Capitolo 57

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"...devo andare a lavoro" mugugnai rigirandomi nel letto.

"Non andare, resta con me" mi abbracciò da dietro Giulio.

Era passata una settimana da quel fatidico giorno.

Fatto di litigi e amore.

La situazione ci era un po' sfuggita di mano.

Ogni momento era buono per finire a letto insieme.

Poi l'inizio delle lezioni non ci aveva aiutati.

Era così dura essere nella stessa stanza ma non poterci toccare.

Ma entrambi riuscivamo a mantenere i nostri ruoli.

Studentessa io.

Professore lui.

Nel frattempo avevo raccontato tutto a Giorgia.

Che con la sua innata pacatezza aveva esultato nella biblioteca dell'ateneo.

Neanche fosse allo stadio.

Ovviamente chiedendo tutti i dettagli.

Che mi rifiutai di dare.

Con Elisa era andata diversamente.

La mia cugina preferita era stata più dolce.

Mi aveva chiesto come mi sentivo.

Se fossi felice.

Giulio si alzò dal letto.

Lo guardai rivestirsi.

Con il completo blu.

E la cravatta azzurra.

"Perché mi fissi sempre quando mi rivesto?".

"Perché mi affascina, scusa".

"Davvero?".

Annuii.

"È una cosa carina, sai".

"Lo spero".

Mi rivestii anche io.

Avevo il turno al bar.

Uscimmo di casa insieme.

"Ci vediamo più tardi?".

"Non lo so, domani ho lezione...e il mio professore non ammette ritardi".

"Ah...e allora ti porto io in università così non farai tardi" sorrise furbo.

"No, lo sai...non possiamo farci vedere insieme".

"Già".

"Ci vediamo domani mattina a lezione".

"Va bene".

Ci salutammo con un lungo bacio.

Poi ognuno per la sua strada.

A lavoro ad attendermi c'era la Betty.

Pronta per la serata devastante.

Avevamo una prenotazione di venti persone.

Per un compleanno.

Cena di sopra.

E festa di sotto.

Un delirio.

"Ciao tesoro, pronta?".

"Sì, dai".

"Ho già attaccato i tavoli e sistemato le sedie, non è che potresti finire tu di lavare i bicchieri?".

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