15. CASA

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Finimmo il pranzo "allora cosa ne pensi del sushi? ti avverto se dici qualcosa di negativo ti lascio qua" risi, non facevo altro che ridere con lei "fortunatamente per me, è buono" alzò un sopracciglio delusa "solo buono?" sorrisi "gli aggettivi più forti li tengo per un altra cosa, o persona" ammiccai, lei mi guardò e scoppiò a ridere "scusa, ma quello era un tentativo pessimo per flirtare" mi offesi. Lei si alzò e venne di fianco a me prendendomi il viso "non fare quella faccia, se il sushi ti è sembrato buono chissà cosa penseresti di qualcos'altro" "cosa?" "questo" e mi baciò. Si stacco subito "è così che si fa. Impara dalla migliore" sorrisi e scossi la testa, era abbastanza pessimo come flirt. Mi alzai anch'io, eravamo lì da parecchio tempo. Ci dirigemmo alla cassa e Ash tirò fuori i soldi, io le passai i miei ma li ignorò "ehy!?" "pago io, sono io che ti ho invitato" "solo per questa volta", era inutile provare a farle cambiarle idea, chissà che segno è. Uscimmo dal ristorante e chiesi improvvisamente "che segno sei?" si girò "toro" "sospettavo. Adesso capisco molte cose" fece una faccia confusa "non pensavo che credessi in certe cose" "non è che ci credo, è che penso che molte volte il segno zodiacale, rappresenti il carattere di una persona" mi mise il casco "e tu che segno sei " "cancro, e sono il classico esempio di come a volte i segni non c'entrino niente con il carattere".  Salimmo sulla moto "ti porto a casa?" ci pensai su, non volevo restare da sola ma non volevo neanche obbligarla a stare con me "allora?" mi strinsi a lei come una bambina "a casa mi sento sola, i miei non ci sono... ma non voglio neanche obbligarti a stare con me tutto il giorno" "ok. Ho capito" e partì senza dirmi niente.

Quando scesi dalla moto, mi ritrovai davanti dei palazzoni di cemento "dove siamo?" mi sorrise "seguimi e vedrai" "spero tu non voglia ammazzarmi" scherzai. La seguì per le scale, passammo un paio di piani e poi si fermò davanti una porta di legno. Tirò fuori dalla tasca un paio di chiavi e mi aprì la porta "Benvenuta a casa mia Ragdoll" restai sbalordita mentre entrai "casa tua? i tuoi genitori?" la vidi rabbuiarsi " argomento difficile?"  annuì, lei chiuse la porta e mi condusse nel salotto. La casa era abbastanza piccola cucina e salotto erano comunicanti e vedevo solo altre due porte, sicuramente il bagno e la camera. L'arredamento non era molto curato e i colori scuri predominavano. "appoggia le tue cose dove vuoi" lei buttò il suo giubbotto e lo zaino sul piccolo divano in tessuto nero e allora la seguì. "vuoi che ci portiamo avanti con letteratura?" lei sbuffò "rilassati un attimo, non pensare sempre alla scuola. Ti prendi mai un attimo per te?" ci pensai su "fare la doccia non vale" "allora no. I mie genitori vogliono che io abbia i voti più alti di tutti, e studiare mi porta via molto tempo" "allora oggi, ci dedichiamo a non fare niente, ci sdraiamo e ci rilassiamo. Poi già che siamo sdraiate possiamo pensare anche a fare qualcosa di più movimentato" disse maliziosa, le lancia un cuscino del divano "ma pensi solo al sesso?" lei alzò le mani, "l'hai detto tu, non io" fece un sorrisetto, io alzai gli occhi al cielo.

"dai vieni" mi fece cenno, e mi portò in camera da letto. Era una stanza abbastanza grande visto che ci entrava un letto a mezza piazza e con mia grande sorpresa le pareti erano bianche, il resto era completamente nero. Le pareti erano coperte di poster di band metal e alcune foto, con lei e altre ragazze e ragazzi. Non era male, era carina. Si tolse le scarpe e le buttò in un angolo poi si buttò sul letto. La seguì, mettendomi vicino a lei, non riuscivo a starle lontana. Combattere contro questi sentimenti ormai non aveva senso.  Era sdraiata a pancia in su e io ero appoggiata al suo petto a pancia in giù, con la mano lei mi accarezzava la testa "per quanto tempo non ci saranno i tuoi a casa?" " una settimana, ma conoscendoli potrebbero tornare anche sta sera. Comunque mi dovrebbero chiamare. Perchè questa domanda?" "volevo proporti di restare anche per la notte, non sei l'unica che si sente sola".  Mi alzai con il busto per avere una visuale migliore della sua faccia "e tu me lo chiedi così? Ma certo che resto a farti compagnia, l'unico problema potrebbero essere i vestiti" mi feci pensierosa "guarda che non vado in giro nuda, puoi prendere anche i miei" le diedi un bacio a stampo, ormai avevo preso l'abitudine e mi rimisi comoda sul suo petto "sei morbida come un cuscino" la sentì sbuffare, ma non disse niente e riprese ad accarezzarmi i capelli mentre guardava il soffitto.

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