Capitolo 43

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"Quindi potrebbe essere una valida alternativa al litio con i pazienti bipolari?".

"Sì, per ora è soltanto una cura sperimentale e molto costosa, ma se riuscissero a trovare più fondi questa ricerca potrebbe davvero fare la differenza".

"Ma quanto è bello il tuo lavoro? Cioè, dico, davvero con un esperimento ben centrato si possono cambiare le vite di molti pazienti".

Giulio mi osservava.

Ero rimasta colpita da una rassegna di quel giorno.

Su una possibile terapia.

Ero davvero affascinata da questo mondo.

Quello della ricerca psicologica.

"Sei così bella quanto curiosa".

Ecco.

Ora ero in imbarazzo.

"...scusami, non volevo farti arrossire ma eri così presa dal discorso e i tuoi occhi erano ancora più grandi del solito".

"...mi piace imparare, forse ti sembrerò una sciocca ma non ho mai potuto scegliere nella mia vita e adesso ce l'ho fatta, il mondo della psicologia l'ho scelto io da sola".

"Sarai una brava psicologa, vedrai" sorrise.

"Signori, gli incontri riprenderanno oggi pomeriggio" annunciò uno dei responsabili del congresso.

Vidi Giulio alzarsi.

Sistemarsi la cravatta.

E fare per andarsene.

"Dove vai?" chiesi confusa.

"In piscina".

"Ah".

"Vorrei rilassarmi un attimo" spiegò veloce.

"Allora torno in stanza, ci vediamo dopo" presi lo zaino.

Camminammo insieme fino alle nostre stanze.

In silenzio.

Strano che non mi riempisse di domande su Gigli.

Forse mi stava lasciando il mio tempo.

O forse non gli interessava più.

No.

Non era da Giulio.

Sicuramente aveva qualcosa in testa.

"Bene, io vado a buttare giù qualche riga per la relazione da consegnare al Rettore".

"Vieni con me".

"...no, non ho il costume".

"Chiedilo alla spa, sicuramente ne avranno di basici per i loro clienti".

"Non lo so, non mi va molto".

"Ti aiuterà a rilassarti un po', immagino che avrai i nervi a fior di pelle con quel tipo sempre nei paraggi".

"Già".

"Sai cosa facciamo? Andiamo nella piscina interna, sicuramente staranno tutti fuori con questa bella giornata, così tu puoi stare tranquilla di non incontrare Gigli".

Mi stava guardando con occhi da cucciolo.

Voleva convincermi.

Accettai.

Ma me ne sarei stata su un lettino a lavorare.

Entrai in stanza.

Buttai lo zaino in un angolo.

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