevo urlare al mondo che amavo Ash, fregandomene del pensiero degli altri, ma la paura di perdere i miei genitori era molta.

Finii di lavarmi; la doccia non mi aveva aiutato a riordinare i pensieri, al contrario li aveva aggrovigliati ancora di più.

Passai il weekend a studiare nonostante il mal di testa. I miei genitori sparirono senza dirmi nulla. Non li vidi neanche durante i pasti. Non mi stupivo più ormai; anche se ero ancora minorenne mi lasciavano a casa da sola, molto spesso.

Lunedì arrivò in fretta, e come al solito io e Tris ci ritrovammo fuori da scuola, io avevo indossato la giacca di Ash per coprire il più possibile i segni sul collo, ma quello sulla mandibola era ben visibile, a casa non avevo qualcosa che potesse coprirlo e Tris lo vide subito riempiendomi di domande ma restai sul vago. Continuò a farmi l'interrogatorio finché non ci dividemmo per andare a lezione.

Non avevo ancora visto Ash, sperai non avesse saltato, altrimenti sarei stata da sola in punizione. Entrai nella classe di letteratura "buongiorno" "buongiorno Viola. Come vanno le lezioni con Ashley?" "eh? ehm bene, non abbiamo fatto molto, ma mi sono assicurata che quello che le ho spiegato le sia rimasto in mente" mi sorrise "sapevo che affidartela sarebbe stato perfetto. Sai Ashley, non è una ragazza stupida, i miei colleghi sono frustrati a causa sua ma io penso che abbia solo un modo diverso di imparare le cose rispetto agli altri. Non ti nascondo che non ho ancora capito che tipo persona è, sembra sempre in contraddizione con se stessa" sospirai "lo so bene. Ash può sembrare una cattiva persona, di quelle che ti portano in un angolo buio della strada, ma conoscendola meglio è migliore della maggior parte degli studenti in questa scuola. Il fatto di essere stata in prigione non definisce il suo essere" mi sorrise ancora "sembra che tu la conosca molto bene" sorrisi pensando a lei e annuii, andai al mio posto aspettando l'inizio della lezione.

Era passato un quarto d'ora e di Ash neanche l'ombra, continuavo a fissare il suo banco e la porta. Volevo scusarmi con lei, avevamo avuto quella piccola discussione per niente. Non volevo arrabbiarmi con lei, volevo sentirla per telefono ma avevo scordato ancora una volta di chiederle il numero. Posso essere più idiota di così? Siamo letteralmente fidanzate e non ho ancora il suo numero, così come lei non ha il mio.

La porta si spalancò "alla buon ora Ashley" lei si passò una mano tra i capelli "la mia moto non partiva, oggi non è giornata" il prof la fissò per un attimo "adesso vai a sederti, come punizione mi devi portare un testo dove parli del motore di una moto" Ash lo guardò storto "lei si intende di moto?" non le dava fastidio dover scrivere un tema? "anche io ho i miei interessi, adesso siediti" senza farselo ripetere attraversò la classe sedendosi. Sembrava molto arrabbiata, volevo parlarle ma non sapevo se era il momento giusto "Ash, io vorrei scusarmi..."provai "Viola, starei cercando di ascoltare, sta zitta" l'aveva detto con tono rabbioso, mi sentii ferita e mi feci piccola contro il muro, evitando di darle fastidio, mi aveva anche chiamato per nome.

Appena finita la lezione, mi alzai di fretta ignorando Ash come lei stava faceva con me. Non capivo questo suo comportamento, e io che credevo non mi avrebbe lasciata. Trattenni le lacrime, realizzando che l'unica cosa che voleva da me, l'aveva ottenuta.

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