Tutti abbiamo dei sogni.
C'è chi si porta gli stessi appresso da quando era bambino, chi li coltiva nel tempo, chi pensa di non averne, ma che in fondo li ha.
È normale sognare ad occhi aperti di poter fare qualunque cosa si voglia, che sia diventare famosi o pieni di soldi, o semplicemente vivere per sempre con le persone che si ama.
Questa storia parla di sogni, di come questi cambino nel tempo e di come possano addirittura cambiare una persona.Ma questa storia non ha un lieto fine.
Perché, quando ti viene gettato fango addosso, non puoi rimanere buono, non puoi startene con la bocca chiusa, non puoi guardare quelle persone che ti hanno fatto star male con dolcezza.
Puoi solo odiare, rovinare tutto, sperando che la tua vita possa migliorare.
Nel peggiore dei casi, è quella delle tue vittime che peggiora.
Una storia nuda e cruda, una storia dove si parla di una società corrotta, di un mondo falso, di uomini ingrati.La storia di come sono diventato Deku...
_
<<Mi stai ascoltando, Deku-chan?>>
La voce di Toga mi riportò alla realtà.
Ero così preso dai miei ragionamenti che non mi ero accorto che avesse finito.<<Perdonami, stavo finendo di scrivere>>
Mi guardò intensamente con i suoi occhioni gialli, quegli occhi che ti fanno rabbrividire, ma anche incantare.
La seguii nei suoi movimenti con lo sguardo, mentre rimetteva il coltello che aveva in mano nella fibbia della cintura e raccoglieva una katana sporca di polvere da terra.<<Sai Deku-san, all'inizio ti reputavo così strano>> prese a parlare, ripulendo la lama dell'arma con la manica del suo maglioncino.
<<Tu e i tuoi ragionamenti senza senso mi mettevate in pappa il cervello. Adesso ti trovo carino>>Terminò col suo solito sorriso sadico, che in quel momento invece era carico di rispetto.
Toga era forse stata la prima ad avermi accettato nella lega dei villain. Col tempo anche gli altri membri della lega avevano cominciato a sopportarmi, ma lei era l'unica che mi permettesse di accompagnarla nei suoi "sfoghi".
Una volta alla settimana ci trovavamo in un vicolo scelta da lei; io mi mettevo seduto in un angolo, quaderno e penna a portata di mano, e la guardavo sfogarsi in modo liberatorio, come se si fosse trattenuta da una vita. I suoi movimenti mi ipnotizzavano e non potevo fare a meno di riportarli tutti sul mio quaderno. La metà delle pagine erano occupate da appunti su Toga.
Il suo quirk mi affascinava, il suo stile di combattimento era semplice ma sbalorditivo, il modo in cui intagliava ferite nei corpi delle sue vittime era a dir poco stupefacente. Bastavano poche mosse, i movimenti necessari e sembrava che passassero pochi secondi tra l'inizio e la fine dei suoi spettacoli.<<Questa me la prendo, anche se non è il mio genere>>
La vidi incastrare la katana dove prima aveva riposto il suo coltello e subito capii che era arrivato il momento di andare.
<<Tomura-san sarà felice!>>
Toga prese a correre fuori da quel vicolo con le braccia aperte a simulare un aereoplano. Era tutta matta quella, un villain coi controfiocchi, insomma.
Mi alzai a fatica da terra; avevo i muscoli delle gambe tutti indolenziti e avevo tenuto la schiena curva per troppo tempo.
Richiusi il quaderno e lo misi nel mio borsone in cuoio insieme alla penna, raggiungendo poi Toga, che mi aspettava all'angolo della strada.
La notte mascherava le nostre figure, i nostri movimenti, le urla delle nostre vittime, ed era raro vedere pattuglie della polizia in quel quartiere.
L'aveva scelto bene, Himiko, il luogo del suo sfogo, li sceglieva sempre tutti con molta cura.
La raggiunsi in poco tempo, venendo improvvisamente colpito da un odore nauseante. Mi tappai istintivamente il naso con una smorfia di disgusto, girandomi a vedere il vicolo dove era avvenuto poco prima il colpo di Toga.
STAI LEGGENDO
~How can you love me?~
RomanceDal testo: "> > > > > > Tolsi delicatamente il braccio che Uraraka stava fasciando e feci per alzarmi, ma lei mi bloccò. Prese la mia mano con la sua e la vidi guardare per terra come spesso faceva quando era turbata, cercando di trattenere le lacri...