Guardai come pietrificato il corpo stravolto di Mirio Togata giacere al suolo, inondato di polvere, sudore e sangue. Il suo petto si alzava ed abbassava lentamente, quasi come se ogni sospiro fosse troppo doloroso da fare, come se i suoi polmoni potessero cedere da un momento all'altro. Aveva gli occhi socchiusi e con lo sguardo era concentrato su un punto lontano, troppo lontano perché potessi vederlo anche io.
Alla fine avevano mandato avanti solo lui.
Non c'era nessun altro hero lì nei paraggi, nessuno che stesse curando le ferite di Mirio Togata, nessuno che si fosse chiesto chi fosse quella bambina dalla chioma albina e lo sguardo perso al suo fianco e perché si trovasse lì nel bel mezzo di quel casino. Che fine avevano fatto gli altri eroi e la polizia? Erano forse nelle stesse condizioni di Mirio Togata?
<<Eri...>>
Un sussurro uscì da quelle sottili labbra crespe, che arrivò a mala pena alle mie orecchie, un sussurro lontano che mi fece cadere istintivamente l'occhio sulla bambina terrorizzata che mi ritrovavo davanti.
<<...portala via...fallo subito...>>
Non ero sicuro che le sue parole fossero proprio indirizzate a me, Deku, membro della lega dei villain, il ragazzo dalla folta chioma verde e il braccio rotto che aveva incrociato tempo prima insieme a Chisaki. Pensai che mi avesse scambiato per qualcun altro, magari una delle tante persone del suo gruppo che lo avevano in qualche modo trovato. Ma ogni mia ipotesi crollò quando incrociai i suoi doloranti occhi azzurri che mi guardavano con decisione, nonostante la fatica, gli ansimi e il bruciore delle ferite.
Stava guardando me, non un'illusione che la sua testa aveva creato a causa delle sue condizioni, guardava me perché era a me che si era rivolto.
Con una fatica immensa Mirio Togata tentò di alzarsi o per lo meno di mettersi a sedere, aiutandosi con un braccio a girarsi da un lato, ma le ferite gli furono d'intralcio e ricadde supino nella stessa posizione in cui lo avevo trovato, più ansimante di prima.
Lo guardavo fermo immobile, senza una particolare espressione sul viso, lo guardavo inerme, come se al posto suo avessi avuto davanti agli occhi un topo spiaccicato in una di quelle trappole mortali che lo attirano al suo interno per poi spezzargli il collo con uno scatto secco. E più lo guardavo, più lui mi sembrava lontano, distante dalla realtà, come se non fosse veramente lì. Non sapevo cosa lo avesse ridotto in quello stato, non sapevo perché ci fosse Eri lì con lui, non sapevo perché quella bambina si trovasse lì, cosa avesse a che fare con Chisaki. Non sapevo cosa stava succedendo a Twice e Toga, non sapevo dove erano Eraser Head e gli altri hero, non sapevo dove fosse lo stesso Chisaki o gli altri numerosi membri della sua setta mafiosa. Non sapevo tante cose, perché ero stato gettato in quella situazione senza che mi venisse spiegato nulla, senza che nessuno mi guidasse in quella pericolosa missione. E, per come sono fatto io, avrei dovuto perdermi in mille ragionamenti tanto da dimenticarmi di tutto, avrei dovuto iniziare a fare delle domande a Mirio Togata, tanto da impappolarmi il cervello e magari svenire. Ma un solo pensiero mi frullava nella testa, una sola vocina mi diceva la stessa cosa.E se lo lasciassi qui a morire?
Pensateci un attimo: Mirio Togata, studente del terzo anno alla Yuuei, successore di All Might, ex simbolo della pace nonché eroe numero uno, acerrima nemesi della lega e di tutti i villain presenti nel Giappone, la persona che io odio più di qualsiasi altra cosa al mondo, ora era lì, disteso davanti a me, probabilmente non molto lontano dalla morte. Sarebbe stato perfetto, avrei avuto l'occasione di finirlo una volta per tutte, eliminare il marcio alla radice, dire addio a tutto quello che era rimasto dell'eredità di All Might.
Non c'era nessuno lì che avrebbe potuto fermarmi, nessuno che avrebbe potuto salvarlo e nemmeno lui sarebbe riuscito ad opporre resistenza, conciato com'era.Era semplicemente perfetto.
E mentre contemplavo l'opportunità che mi ritrovavo davanti, le mie gambe si mossero, avvicinandosi alla parete sfracellata di quel lungo corridoio, un braccio si allungò verso il pavimento, la mano afferrò un blocco di cemento, mentre il mio sguardo era fisso sulla figura di Mirio Togata e non la perdeva di vista un solo istante. Un passo dopo l'altro, puntavo dritto al ragazzo, il residuo della parete stretta al petto e gli occhi puntati su di lui. Aiutandomi anche con il braccio fasciato, che in quel momento non faceva per niente male, forse a causa dell'adrenalina che mi scorreva nelle vene, portai il pezzo di cemento sopra il mio capo, stringendolo forte.
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~How can you love me?~
RomanceDal testo: "> > > > > > Tolsi delicatamente il braccio che Uraraka stava fasciando e feci per alzarmi, ma lei mi bloccò. Prese la mia mano con la sua e la vidi guardare per terra come spesso faceva quando era turbata, cercando di trattenere le lacri...