La settimana finì.
Di Pierpaolo nemmeno l'ombra.
Da quel giorno.
Da quel bacio mancato.
Sembrava non volermi vedere.
Ma non capivo il perché.
Perché quella fuga?
La Betty era riuscita a farmi parlare.
Neanche lei se lo spiegava.
Non era da Pierpaolo.
Diceva.
Non so cosa mi sia preso.
Dicevo.
Le lezioni finirono col botto.
Perché oltre al saggio si aggiunsero nuovi compiti.
Dovevo fare delle traduzioni di inglese.
Niente di difficile.
Quella domenica non avrei lavorato.
Secondo la mia datrice di lavoro avevo bisogno di risposo.
Avevo fatto ben tre turni serali.
Elisa mi esortava ad andare alla cena a casa Conti.
E alla fine avevo accettato.
Almeno mi sarei svagata un po'.
Poco prima di prepararmi ero riuscita a completare il finale del saggio.
Avevo integrato qualche informazione trovata sul libro.
In modo che il testo sembrasse il più omogeneo possibile.
Le traduzioni erano a metà.
Ma non mi pesava.
Ero brava con l'inglese.
"Sei pronta?" mia cugina piombò nel mio salotto.
Mi passava a prendere lei.
"No".
"Che c'è?".
"Non so cosa mettere".
Elisa era bellissima nel suo vestito rosa pastello.
Non era per niente stucchevole.
Le fasciava bene i fianchi.
"Andiamo, ti aiuto io" salimmo in camera da letto.
Le lasciai pieni poteri sull'armadio.
In realtà non avevo nulla di elegante.
Ero abituata a vestirmi casual.
Si dice così?
Insomma in jeans e felpa.
Che pessima femmina...
"Questo!".
Guardai il vestito che aveva trovato.
Me lo ricordo.
Me lo regalarono i miei nonni.
Era un vestito nero con tutti fiorellini colorati.
Lungo fin sotto le cosce.
E le maniche lunghe.
"Ma non lo metto da una vita".
"Forza, indossalo".
Mi spogliai in fretta.
Eravamo già in ritardo.
Lo infilai.
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Cartapesta
ChickLit/STORIA ORIGINALE/ La vita non sempre va secondo i nostri piani, anzi, praticamente mai. Questo Amelia lo sa, lo ha imparato da piccola e lo porta marchiato sulla pelle. A volte però c'è soltanto una soluzione: prendere e scappare. Cambiare aria, ca...