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Riccardo si avvicinò lentamente e si intenerì, non sopportava di vederla piangere, specialmente per quello stronzo che se l'era fatta scappare. Si sorprese di queste emozioni, non era da lui provare tutto ciò. Allontanò quelle assurde emozioni e con uno scatto tolse il cellulare dalle mani di Chloe, mettendolo in tasca.

«Che cavolo fai?» chiese tra le lacrime

«Basta piangere! Vedrai che la cosa si sistema».

«Non ne sono poi così sicura».

«Devi stare tranquilla e se poi non si risolve ci sono sempre io no?» si umettò il labbro superiore con la punta della lingua.

«Hai sempre voglia di scherzare vero?» domandò asciugandosi gli occhi con il dorso della mano.

«Ascoltami» si sedette accanto a lei e le prese le mani. Era strano per lei sentirlo parlare così, era sempre stato uno stronzo!

«Voi vi amate, lui è vero è stato un coglione ma devi dargli modo di spiegarti. Le relazioni sono così, ecco perché io preferisco le uscite occasionali»

Ora lo riconosceva, era sempre il solito!

«Mi stavo preoccupando, eri troppo dolce!»

«Dai andiamo vieni tirati su, è ora di pranzo» le disse alzandosi

«Va bene scommetto che vuoi andare in qualche ristorantino chic» lo punzecchiò passandosi le mani sui jeans per scrollarsi la sabbiolina.

«Quanto ti sbagli! Vieni con me e te ne accorgerai»

Attraversarono il borgo percorrendo la strada di pietre in mezzo ai negozietti dove era possibile trovare ogni oggetto inerente al medioevo, dalle armi ai soprammobili raffiguranti cavalieri. Arrivarono all'arco, passeggiarono sulla riproduzione del ponte levatoio, che collegava il parco al piccolo borgo, una sorta di passaggio tra due realtà diverse.

Arrivati alla moto, salirono e si immersero nel traffico con l'aria pungente che accarezzava i loro visi per fermarsi poi poche centinaia di metri più avanti ad un camion di panini. Chloe fu colpita: «Un panino al volo? Devo dire che mi hai stupita»

«Sono un'anima libera piccola» le sorrise dandole un buffetto sulla guancia e si avvicinarono ad ordinare: Chloe salsiccia e peperoni con doppia salsa, Riccardo invece salsiccia patatine e doppia salsa. Era quello che ci voleva, un semplice panino seduti su una panchina davanti al fiume, la semplicità di quel momento le avrebbe permesso di staccare la testa per qualche ora.

*****

L'orologio quadrato nero appeso alla parete segnava le 15:30 finalmente la sua giornata lavorativa poteva considerarsi finita, non aveva altri appuntamenti segnati per quel pomeriggio e poteva chiudere prima e tornare a casa. Aveva bisogno di un bagno caldo, di riprendersi per poi partire alla ricerca della sua donna. Prese tutti gli appunti e li ritirò nella sua ventiquattrore. Sapeva che era una ricerca disperata, cercarla per le vie di una città così grande. Si alzò dalla sedia, indossò la sua giacca elegante ed uscì dall'ufficio, dopo aver salutato la segretaria Paola chiedendole di chiamargli un taxi.

Nell'attesa rifletté su come avrebbe potuto fare per trovarla e capì che aveva bisogno del suo migliore amico Matteo, l'unico su cui poteva realmente contare.

Prese dalla tasca l'iphone e lo chiamò, gli spiego le sue intenzioni e gli diede appuntamento alle 18, poi salì sul taxi che in una quindicina di minuti lo lasciò davanti casa.

Fermo a fissare la villetta, sentì lo stomaco contorcersi, rientrare lì sapendo di non trovare lei ad accoglierlo era devastante. Fece un respiro profondo, tirò fuori le chiavi e aprì il cancello, il primo passo verso quel dolore. Salì velocemente i gradini ed entrò in casa. Appena aprì la porta il dolore lo colpì violentemente allo stomaco, ogni centimetro di quella casa gli ricordava di loro. Poggiò la giacca sul divano rosso in sala, spettatore silenzioso delle loro coccole, delle tenerezze soffiate nell'orecchio e degli abbracci durante un film in tv. Un amaro sorriso si fece spazio sul suo viso, quante volte capitava che Chloe insistesse per vedere un film sdraiata con le gambe sulle sue e dopo un po' si addormentava, ma appena Marco tentava di cambiare canale lei, come se avesse ricevuto un segnale, apriva gli occhi e lo costringeva a girare. Dio quanto gli mancavano quei momenti! Fece un lungo respiro e andò in camera per spogliarsi, ma appena guardò la parete color tiffany le gambe gli cedettero costringendolo a sedersi sul loro letto matrimoniale, mentre la sua mente lo riportò al momento in cui iniziarono a dipingere quella stanza. Erano uno accanto all'altra, tutto il parquet della camera era coperto da teli, il secchio era al centro della stanza e ognuno di loro intingeva il pennello per colorare la parete. Sembrava tutto tranquillo finchè Marco non passò il pennello sul braccio di Chloe che rispose con una bella striscia sulla guancia. I loro occhi ridenti si incrociarono ed ebbe inizio la battaglia, presero a colorarsi ovunque tra risate a crepapelle e gridolini supplichevoli. Avevano vernice ovunque, sulle braccia, sulla faccia e il solo guardarsi li faceva ridere come pazzi. La gioia di quel momento, la pazzia colorata che li aveva avvolti si trasformò in passione, finendo ad amarsi lì sul pavimento. Si alzò di scatto e si tappò le orecchie come a non voler sentire riecheggiare quei momenti, doveva farsi un bagno caldo era l'unico modo per rilassarsi. Andò in bagno e riempì la vasca con acqua calda e bagnoschiuma, si tolse i vestiti e si immerse totalmente. Chiuse gli occhi e si lasciò coccolare dalla schiuma, sentendosi più leggero.

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