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Han non aveva più visto Minho per tutto il giorno seguente.

Quella sera era uscito di casa per andare a fare la spesa, era relativamente tardi, ma i supermercati a Seoul tenevano aperti fino a tarda sera, quindi Han non si fece molti problemi. Non trovò al suo interno nemmeno tanta gente, così per quel poco che gli serviva, non ci mise nemmeno molto. Pagò tutto alla cassa e quando uscì guardò l'ora nel suo telefono, erano le dieci e mezza di sera. Han rifletté che era davvero un ora strana per fare la spesa, ma in realtà era tornato a casa sua solo poco tempo prima visto che aveva passato la giornata a casa del suo migliore amico. Si era inoltre dimenticato le sue cuffiette a casa e questo lo turbò perché in quel modo si ritrovava costretto ad ascoltare i rumori della città, che era ancora sveglia e piena di persone.

Con la busta della spesa stretta nella mano, Han attraversò la strada prendendo poi un vicolo che portava direttamente a casa sua e che gli avrebbe risparmiato il doppio della strada, era solito prendere quella via anche quando tornava a casa dall'università, gli piaceva soprattutto perché tra una parete e l'altra c'erano diversi e bellissimi graffiti che catturavano ogni volta la sua attenzione. La cosa che lo turbò in quel momento mentre stava compiendo quel tratto di strada, fu il fatto che i lampioni, che solitamente la illuminavano, erano spenti. Han dovette sforzare i propri occhi per non rischiare di inciampare nel marciapiede e questo lo sconcentrò da tutto il resto che stava accadendo attorno a lui. Due uomini appoggiati con la schiena al muro di un palazzo lo stavano osservando camminare, Han non se ne accorse, anche perché non riusciva a vedere chiaramente intorno a sé. Indossavano entrambi il cappuccio nella testa e solo quando il minore gli fu vicino, i due si mossero verso di lui. Solo in quel momento Han percepì dei rumori sconosciuti e si accorse delle due presenze, iniziò a camminare più velocemente preso dal panico e dalla paura, ma non fu abbastanza veloce perché uno dei due uomini gli si mise proprio davanti e gli bloccò la strada. Han era minuscolo in confronto a lui, aveva paura e non era neanche lontanamente in grado di poter affrontare una persona così. Il secondo uomo gli si mise dietro, bloccando quindi anche il suo tentativo di poter tornare sui propri passi. Han strinse la busta che teneva nella mano e si guardò attorno in cerca di aiuto, non vedendo e trovando nessuno.

- che bocconcino abbiamo qui James?-

L'uomo davanti ad Han fece un passo verso di lui, togliendosi il cappuccio dalla testa e allungando una mano verso il viso del minore, che automaticamente si scostò e fece un passo indietro. Venne però subito bloccato da quello posto dietro di lui e così fu costretto a sentire la mano ruvida dell'uomo sulla sua faccia. Han non riuscì ad urlare in quel momento, il primo suono che emise fu solo quando anche il secondo uomo iniziò a toccarlo prendendolo per i fianchi. Si trovava in mezzo ai due uomini che stavano iniziando a far vagare le loro mani l'uno sul suo petto fino ad arrivare anche ad alzargli la maglietta, l'altro sui suoi pantaloni, iniziando a toccarlo in modo disgustoso. Han prese a divincolarsi e piccole lacrime iniziarono a scendergli mentre urlava sempre più ad alta voce nella speranza che qualcuno lo potesse aiutare. La maglietta che stava indossando venne strappata e l'unica cosa che riuscì a fare fu quella di tirare un calcio all'aggressore che gli si poneva davanti. La borsa della spesa gli cadde di mano, mentre lui tra una lacrima e l'altra tentava in tutti i modi di scappare.

Han cadde a terra quando l'uomo che lo stava sorreggendo da dietro scomparve improvvisamente, si strinse su sé stesso quando notò che anche l'uomo davanti a sé lo lasciò andare e iniziò a fare qualche passo indietro. Capì che qualcuno stava cercando di aiutarlo anche se lui non aveva sentito arrivare nessuno, forse perché in mezzo alle sue stesse urla e al suo stesso pianto, non riusciva davvero a sentire niente. Il minore sollevò il viso sentendo una presenza a fianco a sé e quando i suoi occhi incontrarono quelli familiari e pieni di rabbia di Minho, Han scoppiò a piangere.

Minho quella sera stava contrattando con alcuni clienti, non aveva molta voglia anche perché conosceva queste persone e sapeva con chi aveva a che fare. Era stato ospitato a cena in un ristorante abbastanza famoso e costoso, insieme a lui era stato invitato anche suo padre che per tutta la sera non aveva fatto altro che parlare e contrattare al posto suo. Tutto quello lo irritò fino al punto che Minho non riuscì più a resistere e si scusò con i clienti, raggiungendo il terrazzo e tirando fuori dalla sua tasca il suo pacchetto di sigarette per prenderne una e fumarla. Minho odiava fumare, era più che consapevole del male che si provocava facendolo, ma il suo lavoro lo obbligava a farlo e a volte quando non riusciva a trattenersi oppure era nervoso, Minho fumava. Dopo aver acceso la sua sigaretta, Minho si appoggiò al balcone e guardò la città illuminata di Seoul, dove tutte le persone stavano serenamente passando la loro giornata. Minho si passò una mano tra i capelli giocando a fare dei cerchi concentrici con il fumo che usciva dalla sua bocca; non ne poteva più della sua serata.

Lasciò cadere la sua sigaretta consumata a metà nel vuoto e si stiracchiò allungando le braccia, il momento in cui sentì qualcuno urlare fu l'esatto momento in cui Minho stava per rientrare nel palazzo e tornare alla sua cena. Non capì inizialmente da dove provenisse e solo quando risentì nuovamente la richiesta di aiuto da parte di qualcuno, comprese cosa stava accadendo. Minho rientrò nel ristorante e senza farsi notare uscì dal palazzo, la porta dava sulla strada, ma lui prese il vicolo proprio a fianco ad essa e fu lì che vide la scena.

Non identificò subito Han, comprese ciò che stavano facendo a quel povero ragazzo e non ci pensò due volte ad aiutarlo. Approfittò del fatto che l'uomo fosse girato di schiena e lo scansò dal giovane, che venne lasciato subito stare anche dall'altro aggressore. Quando fu abbastanza vicino da intravedere la sua figura, il suo cuore mancò un colpo quando notò un ammasso di capelli familiare, non ci credette fino a quando non lo affiancò e i loro occhi si incontrarono.

Vedere il corpo di Han ridotto in quel modo e il suo viso rigato di lacrime lo fecero uscire completamente di testa. Voltò lo sguardo verso l'aggressore che era rimasto e si avvicinò tirandogli un pugno sul viso, lo atterrò in poco tempo e si accovacciò sul corpo dell'uomo, portando una mano al suo collo, stringendo la presa su di esso e bloccando il suo tentativo di supplica. Minho avvicinò il suo viso al suo orecchio sussurrando.

- mi fai pena -

Strinse la presa fino a quando l'uomo, a causa della mancanza di aria, perse i sensi, quando si alzò e si voltò, l'altro aggressore era ancora sdraiato a terra. Minho lo raggiunse e lo prese per il colletto della maglia, lo alzò in piedi e gli sferrò una ginocchiata sullo stomaco, lo trascinò verso un cassonetto vuoto che era posto ai lati del vicolo e lanciò il suo corpo al suo interno, facendo sbattere la testa dell'uomo contro il fondo di esso e rendendolo incapace di alzarsi nuovamente. Non ci fece molto caso e si affrettò subito a raggiungere il minore, che però si allontanò spaventato dal suo tentativo di toccarlo e aiutarlo. Han non aveva smesso un secondo di piangere e tremare e la sua maglietta era tutta strappata. Minho si tolse la giacca elegante che aveva dovuto indossare quella sera e si accovacciò di fianco al minore.

- Han -

il biondo alzò il viso verso quello di Minho. Han si sentiva sporco, sporcato dal tocco delle mani dei suoi aggressori, sentiva che il suo corpo gli faceva schifo in quel momento.

Minho allungò le mani accarezzando il suo viso, asciugando con i pollici le lacrime che scendevano.

- andiamo a casa -

Lo avvolse intorno alla sua giacca e nel modo più delicato possibile lo prese tra le braccia. Gli fece avvolgere le braccia attorno al suo collo e Han appoggiò volontariamente la sua testa nella spalla di Minho, che quella sera profumava di gelsomino.

Who is he?   [ Minsung ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora