~ 13) Sorry, not sorry ~

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Un'amica.

Quando entrai per la prima volta nella lega dei villain, pensavo davvero che noi due potessimo essere amici.

L'avevo capito dal primo momento in cui ti avevo vista, quando in mezzo a tutti quegli individui dall'animo sporco ma da ideali ferrei, tu eri l'unica a sorridere.
Mi guardavi entusiasta nell'avere un nuovo compagno, forse stanca del fatto che nella lega non si potesse parlare di amicizia speranzosa che io potessi essere ciò di ci avevi bisogno.

L'avevo capito quando, dopo l'annuncio del mio arrivo, tutti mi avevano degnato a malapena di uno sguardo mentre tu, con il tuo fare da bambina, ti eri subito avvicinata cominciando a parlare a raffica. Mi avevi scombussolato la testa in un nano secondo, preoccupandoti appena di come rispondessi alle tue domande o se rispondessi a tutte.

L'avevo capito quando, dopo un giorno di conoscenza, mi avevi invitato ad uno dei tuoi sfoghi, senza spiegarmi in cosa consistevano. Mi ero seduto in un angolo aspettando che facessi quello che dovevi fare e nel momento stesso in cui ti vidi afferrare il coltellino appeso alla tua cintura, ti avevo pitturato come una forte, mentre quel coltello volteggiava da parte a parte già mi ero fatto un'idea salda su di te, e credimi quando ti dico che era positiva.

L'avevo capito da subito, e quella mia intuizione si era rafforzata nel tempo, quell'amicizia era nata e credevo che nulla sarebbe riuscito a scalfirla.

Mi sbagliavo.

Forse è colpa mia, del mio essere, forse era vero quando mettevi in discussione il fatto che fossi un villain, forse avrei dovuto soffocare i sentimenti che crescevano dentro di me dal principio.
Se l'avessi fatto, forse non sarebbe andata in questo modo.
Ma il passato non si può cambiare, è una cicatrice indelebile che marcherà la pelle per sempre, e anche se si cerca di coprirlo, curarlo, non cambierà mai, resterà tale per sempre.
Quello che si può fare è andare avanti, migliorare nel presente, scrivere un buon futuro, usare il passato come pedana d'inizio per ciò che verrà poi.

Ma ho paura di aver sbagliato anche in questo.
E non so perché "scusa" è tutto ciò che riesco a dire, non so perché mi senta in dovere di fare delle scuse.
Mi sento patetico, più del solito.

Sai forse è vero, forse mi sono abbassato ai livelli degli hero...

_

Un boato ruppe l'aria, portandomi a tapparmi le orecchie con le mani e a stringere gli occhi. Sentivo i timpani sanguinare e le unghie quasi graffiarmi il capo tanto cercavo di proteggermi da quel suono assordante.
Dopo che riaprii gli occhi, la realtà mi sembrò ancora peggiore di quanto già non lo fosse.

Toga sapeva.

Sapeva bene che in quella pattuglia ci sarebbe stata lei, sapeva quale agenzia l'avesse presa come tirocinante, sapeva di avermi legato le mani. Non aveva di certo scartato tutti i sospetti che si era fatta, l'aveva seguita per chissà quanto tempo, forse ancora prima di lavorare strettamente per Chisaki, aveva aspettato il momento giusto e poi aveva agito.
Questa era davvero la mia prova finale.
Toga sapeva di avermi messo davanti ad una scelta ben più grande di me: scegliere fra la lega e Uraraka.
Ero totalmente pietrificato, non sapevo da che parte guardare, cosa fare, in più già immaginavo come Toga potesse godere di quella situazione.
Mi mossi nel momento esatto in cui vidi l'enorme coda di Ryukyu scaraventarsi su di noi, la schivai appena in tempo buttandomi di lato.
Mi rialzai a fatica riprendendo a correre con la massa, cercando Toga tra la folla che ora si era intensificata. Prima c'eravamo solo io, Toga e i villain della rapina, ma con l'arrivo degli hero erano saltati fuori altri criminali che avevano terrorizzato le persone nei paraggi portandole a correre insieme a noi.
Era venuto fuori un bel macello, faticavo io ad orientarmi, figuriamoci gli hero lì presenti.
Pensai fosse il momento giusto per andarsene, sfruttando il caos del momento avremmo potuto filarcela senza dare nell'occhio.

~How can you love me?~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora