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Salirono sulla Bmw di Marco diretti al ristorante, distante circa un'ora dalla chiesa. Mirko si sedette sul sedile anteriore mentre Matteo si accomodò dietro.

Durante il tragitto Marco notò dallo specchietto retrovisore che l'amico era stranamente silenzioso, perso in chissà quale pensiero, al contrario di Mirko che non si era zittito nemmeno un secondo.

Parcheggiò nel grande spiazzo di ghiaia di fronte al castello medievale affacciato sulle immense distese di vigne e, dopo aver consegnato le chiavi al parcheggiatore, attraversarono l'ingresso principale ritrovandosi nel grande cortile quadrato circondato da mura merlettate con al centro un pozzo riempito di fiori colorati e profumati.

In attesa dell'arrivo degli sposi, impegnati per le varie foto di rito, salirono al piano superiore dove era stato allestito un ricco buffet per l'aperitivo.

Il lungo tavolo rettangolare ricoperto da una tovaglia color salmone, era situato al centro della stanza ovale circondato da mura color oro, adornate da quadri raffiguranti personaggi delle varie famiglie reali. Al fondo della stanza un camino in disuso di marmo bianco che riportava lo stemma di una famiglia nobile. Sul lato destro, una grande porta finestra dava accesso ad un lungo balcone.

«Oh finalmente si mangia, muoio di fame» esclamò Mirko avventandosi sulle tartine al salmone.

Marco si avvicinò al tavolo e prese un flùte di chardonnay, seguito dagli altri due.

«Al loro amore» disse Matteo alzando in aria il bicchiere.
«Alla nostra felicità» replicò Marco. Avvicinò il flute alla bocca bevendo alla goccia, per poi prenderne subito un altro, voleva divertirsi e allontanare tutti i pensieri.

Matteo continuava a guardarsi intorno in cerca della sconosciuta che lo aveva ammaliato, Mirko lo punzecchiava divertito continuando a ingurgitare stuzzichini.

Marco prese qualche tartina accompagnata da un altro bicchiere e si spostò sul terrazzino. Si sporse dal parapetto per guardare gli altri ospiti che continuavano ad arrivare e sorrise quando vide la desiderata ragazza aggrappata al braccio della madre.

Tornò nella sala e si avvicinò a Matteo sussurrandogli all'orecchio «Tieni d'occhio la porta lei sta arrivando».

Matteo posò il piatto argentato sul tavolo, si pulì la bocca con il tovagliolino e si avvicinò alla porta passandosi una mano tra i capelli.

Attese pochi secondi e la vide entrare avvolta nella sua fresca risata che accelerò il suo battito. Matteo indietreggiò per farla passare e lei si voltò a ringraziarlo con i suoi dolcissimi occhi azzurri per poi proseguire verso il tavolo dell'aperitivo.

«Vai a presentarti che aspetti?» sgomitò Mirko distogliendolo dalla ragazza.

«Aspetto il momento giusto, la giornata è lunga» rispose ripensando a quelle iridi che lo avevano stregato.

Quando l'auto degli sposi raggiunse il castello, il personale della sala avvisò gli invitati che si spostarono nella sala accanto per il pranzo nuziale, dove i posti assegnati erano riportati sul tableau.

Matteo fu il primo ad avvicinarsi per verificare il loro posto, sperando che lei fosse seduta con loro.

Il grande cartellone riportava la piantina della sala e la disposizione degli ospiti ai vari tavoli che, per volere degli sposi, erano stati nominati con i luoghi importanti della loro vita amorosa.

Matteo scorse il tableau con il dito finché trovò il loro tavolo:"Parigi". Lesse tutto d'un fiato i commensali e notò due nomi femminili, sperando che una di esse fosse proprio lei.

Comunicò il posto agli amici e si avvicinarono al loro tavolo situato accanto alla finestra aperta, alla sinistra di quello nuziale.

Mirko fu il primo a prendere posto, seguito da Matteo che continuava a voltarsi curioso di conoscere gli altri.

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