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Salì le scale due a due, per raggiungere più in fretta la risoluzione di quella terribile si­tuazione. Sperava di poter ottenere l'annullamento di quel finto matrimonio e sposa­re la donna della sua vita.

Fece l'ultimo scalino e fu accolto da una graziosa segretaria dietro una scrivania bian­ca che gli fece cenno di attendere sui divanetti in pelle marrone, di fronte alla porta di noce.

La stanza era luminosa grazie alla luce naturale che entrava dalle vetrate circostanti e rifletteva sulle bianche pareti. Le mura erano intatte senza troppi fronzoli, accanto alle poltrone un tavolino stracolmo di riviste frivole per ingannare il tempo.

Con aria svogliata le spostò con la mano destra sparpagliandoli sul piano di vetro e ne prese una a caso, incuriosito dalla copertina.

La sfogliò distrattamente bagnando con la lingua la punta dell'indice per voltare le pa­gine. Sotto le sue iridi scorrevano articoli di probabili diete, prodotti femminili per la ritenzione idrica e, voltando l'ultima pagina, capitò sulla rubrica astrologica. Sfiorò il foglio patinato con i polpastrelli mentre un'espressione malinconica si fece spazio sul suo viso.

L'oroscopo era sempre stato motivo di scherno tra lui e Chloe. Lei credeva in quelle previsioni, aveva anche scaricato un applicazione sul telefonino per ricever­le giornalmente. Lo consultava la sera per verificare se ci aveva preso, ma puntualmen­te imprecava contro chi l'aveva scritto andando in giro per casa al grido di "mai una gioia".

Lui le ripeteva ogni volta che era assurdo crederci, che la vita era un'altra cosa, l'irrazionalità e le fantasie non aiutavano a vivere. Lei si offendeva, cor­rucciava la fronte e increspando le labbra ribatteva: "La fantasia, i sogni, e perché no anche le cose più irreali sono il sale della vita, sono quella nota che fa unica una melo­dia, sono quella porta sul mare che permette di dimenticare il resto".

Guidato da quel ricordo scorse i vari segni con l'indice destro fermandosi sul suo: Ver­gine.

"Venite da un weekend disastroso e questa settimana non sarà semplice. Oggi un ap­puntamento importante potrebbe non andare come vorreste. Qualche bella notizia po­trebbe arrivare nei prossimi giorni. Il lavoro..."

Lesse tutto d'un fiato con le pupille spa­lancate, forse quella volta doveva ricredersi. Chiuse subito il giornale riponendolo sul tavolino, come a voler impedire che quelle parole si materializzassero. Pur essendo scettico, non riusciva a rimanere fermo, improvvisamente gli sembrava di essere seduto su un tappeto di spilli.

Si alzò di scatto poggiandosi al muro ripensando che effettiva­mente il weekend era stato terribile. Erano passati due giorni dal matrimonio di Michele, eppure ancora si odiava, ancora sentiva l'imbarazzo sotto la sua pelle per ciò che era accaduto.

Il giorno dopo le nozze si era alzato con la testa dolorante e una continua nausea, i classici ef­fetti della sbronza. I ricordi erano confusi, non riusciva a trovare un nesso tra quelle im­magini sfocate sparse nella sua testa. Ci aveva pensato Matteo a rinfrescargli la memo­ria raccontandogli nei dettagli del suo squallido show e di come aveva rovinato il giorno più importante del suo amico. La voce adirata di Matteo era stata così penetrante da fargli pizzicare la guancia come se avesse ricevuto una sberla a mano aperta. Con l'im­barazzo che gli scorreva nelle vene, aveva provato più volte a chiamare Michele per scusarsi, per cercare di recuperare l'amicizia, ma lui era stato irremovibile: non ne vole­va più sapere di lui. Marco non aveva obiettato poiché sapeva di meritarselo, nonostan­te le sue azioni fossero la conseguenza di alcool e di consapevolezza dell'aver perso tutto.

Quell'ennesima cazzata lo aveva travolto, il dolore lo stava plasmando, era fin dentro le ossa e lo stava portando ad essere ciò che non voleva. Serrò i pugni lungo i fianchi come a voler contenere tutto quello, doveva liberarsi di tutto quel fardello.

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