Mattina.
Apro gli occhi lentamente.
Piano mi abituo alla luce.
Non avevo chiuso le persiane.
Che serata.
Giorgia mi aveva invitata a casa sua.
A cena.
Con Alberto.
E delle sue amiche.
Voleva passare così la vigilia di Natale.
L'atmosfera era calorosa.
Mi sono divertita.
Giulio aveva una cena di lavoro.
Con tutti i professori dell'ateneo.
Così ne avevo approfittato per stare un po' con Giorgia.
Oggi finalmente è Natale.
Sotto al mio albero c'era il regalo della rossa.
Una busta di carta di un negozio.
Forse era qualcosa di abbigliamento.
Scesi di sotto con calma.
Elisa sarebbe passata a prendermi per andare a casa del professore.
Avevo tempo di fare tutto.
Misi su il caffè.
Nel frattempo aprii le persiane per far entrare la luce.
Decisi di aprire anche il portone.
C'era un bel sole per essere dicembre.
E poi c'era puzza di chiuso.
Notai qualcosa di rosso appoggiato sulle scale.
Era una lettera.
Chi poteva avermi lasciato una lettera?
La esaminai.
Non c'erano scritte sulla busta.
Rientrai in casa curiosa.
Bevvi il mio caffè in assoluto silenzio.
Osservando la lettera.
Che fosse da parte di Giulio?
Ma perché lasciarmi una lettera se tra poco ci vediamo.
Con cura la aprii.
Tirai fuori il foglio rosso.
"Ciao Amelia, forse ti chiederai perché ti sto scrivendo una lettera visto che a dividerci sono meno di cinque passi...sì, li ho contanti, nel mio caso sono tre mentre per te che hai le gambe più corte sono quattro e mezzo. Sto divagando, scusa.
Ti scrivo perché evidentemente non sono bravo con le parole e forse ho bevuto una birra di troppo...ma è Natale, e a Natale bisogno essere sinceri con se stessi e con gli altri.
Ti voglio raccontare cos'è successo davvero nelle settimane che siamo stati insieme, senza nasconderti più nulla.
La prima settimana insieme è stata pazzesca, avevo faticato così tanto per essere il tuo fidanzato che ero l'uomo più felice del mondo mentre ti guardavo dormire tra le mie braccia. Sai cosa adoravo di più? Sentire il profumo del tuo shampoo alle ciliegie...giuro che non sono un maniaco.
A lavoro le cose non stavano andando bene, avevo lasciato la figlia del capo perciò ero sottopressione, tanto che quando mi hanno assegnato quel progetto sono andato totalmente fuori di testa e tu te ne eri accorta. In quel periodo Sonia era tornata a farsi sentire, all'inizio ho cercato di ignorarla ma poi lei si è presentata in ufficio per parlare.
STAI LEGGENDO
Cartapesta
ChickLit/STORIA ORIGINALE/ La vita non sempre va secondo i nostri piani, anzi, praticamente mai. Questo Amelia lo sa, lo ha imparato da piccola e lo porta marchiato sulla pelle. A volte però c'è soltanto una soluzione: prendere e scappare. Cambiare aria, ca...