Capitolo 7

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"Cosa? Stai scherzando?!".

Qualcuno stava urlando fuori casa.

Mi affacciai dal balcone.

Pierpaolo era al telefono.

"No, Mario, avevi detto che riuscivi a farlo...Cosa?! Non m'interessa se hai preso un altro lavoro".

Chissà quale problema lo affliggeva.

Aspettai che chiudesse la chiamata.

"Ehi, Pierpaolo!" richiamai la sua attenzione.

"Ciao Amelia" sbiascicò trafficando con il cellulare.

"Che problema hai?".

"Oggi dovevano venire a pitturare casa ma mi hanno dato buca" sbuffò.

"Non puoi aspettare?".

"No, il padre di Alessia verrà qui la prossima settimana per vedere come mi sono sistemato e la casa fa schifo!".

"E allora? È tuo suocero, capirà".

"Non è così semplice, la famiglia Vertone è una famiglia importante e potente...non posso fargli vedere che sono un poveraccio".

"Tutto questo mi sembra molto superficiale".

"Non ho chiesto il tuo parere infatti" mi aggredì.

Cha stronzo.

Non c'era bisogno di prendersela con me.

"Hai già la vernice?" forse avevo un'idea.

"Sì, ho qui tutto il materiale".

"Lo faccio io".

"Cosa?".

"Ti imbianco casa per sdebitarmi dei passaggi che mi darai" sorrisi.

"No, non se ne parla".

"Perché?".

"Perché deve essere un lavoro ben fatto, tu sai tenere in mano un pennello?" ghignò prendendomi in giro.

"Sì".

Mio nonno era un imbianchino.

Ricordo che a volte mi portava con lui.

Lo guardavo pitturare.

Era molto bravo.

Mi manca.

"Davvero?".

"Mi cambio e scendo".

Infilai una vecchia felpa.

Un paio di jeans ormai troppo strappati.

Di certo non ci sarei uscita con quelli.

Legai i capelli nel solito chignon scomposto.

Presi il cellulare.

Ed entrai in casa del mio vicino.

"Pronta per lavorare, capo" mi misi sull'attenti.

"Senti Amelia, accetto il tuo aiuto soltanto perché sono disperato ma deve essere un lavoro perfetto...chiaro?".

Annuii.

"Io ho delle riunioni adesso, devo scappare, ma all'ora di pranzo sarò qui a controllare".

"Va bene, tranquillo".

Pierpaolo si guardò intorno.

Non aveva un'espressione convinta.

Come biasimarlo.

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