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Quel giorno Han e Minho si trovavano a casa del minore, era ormai passata una settimana dall'incontro in biblioteca e il succhiotto sul collo del biondo aveva iniziato a sparire. Minho lo aveva notato, ma non aveva ancora fatto o detto nulla a riguardo. Han era sdraiato con la testa appoggiata sul busto del maggiore, mentre entrambi si trovavano distesi nel letto morbido. Minho stava accarezzando i capelli del biondo, mentre quest'ultimo stava leggendo il libro che aveva preso in biblioteca la settimana prima. Minho era particolarmente pensieroso e Han in realtà lo aveva notato, da un po' di giorni si comportava in modo strano e quella sera aveva deciso di chiedergli il motivo. Quando Han chiuse il libro e lo appoggiò nel letto, il maggiore rivolse lo sguardo vero il più piccolo, che si voltò con il corpo verso di lui, rimanendo sempre appoggiato con la testa sul suo petto.

- Min -

Il maggiore accarezzò una guancia al più piccolo, accennando un lieve sorriso. Non rispose, ma in realtà Minho era fatto così. Han lo conosceva abbastanza da sapere che quando lo guardava, ma non parlava, aveva comunque la sua completa attenzione.

- in questi giorni ti ho visto pensieroso, volevo sapere se va tutto bene -

Minho accennò ad un sorriso e distolse lo sguardo da Han, portandolo sui disegni appesi al muro nella camera del minore. Non poteva mentire ad Han, anche perché se lo avrebbe fatto, comunque lui se ne sarebbe accorto, così si limitò ad annuire.

- penso al lavoro -

Han sentì che improvvisamente il suo letto si era fatto scomodo e fu costretto a mettersi seduto a gambe incrociate accanto al maggiore. Si passò una mano tra i capelli biondi in modo nervoso.

- non credo di averti mai chiesto nulla di tutto ciò, ma com'è? Insomma com'è essere te? -

Minho riportò il suo sguardo verso Han, il suo volto non esprese alcuna emozione, così il minore si trovò in difficoltà a cercare di interpretare l'umore di Minho. Quest'ultimo, dopo quelli che parvero minuti interminabili, si mise seduto composto nel letto e si passò una mano tra i capelli. Com'era essere lui? Essere la persona che tutti odiavano e di cui tutti avevano paura, com'era essere la persona che faceva del male a tutti quelli che passavano per la sua strada, com'era essere il primo genito della famiglia Lee?

- immagino che il modo corretto per spiegare la mia situazione, sia vedere la mia vita come un film dal bollino rosso e considerare la mia persona il protagonista -

Han osservò il volto pensieroso di Minho e si strinse nelle spalle, cercando di avvicinarsi a lui.

- si ma, correggimi se sbaglio; tu non dovresti dirmi questo, insomma tu non sei come dovresti essere, tu ti rendi conto di com'è la tua vita, in qualche modo forse credi anche che sia sbagliata, che quello che fai sia sbagliato..credo -

Han era in difficoltà, non era certo la persona più brava a spiegarsi, soprattutto perché era molto logorroico e quando andava in ansia parlava il doppio e al doppio della velocità. Era molto insicuro su quello che pensava Minho, perché spontaneamente, lui non parlava del suo lavoro. Minho non poté fare a meno di sorridere al minore e con la mano si lisciò il tessuto dei pantaloni sulle cosce per incitarlo a salire sul suo grembo. Han notò i gesti delle sue mani e senza aspettare oltre, si mise a cavalcioni su di lui, in questo modo erano uno davanti all'altro ed erano talmente vicini che i loro petti quasi si toccavano. Minho passò una mano a scostare dagli occhi i capelli del ragazzo.

- mi stai chiedendo se penso sia sbagliato fare del male alle persone? -

Minho sorrise per l'ingenuità del minore.

- lo penso, è sbagliato ed è corretto quello che dici; io non dovrei parlare così, follemente io dovrei essere totalmente d'accordo con le mie azioni, ma è inutile negare che non lo sono e non lo sono mai stato. Fin da bambino, mi sono sempre reso conto di ciò che stavo facendo -

- e allora perché hai continuato a farlo? Se sapevi che era sbagliato, se lo sai tutt'ora? -

Minho osservò come gli occhi del minore non guardassero da nessuna parte, se non dritti nei suoi. Il maggiore passò una mano attorno alla vita del biondo, che si sistemò meglio sulle sue gambe.

- perché se non lo faccio io, è costretto a prendere il mio posto mio fratello Jin e io non ho intenzione di far passare a nessuno la vita che sto passando io, soprattutto a mio fratello. Han io uccido le persone e lo faccio senza scrupoli perché questo mi hanno insegnato, nella mia vita non ti puoi opporre a quello che sei. Quando era piccolo mi picchiavano, mio padre mi prendeva a schiaffi di continuo, perché io mi rifiutavo di fare ciò che mi dicevano, solo quando ho compiuto dieci anni ho capito che non aveva scelte, quando ho visto nascere i miei fratelli ho compreso che avrei dovuto accettare quello che mi stavano offrendo, ho accettato di fare ciò che volevano, ma non di diventare ciò che chiedevano -

Han ascoltò le parole del maggiore, non perdendosi nemmeno una lettera. Non riusciva a credere a tutto quello, non riusciva a credere che qualcuno potesse davvero essere costretto a vivere una vita secondo gli ordini di qualcun'altro. Han rifletté e arrivò alla conclusione, che lui non sarebbe mai riuscito a vivere una vita così, e forse anche per quello ammirava Minho. Portò le sue mani nelle guance del maggiore, appoggiando delicatamente la sua fronte a quella del maggiore e chiuse gli occhi. Da quella vicinanza Han riusciva a sentire chiaramente il profumo di gelsomino che Minho emanava.

- so che non ci credi quando te lo dico, ma Lee Minho tu sei davvero una persona fantastica ed io sono arrivato ad un punto della mia esistenza in cui non ho idea di cosa farei senza di te -

Minho si sentì completamente senza difese dopo aver sentito le parole del minore, Han aveva ancora gli occhi chiusi e Minho né approfittò per guardare da vicino il ragazzo che tanto gli piaceva. Come aveva fatto Han a capitare nella sua vita così?

- vorrei che le persone mi vedessero con i tuoi occhi Han Jisung -

lui scosse la testa.

- io no, non vorrei che le persone ti vedessero con i miei occhi, sarei molto geloso se potessero provare ciò che provo io per te -

Minho rimase sorpreso ancora una volta dalle sue parole, portò delicatamente le mani alle guance del minore e staccò la fronte dalla sua, allontanandosi quanto bastava per poter lasciare un bacio su di essa, scendendo poi a lasciare un dolce bacio anche sulle labbra. Si rimise composto con la schiena e portò le mani al proprio collo, prendendo tra di esse la medaglietta che aveva legato, quella con inciso il suo nome. Se la sfilò e guardò Han, che con sguardo confuso non riuscì ad interpretare i gesti del maggiore.

Minho delicatamente, fece passare la medaglietta attraverso il cespuglio di capelli di Han fino a posizionarla nel suo collo, sistemandola sopra il tessuto della maglietta bianca del minore. Minho lasciò un altro veloce bacio sulle sue labbra.

- quando non ci sono, stringila tra le tue minuscole mani, Han Jisung, ed io sarò con te -

Han guardò prima la medaglietta e poi Minho. Si rese conto del tono serio con cui Minho stava parlando e tutti questi gesti lo fecero preoccupare. Sentì come se qualcosa fosse in procinto di accadere, una sorta di sesto senso. Guardò gli occhi di Minho e annuì, cercando di nascondere quanto in realtà fosse preoccupato.

Who is he?   [ Minsung ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora