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Prese il pacco di biscotti dallo scaffale, lo sistemò nel carrello e ricontrollò la lista: mancavano solo latte e yogurt. Era così strano per lui essere lì tra quelle corsie, in quegli ultimi anni non se ne era mai dovuto occupare, o perlomeno non da solo.

Immerso in quei pensieri aprì il frigo e notò subito il vasetto al gusto pistacchio. Rimase paralizzato per qualche secondo appoggiato alla porta di vetro: era il preferito di Chloe, amava mangiarlo a fine pasto. Per lei non era finito il pranzo senza un po' di dolcezza...

Chloe... Erano passate due settimane da quella sera in piazza, due settimane dall'ultima volta che l'aveva vista, la rabbia era ancora forte, non doveva pensarci. Chiuse con forza il frigo e sistemò gli ultimi articoli nel carrello depennandoli dalla lista, si avviò poi alla cassa per pagare e uscì caricando tutto sulla sua bmw nera.

Arrivato a casa, sistemò velocemente la spesa e si sedette sul suo divano nero a consumare il suo trancio di pizza. Masticava piano mentre la sua mente ripercorreva quelle ultime settimane dopo la lite.

In quei giorni era andato avanti con la sua vita, era deciso a dimenticarla, a vivere senza di lei. Inizialmente aveva anche pensato di contattarla ma la rabbia e la delusione avevano prevalso su di lui, voleva solo scordare ciò che aveva visto, per questo non l'aveva più cercata.

Per poter riuscire nel suo intento aveva apportato anche delle piccole modifiche in casa per cancellare i ricordi più dolorosi. Un nuovo divano era stato il punto di partenza, per arrivare poi a togliere tutte le loro foto che, non riuscendo a buttare, aveva raccolto in un baule riposto in fondo all'armadio.

Fece un altro morso, era stato difficile rientrare in ufficio dopo quella dannata sera, dover vedere la faccia di Riccardo ogni giorno lo innervosiva. Quella mattina era ancora viva nei suoi ricordi.

Era nel suo ufficio quando Riccardo era entrato come se nulla fosse successo per parlare di un progetto, Marco era sbottato e aveva inveito contro di lui, vomitandogli addosso tutto il suo disprezzo. Il collega aveva continuato a ripetere che aveva frainteso, ma lui era così incazzato da non voler sentire ragioni, si sentiva tradito da entrambi. Gli disse anche che avrebbe voluto licenziarlo ma non poteva farlo essendo soci e sentendo quelle parole Riccardo sbottò arrivando quasi a colpirlo, fu Paola che intervenne per dividerli. Decisero quindi di suddividersi i progetti cercando di non incontrarsi e di parlarsi il minimo indispensabile.

Inghiottì l'ultimo boccone e si alzò a posare il piatto nel lavandino in cucina, allontanando quel ricordo, non aveva intenzione di rovinarsi la giornata per colpa di quel verme. Insaponò le stoviglie, le sciacquò e le ripose nello scolapiatti sul lavello in acciaio inox.

Aveva appuntamento con Matteo alle 15:30 per la loro corsetta quotidiana, alzò gli occhi verso l'orologio bianco appeso alla parete e si accorse che mancava ancora un'oretta, così decise di mettersi in sala a guardare la tv, impostando il promemoria sul cellulare.

Fece un po' di zapping ma nulla lo interessava, optò così per un dvd, scegliendo il suo film preferito "Top Gun".

Quando il suo cellulare suonò avvisandolo dell'appuntamento, spense la tv dispiaciuto e andò a prepararsi.

Scelse di indossare un paio di pantaloncini blu e una t-.shirt bianca, si diede poi uno sguardo allo specchio notando i capelli spettinati, quindi prese del gel e se lò passo con le mani per sistemarli al meglio: ora era davvero pronto. Afferrò le chiavi, il cellulare e scese in strada dove l'amico lo stava già aspettando.

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