~11) Shie Hassaikay~

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Era da quella mattina che aspettavo in fremente attesa di sapere come sarebbe andato l'incontro tra Tomura e Chisaki. Non riuscivo a pensare a nient'altro, quella sera avrei saputo quale sarebbe stato il destino della lega. Ero preoccupato: non volevo avere nulla a che fare con la setta mafiosa di Chisaki, sapevo che quelle persone non seguivano neanche lontanamente i principi di Stain e la cosa non mi andava per nulla a genio. Inoltre non bisognava dare per scontato come avrebbe trattato tutti noi, se come alleati o bambole di pezza da usare a suo piacimento. Avrei poi dovuto prendere misure drastiche nel caso Overoul avesse imposto il suo potere su di noi. Per prima cosa avrei dovuto lasciare casa mia, trasferirmi con gli altri nel magazzino, allontanarmi da mia madre.

E non avrei nemmeno più potuto vedere Uraraka.

Già quella sera mi ero ripromesso che non sarei andato a trovarla, dovevo cominciare a staccarmi da lei il prima possibile, anche se sapevo che ne avrei sofferto. Mi stavo affezionando fin troppo a quella ragazza, anche a causa di tutti quei sentimenti che sentivo riempirmi il petto quando le stavo accanto. Non facevo altro che ripensare a quel piccolo bacio. Avevo avuto fegato, questo era certo, ma forse mi ero lasciato andare un po' troppo. Certo, stiamo parlando di un semplice bacio sulla guancia, ma cavoli se non mi aveva fatto sentire le farfalle nello stomaco.

Quel giorno ero andato a scuola.
Ero resistito fino alla sesta ora senza la voglia di prendere a pugni qualcuno, ero in un qualche modo fiero del mio autocontrollo. Quel liceo statale mi annoiava, tutti i miei coetanei mi annoiavano, le lezioni pallose e i professori amichevoli mi davano la nausea, ma sprecare una giornata senza sapere cosa fare o dove andare non mi stuzzicava molto. E poi almeno potevo continuare con le mie ricerche su Mirio Togata, seduto in un posto isolato durante le varie pause, senza la preoccupazione di mia madre che riprendesse con le sue domande. Tanto nessuno osava avvicinarsi al ragazzo strambo senza quirk.
Ero riuscito ad accedere ai file della Yuuei e non mi era risultato poi così difficile curiosare fra le cartelle di qualche anno prima, nessuno se ne sarebbe mai accorto, presi tutti com'erano dai fatti accaduti durante l'anno alla 1A. Quella classe brillava di luce propria facendo rodere d'invidia anche gli studenti più esperti. Era bastato qualche incontro con la nostra lega, la presenza di Kacchan e il gioco era fatto, gli avvenimenti che avevano scosso l'equilibrio di quella classe erano sulla bocca di tutti.
Dovevo ammettere che la cosa non mi dava poi troppo fastidio, oltre al fatto che la lega dei villain era stata messa in secondo piano, e quindi potevamo muoverci come volevamo, l'idea di scombussolare le testoline di quei ragazzini mi divertiva molto.
Il tintinnio del computer, che segnava il completamento di una scansione, mi riportò nel presente, sotto l'albero dove stavo facendo le mie ricerche.
Il file aveva appena finito di scaricarsi e non ci pensai due volte ad aprirlo.

<<Mirio Togata, età, gruppo sanguigno, altezza, data di nascita..."il giovane Togata è riuscito ad ottenere il titolo di studente migliore in tutto il Giappone agli inizi del secondo anno alla Yuuei ed è persino considerato il candidato perfetto come futuro eroe n° 1"...revisione, bla bla bla, comportamento, bla bla bla, andatura scolastica, bla bla bla...>>

Di tutte le informazioni occupanti le prime decine di facciate di quella lunghissima cartella, ben poche alla fine potevano risultarmi effettivamente utili. Oltre all'eccellenza che l'erede di All Might sembrava dimostrare, ero venuto a conoscenza del suo tirocinio presso l'agenzia di Nighteye, il cui nome mi era molto familiare, ma questa cosa già la sapevo. Prima che potessi riprendere con i file riguardanti il suo quirk, la campanella di inizio lezioni suonò stridendo anche in giardino, facendomi sonoramente sbuffare.
Dopo aver pensato a cosa fare, decisi che la mia giornata scolastica poteva anche dirsi conclusa, sebbene mancassero tre o quattro ore prima della fine delle lezioni. Presi così la mia cartella, vi misi dentro il computer e il mio inseparabile quaderno e rientrai a scuola, dirigendomi però verso l'uscita.
Anche i bidelli, che dall'inizio dell'anno scolastico avevano capito che tipo di ragazzo fossi, non si stupirono nel vedermi andare via e non tentarono neanche di rimandarmi in classe.

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