~24) Don't take my sunshine away~

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Il telo bianco scrosciava appena sul pavimento, trasportato dalla brezza fredda di quella sera.
Uraraka aveva sistemato varie lenzuola a coprire i buchi alle finestre, così da mantenere almeno la stanza da letto più calda, e ora, mentre sistemava il vecchio materasso, non toglieva lo sguardo da Eri, intenta a gustarsi una grossa mela rossa.
Strinsi appena il panno bagnato poggiato su una ferita che si era riaperta durante la notte, senza mai staccare gli occhi dal viso di Uraraka. Avevo una strana sensazione, come se da un momento all'altro potesse succedere qualcosa di brutto, come se d'improvviso la bruna scattasse in piedi, prendesse Eri e la portasse via, consegnandola agli hero, allontanandola da me.

Ma non successe assolutamente nulla e anche quel pomeriggio uggioso passò con una tranquillità quasi inquietante, interrotta dagli scricchiolii che a volte provenivano dall'esterno dell'edificio. Più di una volta Uraraka mi aveva chiesto se fosse sicuro rimanere in quel posto, preoccupata che potesse crollare tutto da un momento all'altro; ma non avevo molte altre alternative, non potevo cercare un altro nascondiglio, non in quelle condizioni almeno.

<<Deku>> mi richiamò d'un tratto la bruna, voltando il capo in mia direzione. Continuai a fissarla aspettando che parlasse, ma sembrò subito timorosa in ciò che voleva dirmi. Rimase qualche secondo a fissarmi incerta, le labbra strette in una linea sottile e gli occhi castani che vagavano sul pavimento, non riuscendo a sostenere i miei. <<Non...non uscire nei prossimi giorni...per nessuna ragione>>.
Rimasi a fissarla con circospezione aspettando che dicesse qualcos'altro, ma Uraraka non sembrò riuscire a pronunciare nessun'altra parola e, a dirla tutta, sembrava estremamente nervosa. <<Perché?>> le chiesi con voce atona, mentre lei prendeva a struggersi le mani con insistenza.

Mi stava nascondendo qualcosa, ne ero certo, che avesse spifferato a qualcuno della mia posizione? O magari di dove si trovasse Eri? Sapevo che non poteva essere così, si trattava di Uraraka, ma in quel momento non riuscii a non insospettirmi. Ciò che era successo mi aveva reso troppo restio a fidarmi di chiunque, persino della bruna che tanto adoravo, forse come meccanismo di difesa attivato per la salvaguardia di Eri. Non sapevo cosa stesse succedendo là fuori, che ne fosse stato di Chisaki o della lega, come si stessero muovendo gli Hero, ma da quello che mi aveva raccontato Uraraka, stavano tutti cercando la bambina. Sentivo di non avere molto tempo ancora a disposizione prima che qualcuno trovasse sia me che Eri e a quel punto non avrei potuto fare nulla in quelle attuali condizioni per proteggerci entrambi.
<<Non posso dirtelo>> rispose semplicemente la bruna, finendo di sistemare il materasso per evitare a tutti i costi il mio sguardo accusatorio puntato su di lei <<Ti prego solo di non uscire finché non torno>>
E quando tornerai? avrei voluto chiederle, perché sapevo che sarebbe dovuta tornare ai dormitori, riprendere il tirocinio e tutte quelle altre balle di cui mi aveva già parlato. Non ero nemmeno sicuro che sarebbe tornata, in realtà. Avevo trascorso fin troppo tempo in quel posto e non potevo restarci ancora a lungo. Aspettavo solo di essere in grado di camminare senza rischiare di svenire, a quel punto me ne sarei andato cercando rifugio altrove. Era troppo rischioso per me, ma soprattutto per Eri, fermarsi in un posto troppo a lungo.

Bagnai nuovamente il fazzoletto di stoffa che premevo sulla ferita aperta nella bacinella piena d'acqua fredda posta al mio fianco, sentendo subito una sensazione di sollievo appena tornai a rinfrescarla. Bruciava molto, ma almeno ero riuscito a non farle prendere qualche strana infezione.
Quando Uraraka ebbe finito di sistemare il letto, fece segno ad Eri di avvicinarsi e la bambina, senza più il tumore che aveva provato la prima volta che aveva incontrato la bruna, si fiondò sulle sottili lenzuola che coprivano il vecchio e sporco materasso di prima. L'albina immerse il viso nel morbido tessuto e annusò a pieni polmoni il profumo di pulito che emanava. Sorrisi appena notando la serenità dipinta sul volto di Eri, forse per la prima volta da quando l'avevo incontrata. Anche Uraraka ridacchiò, sistemando sul letto un paio di altre coperte e ricacciando nel suo zaino le poche cose che si era portata dietro.

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