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Tutto era crollato in un secondo. Tutto il suo mondo era andato in frantumi.
La sua ragione di vita era appena andata via...

Camminava nervosamente per la casa, era distrutto. Stava vivendo un incubo, non poteva essere vero.
Prese il cellulare e provò più volte a chiamare Chloe, ma il cellulare era sempre spento.
<<Sicuramente l'avrà spento per non essere rintracciata>> pensò lui scompigliando i neri capelli con le mani.

Avrebbe voluto raggiungerla, l'avrebbe cercata ovunque se avesse potuto, ma non poteva; l'auto era dal meccanico.

«Dannazione!» disse battendo il pugno sul tavolo. Prese nuovamente il telefono e telefonò al suo migliore amico Matteo, ma non ottene risposta, decise quindi di lasciargli un messaggio in segreteria, poi si stese sul letto con lo sguardo fisso sul soffitto, crollando poco dopo distrutto.

Il suono del citofono lo svegliò. Si alzò di scatto, sperando di vederla lì sulla soglia di casa loro e aprì. il suo sguardo cadde sull'ora, erano le 5 del mattino, quanto aveva dormito?

«Ah, sei tu! Entra vieni!» sospirò Marco sconsolato vedendo Matteo davanti alla porta.

Matteo, era il suo amico di sempre, erano cresciuti insieme come due fratelli. Sempre presenti l'uno per l'altro, e quante ne avevano combinate insieme! Era lui che l'aveva trascinato in quella stupida scommessa.

«Perché ci hai messo tanto ad aprirmi?»

« Lascia stare Matteo. Sono reduce dalla peggior serata della mia vita, mi ha chiamato Alex per comunicarmi i risultati delle sue ricerche.»

«Sei solo? » chiese Matteo guardandosi intorno

«Sì, Chloe se ne è andata»

Matteo sgranò gli occhi, il suo migliore amico era stato lasciato dalla sua futura moglie, lo guardò in viso e si accorse di quanto fosse segnato dal dolore, non l'aveva mai visto in quelle condizioni.

«Non stiamo sulla porta, sediamoci sul divano e raccontami tutto» poggiò una mano sulla spalla dell'amico e si sedettero insieme.

Marco iniziò a raccontargli tutto, dalla cena a sorpresa, alla telefonata di Alex finita con la lite con la sua donna, che senza pensarci due volte l'aveva lasciato lì solo.

Matteo ascoltava silenziosamente, osservava il suo amico sconvolto e cercava di nascondere la sua agitazione, perché non poteva gettargli addosso anche quel peso.

Nel raccontare, Marco si alzava e si sedeva, non riusciva a stare fermo, non poteva.

«Quindi le hai raccontato tutto?» chiese Matteo preoccupato

«Le ho detto il necessario, ed è bastato per frantumare tutto.» rispose nascondendo il viso tra le mani.

«Sai che Chloe è impulsiva, ha sbagliato a reagire così»

«Matteo sono io ad aver sbagliato, io a fare quella cazzata! Ma capisci che ora sono sposato?»

« Lo so, lo so ma devi ammettere che Chloe è stata immatura. E' un problema risolvibile, potevate risolverlo insieme, non è il caso di far saltare il matrimonio» e gli appoggiò una mano sulla spalla, scuotendolo.

«Ne abbiamo superate tante, supereremo anche questa. Troveremo una soluzione vedrai»

Marco gli tolse la mano dalla spalla, e gli puntò il dito agitandolo con veemenza «Non puoi offenderla, non puoi dire nulla su di lei. Lo sbaglio è stato mio. Lo sai meglio di me che non sarà facile per nulla risolvere la situazione. Pensavo di essermi buttato tutto alle spalle. Io voglio sposarmi Teo, voglio una famiglia con lei».

«Lo so ma ora calmati, la risolveremo» guardò l'orologio e esclamò «Marco devo andare, tra poco devo essere in cantiere»

« Devo preparami anche io, grazie di essere passato» si strinsero in un abbraccio fraterno e Matteo se ne andò.

Fu in quel momento, mentre preparava i vestiti per l'ufficio, che il suo pensiero andò a lei; era preoccupato e avrebbe voluto sapere dove era e come aveva passato quella notte.

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