~How can you love me?~

~17) Just wait~

<<Stiamo per entrare in azione>> annunciò Tomura quella mattina, seduto su uno dei bidoni in metallo sparsi per il covo <<Ho parlato con Chisaki e mi ha detto che ormai la polizia e gli hero faranno la loro prima mossa a breve. Ha richiesto che qualcun altro affianchi Toga e Twice quando questo accadrà, vuole che gli facciamo da muro per confondere gli oppositori e salvarsi il culo senza sforzi eccessivi>>

Tutti quanti seguivamo il discorso di Tomura con attenzione, le parole dure e piene di disprezzo che volgeva a quella lega mafiosa che ci aveva piegato senza difficoltà. Ma le cose sarebbero cambiate, ci saremmo ripresi ciò che ci avevano tolto, schiacciandoli come fossero formiche, demolendoli uno ad uno. Sapevo che Tomura aveva un piano per far tornare la lega al suo originario splendore, era solo questione di tempo prima che il discepolo di All for One passasse all'azione. Dovevamo solo avere pazienza.

<<Kurogiri>> continuò Tomura volgendo lo sguardo al suo fedele compagno <<Tu e Deku sarete i rinforzi che mi hanno richiesto>>

Sgranai appena gli occhi sentendo pronunciare il mio nome e scattai in piedi quasi amareggiato.
Non volevo avere nulla a che fare con quei mafiosi, e poi sarei risultato inutile in una missione di quel calibro.

<<E io che ci dovrei andare a fare?!>> chiesi retorico stringendo i denti, a che gioco voleva giocare Tomura?

<<Farai da scudo umano>>

Mentre tutti scoppiarono in una fragorosa risata, io mi ributtai nell'angolo dove ero seduto, incrociando le braccia e guardando per terra, il mio quirk artificiale che si attivava illuminando quell'angolo del magazzino dove mi ero ficcato.
Cosa pretendevo da delle persone che mi consideravano la ruota di scorta del gruppo, se non di meno. E poi non potevo dargli torto, un villain senza unicità che riusciva a malapena a tenere in mano un coltello non poteva essere visto da chissà quale punto di vista. Però almeno delle persone le avevo ammazzate.
Sbuffai mentre Tomura terminava il discorso e congedava tutti, tornando poi alle sue faccende. Non lo vedevo più così spesso al magazzino, chissà cosa stava architettando all'insaputa di tutti. Gli unici che a volte lo seguivano erano Dabi e Mr Compress, ma non avevo la minima idea di cosa facessero quei tre. Avevo pensato che facessero una di quelle nottate da film porno, ma non riuscivo ad immaginarmi chi potesse stare sotto, e comunque Dabi non mi sembrava poi così gay.

Scacciando questi pensieri perversi, decisi di uscire a farmi quattro passi, l'aria lì dentro iniziava a puzzare e poi non avevo nessuno con cui parlare dal momento che Toga non c'era.
Mi sistemai la stoffa che sorreggeva il mio braccio rotto ed aprii il portone in ferro, che cigolò a causa della ruggine. Strinsi appena gli occhi quando la luce del sole mi colpì in piena faccia, cercando di farmi ombra con la mano ed iniziai a camminare. Per qualche strano motivo, mi era tornata in mente quella sera, quando mi ero svegliato in piena notte nel bosco e mi ero ritrovato con il braccio rotto. Forse mente e gambe avevano deciso di cooperare per una volta così, senza che me ne resi conto, mi ritrovai proprio dove mi ero risvegliato quella notte, davanti alla distesa di alberi sradicati dal suolo. Sebbene non riuscissi a darmi una spiegazione per quello che era accaduto, ero sempre più convinto che il responsabile fossi io.

Ma c'era dell'altro.

Perché avevo fatto anche quel sogno strano, quello con persone che sembravano hero e la donna corvina che diceva che io ero il prossimo? Ma il prossimo di cosa poi? Non sapevo chi fossero quelle persone, se me le fossi immaginate, se fossero incarnazioni del mio subconscio o se fossero state reali. Non ne avevo idea e non sapevo nemmeno da dove iniziare a cercare, dato che non sapevo assolutamente niente di loro.
Accarezzai con le dita la ruvida corteccia di uno degli alberi stesi a terra, mentre la mia testa si perdeva come sempre in mille pensieri, che lasciai vorticare nei meandri della mia mente.