Tutti abbiamo dei sogni.
C'è chi si porta gli stessi appresso da quando era bambino, chi li coltiva col passare del tempo, chi pensa di non averne ma in fondo li ha. Tutti coltiviamo dei sogni, anche quando non vogliamo ammetterlo.
È normale sognare ad occhi aperti di poter fare qualunque cosa si voglia, che sia diventare famosi o pieni di soldi, o semplicemente vivere per sempre con le persone che si ama.
Questa è una di quelle storie che parla di sogni, di come questi cambino nel tempo e di come possano addirittura cambiare una persona.Ma questa storia, a differenza di quelle raccontate fin'ora, ha un triste finale.
Ho sempre creduto di non avere un posto nel crudele mondo che ci ospita tutti. Più mi guardavo intorno, più notavo come le persone che mi circondavano sapevano esattamente quello che volevano e quale fosse il loro scopo nella vita. Questo non faceva altro che accrescere la grande macchia di petrolio alimentata da sconfitte e delusioni, una brutta compagna che invece credevo fosse la soluzione ai miei problemi. Più diventava grande, più la mia vista si offuscava e presto sono venuto a patti con la triste realtà che se lei avesse continuato a esistere in me io non avrei più rivisto i miei colori.
È difficile capire che quella macchia nera, quella voce che di conseguenza ti entra in testa e non ti lascia respirare, è così grande perché deve coprire il telo dell'evidenza.
Tutti crediamo di avere un destino da compiere, ma se aspettiamo che questo si manifesti a noi, moriremo solo nell'attesa. Per sopravvivere in questo mondo di soprusi, violenza, dolore e inganni dobbiamo scegliere noi il nostro destino e costruirlo attraversandolo. Non preoccupatevi, faccio fatica ancora oggi a capire se ci sia davvero un destino là fuori ad aspettarmi o se siano tutte solo stronzate raccontate a chi possiede un cuore debole.Ho avuto modo di pensarci, mentre mi trovavo in riformatorio, e mi ero convinto di aver fregato il mio destino scappando e lottando contro il mondo a cui mi aveva affidato. Mi sono accorto solo dopo di esserne stato pedinato per tutto questo tempo.
Alla fine è stato lui a fregare me.
Non ho ancora riavuto la mia libertà, ma credo di non averla mai assaporata. Tormentato dal passato, dalla voce, dal destino, dal futuro, credo di non aver mai avuto tanta paura in tutta la mia vita. Stain aveva ragione, questo è un mondo merdosamente corrotto e io ci sono finito dentro in un modo alquanto stupido.
Pazienza.
Non mi resta che sperare che la paura passi e di aver preso la scelta giusta questa volta.Suonano strane queste parole dette da me, non è vero?
Come se ci fosse qualcun altro a scriverle al posto mio, convinto di essere entrato nei meandri della mia mente e di averci trovato dentro tutta questa roba.
Beh, mi consola il fatto che Eri stia bene e abbia trovato il modo di sorridere, mettendo in punizione le ombre del suo passato pronta ad affrontarle un giorno.Questa, purtroppo, è una storia di sogni, ma anche di eroi.
Questa è una storia di ferite e cicatrici e di come sia meglio lasciarle guarire da sole.
Questa è una storia di ripensamenti e rammarichi, ma chi non nè possiede uno forse non è umano.
Questa è una storia d'amore, anche se si rischia più di fuggirgli che di avvicinarglisi.
Questa è una storia di colori, perché è ciò che mi aspetta là fuori, una volta che avrò trovato la mia libertà.Questa è la storia di come sono diventato Deku.
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~How can you love me?~
RomanceDal testo: "> > > > > > Tolsi delicatamente il braccio che Uraraka stava fasciando e feci per alzarmi, ma lei mi bloccò. Prese la mia mano con la sua e la vidi guardare per terra come spesso faceva quando era turbata, cercando di trattenere le lacri...