Capitolo 1

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AKANE'S POV

Ormai era passato un anno da quando avevamo messo per la prima volta piede qui. Il collegio è molto grande, frequentato sia da maschi che femmine. Ci sono anche le divise con le gonne corte che mia sorella detesta. Per me invece non sono un problema, ma i nostri compagni sono sempre stati insopportabili. Non fanno altro che prenderci in giro e darci fastidio. Miku era stata coinvolta un paio di volte in una rissa con dei ragazzini beccandosi un richiamo dalla preside. Ma come al solito non l'aveva ascoltata.
Da quando siamo state mandate qui si è un po' chiusa in sé stessa e sembra sempre tormentata da qualcosa. Per fortuna abbiamo ancora i nostri poteri.

Quanto vorrei andare via da qui...

"Hai ragione Akane." mi lesse nel pensiero Miku.
Era sdraiata sul suo letto e faceva girare in cerchio dei libri con la telecinesi.
Io invece stavo ascoltando un po' di musica con le cuffie che mi aveva regalato per il compleanno. Quando qualche giorno fa avevamo compiuto 16 anni lei mi aveva regalato le cuffie e io un lettore MP3 con le sue canzoni preferite. Alla fine usiamo entrambe i due regali perchè piacciono a tutte e due.
"Miku ti avevo detto di evitare di usare la telepatia."
"Mica lo faccio apposta, è solo che sono connessa naturalmente con te. In realtà stavo spiando i pensieri della professoressa di matematica, domani vuole fare una verifica!" esclamò alzandosi, scuotendo i lunghi capelli neri come l'inchiostro.
A volte la gente non ci scambiava nemmeno per sorelle, il nostro aspetto era abbastanza diverso. Lei coi capelli neri e io coi capelli rosa pallido, solo i nostri occhi erano identici, azzurri come il cielo in primavera.
"Ok, allora va bene." ammisi.
Il vantaggio di avere Miku come sorella è che sai sempre le domande e le risposte delle verifiche.
"Ehi, sono un vantaggio solo per questo?" chiese offesa.
"No. Sei la sorellona più dolce, gentile, simpatica, altruista e coraggiosa del mondo."
"Sì certo" ridacchiò lei.
Anche se siamo gemelle Miku è di poco più grande di me, circa mezz'ora o almeno così c'era scritto nella nostra cartella di adozione.
Ridemmo divertite quando sentimmo bussare alla porta. Miku andò ad aprire e si trovò di fronte la preside.
"Ciao ragazze, ho una notizia da darvi e non credo che vi piacerà."
Mi tolsi le cuffie e mi avvicinai a mia sorella, presagendo guai.
"Purtroppo i vostri genitori se ne sono andati. Non so di preciso il perchè ma vi hanno lasciate qui, ci è giunta la comunicazione dalla stazione di polizia poco fa."
Io sobbalzai mentre Miku non si mosse, forse lo sapeva già.
"Percio visto che non avete parenti dovrò riportarvi in orfanotrofio. Mi dispiace ragazze, ma non ci posso fare niente."
"Noi non ci torniamo lì, può dire quello che vuole ma non torneremo in quel posto!" esclamò Miku furiosa.
"Mi dispiace, ma è la legge. Avete due giorni per prepararvi e poi ve ne andrete." detto ciò se andò.
Miku sbatté la porta con violenza, per evitare che i soliti curiosi venissero a ficcare il naso.
"Lo sapevi già?"
"No, ma lo sospettavo Akane. E a quanto pare avevo ragione."
"Oddio" sussurrai accasciandomi sul tappeto. Vedendo la mia reazione mia sorella si preoccupò.
"Ehi tranquilla, non torneremo mai in quel posto. Mai."
"Ma la preside ha detto..."
"Chi se ne frega della preside. Noi due escogiteremo qualcosa, ho già un piano e volevo parlartene."
Mi ricomposi sedendomi sul letto con Miku di fianco.
"In realtà lo pensavo già da un po'. Akane credo che i nostri genitori potrebbero essere vivi."
"Riesci a percepire i loro pensieri?"
"No, è una cosa che sento dentro. Sono sicura che siano da qualche parte, in altri mondi. E voglio cercarli, non posso più stare qui. Ormai non c'è più niente per noi."
La fissai intensamente. Probabilmente in questi giorni era a questo che pensava. Sospirai frustrata.

Hai ragione Miku.

Grazie sorellina, quindi accetti il piano?

Possiamo parlare?

"Certo, parliamo pure."
"Ok scusa,ma non sono abituata alla telepatia."
"Sì tranquilla."
"Come intendi trovarli?"
"Usando l'abilità di viaggiare nei vari mondi. Secondo me se ci concentriamo su di loro ci teletrasporteremo nel luogo in cui si trovano."
"Ma non l'abbiamo mai fatti prima d'ora!"
"Vedi un'altra soluzione?"
Sospirai sconfitta.
"Va bene, quando partiamo?"
"Devo ammettere che mi sorprendi, non pensavo avresti accettato. Sei cresciuta dolce sorellina minore."
Io le feci la linguaccia e lei fece una smorfia di rimando. Poi mi spiegò il suo piano. Saremmo partite preparate, avremmo preso soldi e vestiti.
"Ma come intendi prenderli?"
"Tu diventi invisibile ricordi? Io farò da diversivo e tu prenderai quello che ci serve."
"Ma non è rubare?" protestai.
"No, quando siamo arrivate abbiamo portato dei vestiti e dei soldi. Sono nell'ufficio della preside."
"Ma anche se divento invisibile se ne accorgerà!"
"No, perchè io farò da diversivo. Guarda e impara." disse facendo l'occhiolino.
Uscì dalla camera e nel corridoio incrociò il gruppo di ragazzi che aveva menato l'ultima volta. La guardarono con odio mentre lei camminava tranquilla. Non capivo cosa intendesse fare, finché uno di loro non si avvicinò per colpirla. Lei schivò il colpo e gli assestò un sonoro pugno in faccia. Gli altri ragazzi la aggredirono in gruppo e capii che era il diversivo. Anche perchè poco dopo arrivò la preside cercando di dividere i litiganti. Ne approfittai per fare la mia mossa. Diventai invisibile e mi intrufolai nel suo ufficio. C'era un cassetto con i nostri nomi ed era chiuso a chiave.

Per fortuna posso anche diventare incorporea

Feci passare la mano attraverso il cassetto e presi l'occorrente. Gli oggetti toccati diventavano temporaneamente incorporei anch'essi, anche se durava solo qualche secondo. Poi tornai in camera dove mi attendeva Miku e tornai visibile.
"Hai fatto?"
"Sì, ma c'era proprio il bisogno di picchiare quei poverini?"
"Non gli ho fatto niente di che. E poi sono loro che mi aspettavano fuori, non io. Per fortuna sono riuscita a scamparla perchè la preside ci caccia via tra due giorni."
Mettemmo i soldi in uno zaino e ci cambiammo in modo da non indossare la divisa. Alla fine decisi di portare le cuffie e Miku il lettore musicale, prendemmo anche del cibo sottratto alla mensa in caso ci fosse servito. Mi sembrava di organizzare una gita in campeggio, invece di un viaggio alla ricerca della nostra famiglia. Sistemate le cose Miku prese lo zaino e aprì la finestra in modo da far sembrare plausibile la nostra fuga. Poi ci stringemmo le mani, pensando intensamente ai nostri genitori. Non sapevo se avrebbe funzionato, ma mi fidavo di mia sorella e del suo intuito.
Infatti qualche secondo dopo cominciammo a brillare e sotto di noi si aprì un varco che ci risucchiò togliendoci a quel mondo che non avremmo mai più rivisto.

Il viaggio di Akane e MikuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora