Capitolo 46

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Non chiusi occhio.

Passai la prima ora a riflettere.

Ad ipotizzare.

Chi era quella donna?

Non mi sembrava la voce di Alessia.

Non era stridula.

Che fosse una nuova?

O magari la sua ex moglie.

Poi decisi di impegnare la mente.

Scrissi il saggio per Giulio.

Iniziai a scrivere la relazione per il Rettore.

Osservai il sole alzarsi.

Splendente.

Giulio dormì sereno.

Gli preparai i vestiti sul letto.

Non sapevo più cosa fare per non pensare.

Un completo grigio.

Camicia bianca.

Cravatta bordeaux.

Sì.

Avevo curiosato nel suo armadio.

Sgattaiolai nella mia stanza.

Dovevo recuperare i miei vestiti.

Decisi di tenere la maglietta del professore.

La piegai con cura.

E la misi in valigia.

Come fosse il più prezioso dei trofei.

Accanto quella di papà.

Anche se strappata rimaneva un ricordo.

Per quell'ultima giornata di conferenza optai per un look casual.

Giacca chiara a quadri.

Maglietta bianca a maniche corte.

Pantalone nero.

Tacchi neri.

Mi ero stancata di vestirmi da avvocatessa.

Un leggero trucco.

Fedele zaino in spalla.

Tornai nella camera di Giulio.

Lo trovai sveglio.

"Ehi, buongiorno" sorrise.

"Buongiorno...scusa, stanotte non ho dormito molto così per tenermi impegnata ho scelto i tuoi vestiti per stamattina...puoi anche cambiarli se non ti piacciono" ero a disagio.

In effetti potevo sembrare pazza.

"Ho visto...ti ringrazio, ma è successo qualcosa?" era confuso.

"No, solo che non riuscivo a dormire".

"Okay...mi preparo".

"Scendo per la colazione intanto, sicuramente avrai bisogno della tua privacy".

Uscii dalla stanza.

Non volevo dirgli della telefonata.

Non volevo fargli pena.

Più del dovuto almeno.

Che weekend orribile.

Giulio era stato gentile.

Premuroso.

Ma per il resto questo weekend mi aveva portato solo beghe.

Trovai alcuni partecipanti già seduti ai tavoli.

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