-17-

310 44 406
                                    

Era l'ultima cosa che avrebbe voluto vedere, l'ultima cosa che immaginava. Stupidamente l'aveva pensata sola in qualche angolo della città, sconvolta e arrabbiata, invece era lì con un altro uomo e indossava anche la sua giacca.

Fece ancora qualche passo con la vista offuscata dalla rabbia, doveva capire chi era che la stava abbracciando e in quel momento gli si gelò il sangue: era Riccardo!

Corse verso di loro seguito da Matteo, che per quanto ci avesse provato non era riuscito a fermarlo, era più basso e più magro e l'amico era una furia, avrebbe attraversato l'oceano a nuoto pur di capire cosa stesse succedendo.

«Lurido stronzo che non sei altro! Ecco perché non c'eri alla riunione oggi!» urlò con il viso paonazzo e scrocchiando le dita.

Quella voce inconfondibile alle loro spalle fece sobbalzare Chloe che si voltò di scatto, seguita da Riccardo. Quegli occhi iniettati di sangue e le mani strette in pugni la spaventarono, si alzò subito: «Marco smettila, cosa cazzo stai dicendo?»

«Tu zitta! A te penserò dopo» le urlò puntandole il dito.

«Cosa cazzo fai, non parli? Ti fai difendere da lei?» sbraitò prendendolo per la camicia, costringendolo ad alzarsi.

Riccardo gli tolse le mani di dosso e si sistemò: «Calmati amico, non arrivare a conclusioni sbagliate», lanciò lo sguardo su Chloe che sotto il peso di quelle accuse, si era rannicchiata sulla panchina.

«Amico un cazzo! Sei solo un lurido stronzo! Io credevo di potermi fidare di te, ti ho proposto di aprire lo studio insieme, abbiamo lavorato fianco a fianco e tu come mi ripaghi? Rubandomi la fidanzata e lasciandomi da solo nella riunione più importante?».

Marco gli andò testa a testa, Matteo lo tirò per un braccio, per farlo indietreggiare cercando di evitare il peggio.

Come risvegliata da un sonno, Chloe scattò in piedi e avanzò verso Marco: «Stai esagerando, basta! Stai dando spettacolo per un cazzo di film mentale che ti sei fatto da solo!» strillò lei.

«Hai anche il coraggio di parlare? Sei una stronza! Ti ho cercata ovunque, pensavo fossi distrutta e sola. Invece guardati cazzo! Non hai perso nemmeno un fottuto minuto» e la spinse con forza sulla panchina costringendola a sedersi.

Riccardo istintivamente si interpose tra i due facendo da scudo a Chloe, poi digrignando i denti si rivolse a Marco: «Non toccarla! L'hai persa perché hai fatto il coglione, devi incolpare solo te stesso! Io non ho bisogno di rubare le donne agli altri, ne ho quante ne voglio» lo punzecchiò sorridendo beffardo.

Lei era inebetita, sembrava tutto così assurdo e guardandosi intorno si accorse che stavano dando spettacolo, le persone infatti stavano iniziando a fermarsi per assistere.

«Io non ho perso nessuna. Lei è andata via, è scappata perché era la cosa più facile da fare», stava perdendo il controllo.

«Non hai perso tempo per tuffarti nelle braccia di un altro uomo! Non un uomo qualsiasi, proprio lui! Complimenti, bella dimostrazione d'amore» fece un applauso rivolto a Chloe.

Lei non disse nulla, si alzò perdendo la giacca dalle spalle e con una precisione degna di Picasso, gli stampò con violenza cinque dita in faccia stordendolo. Riccardo fu sorpreso da quella reazione forte e determinata, per quanto stesse male era riuscita a non farsi sopraffare.

«Non ti azzardare a dire mai più una cosa simile, brutto stronzo!», i suoi occhi si erano incattiviti, qualche lacrima le rigava il viso.

Quelle parole l'avevano ferita, aveva superato il limite ed era arrivato il momento di vomitargli addosso tutto il dolore: «Stai dicendo solo stronzate! Io ti ho amato Marco, ti ho amato più di ogni altra cosa. Ho sopportato per anni il tuo mettere quel dannato lavoro prima di me, ho accettato il tuo modo di fare da professorino di architettura ogni cazzo di volta che in vacanza ci soffermavamo in qualche luogo. Mi hai ingannata per quattro anni e ti permetti di fare l'incazzato e offendere? Questo è troppo! Riccardo è solo un amico e mi stava aiutando a distrarmi. Lui è sicuramente migliore di te, non si nasconde dietro la maschera dell'uomo perfetto.» concluse chinandosi a raccogliere la giacca mentre le sue pupille verdi erano nascoste dietro le lacrime.

Cascare nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora