<<Izuku?>>
La voce di mia madre mi bloccò il respiro in gola.
Allentai la presa che avevo sulla maniglia della porta di ingresso e sospirai al solo pensiero di dovermi subire uno dei suoi soliti interrogatori.<<Izuku, dove stai andando?>>
La sua voce era flebile, calma, ma piena di preoccupazione, la voce tipica di una madre apprensiva e preoccupata.
<<Vado dai miei amici, mamma>> cercai di rispondere calmo, anche se l'agitazione dentro di me cominciava a salirmi nel petto.
Non potevo fare tardi, mi avrebbero lasciato indietro, non si sarebbero presi la briga di aspettarmi prima di partire.
Mia madre, però, non sembrava voler demordere.
<<Perchè non me li presenti uno di questi giorni, eh? Puoi anche invitarli qui in casa, sai che a me fa solo piacere>><<Non...siamo in tanti, mamma, e loro preferiscono andare in giro invece che rimanere chiusi in una casa come la nostra>>
Mi girai appena, guardando la sua figura con la coda dell'occhio.
Aveva uno straccio tra le mani, gli occhi erano pieni di preoccupazione e le labbra tremavano appena.
Mi dispiaceva vederla così, ma mi stava facendo perdere del tempo prezioso, non potevo assolutamente tardare.<<P-perchè non mangi prima qualcosa qui in casa, posso prepararti quello che vuoi, sai che a me fa tanto piacere se tu->>
<<DIAMINE, MA NON LO CAPISCI CHE DEVO ANDARE?!>> sbottai all'improvviso, guardandola con rabbia, gli occhi verdi che la fissavano come proiettili e i denti digrignati, come un predatore che cerca di difendersi, pronto ad attaccare.
Lei sobbalzò a quella mia improvvisa reazione, guardandomi negli occhi e stringendo lo straccio che aveva in mano contro il petto, mentre piccole lacrime cominciavano ad apparire sul suo volto.
Lo sapevo ormai da tempo, da quella sera che tornai a casa tardi arrabbiato come non mai e mi misi a ribaltare il divano, buttando a terra anche la televisione.Mia madre aveva paura di me.
Probabilmente non sapeva nemmeno più chi fossi, io così lontano dal bambino che faceva correre per casa e ridere a crepapelle.
Mi faceva male vederla così, perché non era lei quella che si meritava le mie sfuriate e la mia ira.
Pensai di avvicinarmi e abbracciarla, ma non mi sembrò il caso, non avevo tempo per scusarmi come ero solito fare.<<Mi...mi dispiace>> borbottai guardandola appena, per poi aprire la porta <<Non è colpa tua ma...devo andare>>
Sentii la sua voce chiamarmi un'ultima volta, ma non mi voltai, cominciai a correre giù per le scale, pregando di arrivare in tempo da Tomura e gli altri.
Quanto mai mi era venuta l'idea di farmi quella stupida maschera per nascondere la mia faccia. E quanto mai l'aveva dimenticata in camera mia.
Ma, dovevo ammettere che mi era venuta molto bene per averla fatta in un solo pomeriggio e che nascondere il mio volto sarebbe stato importante, soprattutto per me che potevo venire catturato in fretta.Arrivai al covo col fiato corto, constatando che il primo gruppo di villain era già entrato all'opera.
<<Muoviti stuzzicadenti, sei in ritardo>> sibilò Dabi guardandomi di sbieco.
<<Non vedo l'ora di iniziare>> esclamò invece Toga dietro di lui, saltellando sul posto con l'adrenalina che già le scorreva nelle vene.
Io la guardai sorridendo appena ed entrando nel portale creato da Kurogiri, e subito venni colpito da una dolce brezza serale.
Aprii gli occhi e mi sbalordii davanti al bellissimo paesaggio che mi riempí gli occhi, pieno di alberi ombrosi e da un cielo scuro immerso nelle stelle.
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~How can you love me?~
RomanceDal testo: "> > > > > > Tolsi delicatamente il braccio che Uraraka stava fasciando e feci per alzarmi, ma lei mi bloccò. Prese la mia mano con la sua e la vidi guardare per terra come spesso faceva quando era turbata, cercando di trattenere le lacri...