"...scusate".
"...Amelia, piccola, svegliati!".
Sentivo una voce lontana.
Lentamente aprii gli occhi.
Misi a fuoco la figura in piedi a qualche metro da me.
Era la Betty.
Oddio.
Non poteva essere vero.
Ci eravamo addormentati.
Nudi.
Sui divanetti del bar.
Per fortuna eravamo coperti dal mio vestito.
Fungeva da coperta per la notte.
Giulio dormiva ancora profondamente.
Il petto forte in bella mostra.
"Mi dispiace! Ci siamo addormentati!".
"Tranquilla, cara, ma dovreste vestirvi...tra poco devo aprire il locale" sussurrò a disagio.
"Certo, scusami tanto!".
La donna ci lasciò la nostra privacy.
Scossi piano il bello addormentato.
Mugugnava.
Poi piano aprì gli occhi.
E sorrise.
Quanto mi mancherà questo sorriso.
Ancora timido dal sonno.
Ma spontaneo.
Per me.
"Dobbiamo andarcene...siamo nudi, nel bar...con la Betty nell'altra stanza".
"Davvero?!".
Allarmato si alzò a sedere.
Scoprendosi quasi del tutto.
"Amore...sei senza mutande" gli feci notare.
In fretta ci rivestimmo.
Un po' come capitava.
Una volta presentabili salutammo la donna.
Con la promessa che sarei passata più tardi a pulire.
Niente lezioni per me oggi.
Era un giorno importante.
Oggi.
23 Marzo.
Me lo ricorderò per sempre.
Con dei sorrisi ebeti tornammo a casa.
Per fortuna il volo di Giulio era più tardi.
Aveva ancora tempo di sistemarsi.
E controllare le ultime cose.
"Vieni con me in aeroporto?".
"...mi vuoi?".
"Certo".
"Anche se farà male?".
"Sì, perché il nostro non è un addio ma un arrivederci" mi baciò la guancia.
"Ne sei sicuro?".
"Ne sono sicuro".
"Va bene allora, andiamo".
"Chiamo un taxi".
Nel frattempo mi cambiai.
Ero rimasta con il vestito della sera prima ad osservarlo.
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Cartapesta
ChickLit/STORIA ORIGINALE/ La vita non sempre va secondo i nostri piani, anzi, praticamente mai. Questo Amelia lo sa, lo ha imparato da piccola e lo porta marchiato sulla pelle. A volte però c'è soltanto una soluzione: prendere e scappare. Cambiare aria, ca...