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Minho tornò a casa solo verso le sette di mattina, i suoi fratelli stavano ancora dormendo, così lui ne approfittò per preparare la colazione. Dopotutto, non aveva nulla di meglio da fare. Aveva già fatto la doccia e si era già ripulito da tutti i residui del lavoro svolto quella notte, si era cambiato indossando dei jeans strappati e una maglia a maniche corte nera, coperta da una felpa del medesimo colore e ora stava aspettando che qualcuno oltre a lui in quella casa si svegliasse.

Aveva un assurdo bisogno di parlare con Jin e chiedergli di trovargli l'indirizzo di casa di Han, visto che le sue ormai note doti da hacker lo avevano aiutato tutte le volte. Si passò una mano dietro il collo, incastrando per sbaglio il sui mignolo al filo della collana che portava. Minho si mise seduto sopra l'isola della cucina e si prese la piastrina che aveva come ciondolo tra le mani. Sopra di essa c'era scritto semplicemente il suo nome, ma Minho sapeva che si trattava di qualcosa di davvero importante. Quella collana era un segno che anche lui valeva qualcosa e che doveva smettere di distruggersi mentalmente, ripetendosi che non valeva nulla. Certo, faceva delle cose terribili alle persone, ma lo faceva perchè era obbligato. Sapeva che una frase detta così poteva sembrare agli occhi di tutti una scusa, ma non aveva scelto lui i suoi genitori, non aveva scelto lui di essere il primogenito, lui non aveva scelto nulla. Al contrario, tutto gli era stato imposto.

- Min -

Minho si voltò verso la voce che lo aveva chiamato, con una mano a strofinarsi gli occhi ancora assonnati e i capelli rossi tutti sparati verso l'alto, c'era suo fratello minore. Il maggiore con un balzo scese da sopra l'isola e aggiunse suo fratello che senza dire nulla allargò le braccia e si fece prendere in braccio. Strinse le sue piccole mani attorno al collo di suo fratello maggiore e appoggiò la sua testolina nella spalla di Minho.

- buongiorno Rey, ti ho preparato la tua colazione preferita -

Appoggiato allo stipite della porta, guardando la scena, Jin sorrise.

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Il panico e l'ansia di Han in quel momento avevano raggiunto un livello non ancora classificabile. Aveva speso tutta la mattina a mettere in ordine e sistemare, pulire e riordinare anche ciò che non aveva mai toccato o preso in mano prima di allora. Quando arrivarono le due, il campanello del suo appartamento suonò. Han in quel momento si trovava davanti allo specchio in bagno, stava per mettersi le lenti a contatto, ma rinunciò all'idea capendo che ormai era troppo tardi e che non ce l'avrebbe fatta. Con i piedi scalzi, si sistemò la felpa bianca che stava indossando e raggiunse la porta aprendola velocemente e trovandosi davanti la figura del maggiore.

Minho fece un piccolo cenno con il capo e Han ricambiò con un sorriso e un saluto, si spostò per farlo entrare e chiuse la porta alle sue spalle subito dopo. Minho osservò curioso l'appartamento del minore e quando lo fece accomodare in camera sua, rimase sorpreso ad osservare i diversi disegni appesi alla parete. Capì subito che tutti erano stati realizzati da Han a causa del tratto leggero e delicato con cui erano stati disegnati. Si ricordò della delicatezza con cui Han gli aveva curato la spalla e percorse con lo sguardo la camera in cerca della figura del minore, il quale si trovava girato di spalle verso la sua scrivania. L'ammasso irregolare e mosso dei suoi capelli, ma soprattutto il colore biondo gli fecero ricordare che quella mattina gli aveva risposto ad un messaggio molto presto.

- cosa facevi sveglio alle quattro e mezza di questa mattina? -

Han finì di sistemare la sua scrivania e si voltò con il corpo e lo sguardo verso il maggiore.

- disegnavo, tu invece cosa facevi sveglio a quell'ora? -

Minho ignorò la sua domanda e si avvicinò al più piccolo curioso.

Who is he?   [ Minsung ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora