Minho portò Han nel suo appartamento, riuscì a trovare le chiavi ed aprire la porta. Una volta dentro, Minho portò il minore in braccio fino alla sua camera e lo lasciò seduto nel suo letto, lo lasciò ben coperto con la sua giacca e si inginocchiò proprio davanti a lui.
- Han, adesso lasciami aiutarti come tu hai fatto con me, va bene? -
Han non riusciva a smettere di piangere, sentiva ancora la pressione delle mani dei suoi aggressori sul suo corpo e la sensazione di impotenza che lo aveva circondato. Annuì alle parole del maggiore, in quel momento non aveva altro bisogno se non quello di avere qualcuno accanto. Si portò una mano davanti al viso scoppiando a piangere nuovamente, non sapendo cosa avrebbe fatto o cosa gli potrebbe essere successo se non fosse arrivato Minho. Il maggiore scosse la testa, accarezzando il viso del biondo seriamente preoccupato.
- piccoletto non piangere, ora ci sono io okay? -
Con un po' di fatica, Han riuscì ad annuire in mezzo ai singhiozzi. Il maggiore gli porse una mano per aiutarlo a mettersi in piedi e Minho con una mano appoggiata sulla sua schiena, lo accompagnò verso il bagno dell'appartamento. Minho accese la luce e lasciò andare per un momento il minore, per aprire l'acqua della doccia regolandola in modo che uscisse calda. Han lo osservò passandosi una mano sul proprio viso per asciugarsi le lacrime.
- Han, ascoltami bene; ora ti fai una doccia calda, ti lavi per bene mentre io preparo qualcosa di caldo, prenditi tutto il tempo che vuoi okay? Non c'è nessuna fretta -
Han si limitò semplicemente ad annuire e aspettò che il ragazzo uscisse dal bagno. Minho chiuse la porta alle sue spalle e si passò una mano tra i capelli, il suo telefono squillò in quel momento e lui fu obbligato a tirarlo fuori dalla tasca e guardare chi lo stava cercando, notando che la chiamata arrivava da un numero sconosciuto, Minho comprese che si trattava di suo padre, così rifiutò la chiamata e spense il telefono per evitare di essere rintracciato. In quel momento non voleva fare altro che rimanere con il minore, ormai non gli interessava più di come doveva comportarsi con lui, ma gli interessava di come voleva comportarsi. Non voleva indossare maschere, non voleva fingere, voleva essere sé stesso e comportarsi come più desiderava.
Minho andò verso la cucina di quel piccolo appartamento e accese la luce. Controllò l'ora nel suo telefono, erano ormai le undici e mezza passate, non perse tempo e iniziò a cercare un pentolino per fare la cioccolata calda al minore. Si ricordava che quando gli aveva offerto la merenda un po' di tempo prima, Han si era preparato la cioccolata, quindi Minho suppose che fosse la bevanda preferita del più piccolo. Lui non aveva fame, né sete. Dopo quello che era successo, voleva solo prendersi cura di Han. Per tutto il tempo che rimase in cucina a preparare la cioccolata, sentì lo scorrere dell'acqua della doccia e ciò lo rassicurò solo in parte, era grato che il piccoletto stesse facendo ciò che gli aveva suggerito, ma il fatto che non potesse andare a controllare come stava, lo preoccupava abbastanza. Quando la cioccolata fu pronta e il rumore dell'acqua fu terminato, Minho sentì la porta del bagno aprirsi. Decise di aspettare e non andare in camera perché voleva dare il tempo al minore di cambiarsi e si sorprese quando Han comparve, immerso nella sua enorme felpa rossa e i suoi pantaloni grigi del pigiama, nella porta della cucina. Minho gli rivolse un piccolo sorriso e lo invitò a sedersi, mettendogli in seguito la tazza con dentro la cioccolata davanti a lui. Han lo ringraziò silenziosamente e ne bevve un sorso. Sussurrò un piccolo "è buona" senza distogliere gli occhi dalla sua tazza. In quel momento Minho si costrinse ad ammettere che Han era davvero bello e con i capelli bagnati sembrava ancora più piccolo di quello che già era. Il maggiore si mise seduto accanto a lui e passò una mano tra i suoi ciuffi bagnati.
- non ti asciughi i capelli? Potresti prenderti qualcosa -
Han si limitò a scuotere la testa, prese un altro sorso dalla sua cioccolata e si leccò il labbro superiore dove erano rimasti dei rimasugli. Minho sorrise alla scena e senza nemmeno riflettere sulle sue azioni, appoggiò delicatamente una mano sul suo viso. Han alzò lo sguardo verso il suo, aveva smesso di piangere ancora quando era entrato in doccia, ma i suoi occhi erano ancora rossi e gonfi.
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Who is he? [ Minsung ]
Teen FictionLee Minho è il primo genito di una delle famiglie più pericolose della Corea del sud, è un ragazzo riservato e solo a causa del suo cognome tutti hanno timore di lui. Per vent'anni ha vissuto la sua vita senza essere disturbato da nessuno, cercando...