Capitolo 33

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La domenica era passata in fretta.

A casa con Pierpaolo.

Passammo la giornata a guardare vecchi film.

Mangiare schifezze.

E a baciarci.

Non mi andava di uscire.

Ma lui fu così carino da assecondarmi.

"Buongiorno raggio di sole!" Giorgia arrivò con il sorriso sulle labbra.

La invidiamo tanto.

Di prima mattina aveva sempre una carica pazzesca.

"Buongiorno".

"Com'è andato il weekend con il tuo nuovo fidanzato?" mi prese sottobraccio.

"Bene, e non è il mio fidanzato...o almeno, non ancora".

In effetti non c'avevo pensato.

Cosa siamo?

Amici?

Buoni amici?

Fidanzati?

Non avevamo parlato di questo punto.

"Lo diventerà presto se continuate così".

"Sono stata davvero bene con lui, è così dolce e poi mi fa sempre ridere".

"Sono felice per te, Amy".

Entrammo in facoltà.

Alla prima ora avevamo inglese.

Poi due ore di Psicologia generale.

E infine un'ora con Conti.

Chissà come starà.

Camminammo per i corridoi.

L'aula era al piano terra.

"Si è consolato subito" mi diede una pacca sul braccio Giorgia.

Alla nostra destra c'era Giulio.

Con la tipa dell'ufficio.

Lei gli stava sistemando il colletto della camicia.

"A quanto pare".

Sorpassammo quella scenetta.

Un moto di fastidio mi colpì.

Faceva tanto il principino devoto.

Eppure non ci ha messo niente a rimpiazzarmi.

Perché gli uomini sono così patetici?

"Stai bene?".

"Sì, non m'importa".

Seguii la lezione ma prestando poca attenzione.

Il mio sguardo era perennemente puntato fuori dalla finestra dell'aula.

Non riuscivo a non pensare al weekend appena passato.

Tra alti e bassi.

Elisa si era scusata almeno un milione di volte per il comportamento di Gabriele.

Non era mica colpa sua.

Come poteva sapere che il suo fidanzato si sarebbe scagliato contro di me?

Stupido Gabriele Conti.

Stupido Giulio Conti.

Ma avrei chiarito con il più grande.

Non avrei lasciato correre.

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