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Eravamo arrivati in ospedale.
Che situazione di merda
Ormai le lacrime avevano trovato casa sulle mie guance, e non riuscivo a smettere.
Tancredi aveva frainteso tutto,io non provavo niente per Tristan, e avrei fatto di tutto per dimostrarglielo.
Non potevo perderlo.
I dottori li avevano portati subito in una stanza, e per adesso non potevamo vederli, perché dovevamo riposare.
Mi sembrava di rivivere il momento in cui ero andata da mio padre in ospedale, a Roma.
Ora lui stava bene, stava facendo una cura molto speciale che sembrava funzionare, ma ancora ripensare a quei momenti mi faceva stare male.
Eravamo seduti in sala d'attesa, Gian mi cingeva la vita con un braccio, e avevo la testa appoggiata alla sua spalla, mentre piangevo.
Al mio fianco c'era Lele.
Non avevamo parlato di quello che aveva detto la sera del tradimento da perte di aTancredi, per me non aveva importanza.
Era il mio migliore amico è sempre lo sarebbe rimasto.
Lo vedevo, pensieroso che guardava il soffitto.
Era preoccupato.
Per ultimo, in piedi di fronte a noi, trovavamo Diego, agitato, che faceva avanti e indietro per il corridoio.
Ad un certo punto un dottore aprì la porta.
-il ragazzo, Tancredi, è sveglio, potete entrare a salutarlo ma uno alla volta.-
Tutti si girarono verso di me.
-Io? Ma cosa dite, è colpa mia se è successo tutto questo casino, di certo non sono la prima persona che vorrebbe vedere appena sveglio- dissi abbassando lo sguardo.
Lo pensavo davvero, anche se una parte di me non vedeva l'ora di correre da lui e abbracciarlo.
-eddai Nicole, vai da lui, ha bisogno di te- mi disse Gian
Io feci un sospiro ed entrai nella stanza.
Lui era sdraiato sul lettino d'ospedale, ed aveva in mano il cellulare.
A parte l'occhio nero, e qualche livido qua e là sembrava a posto, nonostante avesse innumerevoli fili attaccati al polso.
Quando mi vide si immobilizzò, e spense il cellulare mentre lo poggiava sul comodino
Io presi una sedia, e tremando, mi sedetti di fianco a lui.
-Hey, come stai?-
Fu l'unica cosa che riuscì a dire, accennando un sorriso.
-Secondo te come sto?-
La sua freddezza mi colpì così tanto che per un attimo mi mancò il fiato, dato che non sapevo cosa dire.
Abbassai lo sguardo, mordendomi il labbro.
-Perchè mi hai mentito?- mi chiese tutto ad un tratto
Tirai su la testa di scatto e lo guardai intensamente negli occhi.
-Io...io non ti ho mentito- da quando ero entrata avevo smesso di piangere, ma avevo ancora gli occhi rossi e lucidi, e il resto delle lacrime che avevo in corpo e che ancora non si erano presentate minacciavano di uscire a momenti.
-Perchè non mi hai detto che non volevi uscire con me? Eri in punizione fine alle 6 e alle 5 ti trovo che scorrazzi in moto con...- si fermó
-con lui- disse con faccia disgustata.
-guarda che ero in punizione, ma la prof ci ha fatto uscire prima e tuo cugino mi ha praticamente obbligata a salire sulla sua moto-
-si vabbè-
Ok bimba sganciata
-Tancredi ma credi davvero che farei mai una cosa del genere? Secondo te lo farei? Io non ci credo, veramente, vuol dire che non mi conosci per niente se hai anche solo il dubbio. O magari non ti fidi di me.
Infatti appena ci hai visti abbracciarci, perché ci stavamo solo abbracciando, non mi hai chiesto spiegazioni, ti sei messo a blaterare qua e là insulti senza senso, e senza che io ti avessi detto niente.
Capisco che tu sia geloso, o che tuo cugino sia un tasto dolente per te, infatti mi scuso, ho sbagliato a prendermi così tanta confidenza, ma che tu possa anche solo pensare che io tu tradisca... questo proprio no-
Finto il discorso, che molto probabilmente aveva sentito tutto l'ospedale, con le lacrime agli occhi ripresi il respiro.
Vedevo anche lui con gli occhi lucidi.
Non sapeva che dire
-per di più se ti dovessi  tradire di certo non lo farei sotto casa- dissi sorridendo leggermente e lui ricambiò
-sono pronta a fare qualsiasi cosa per dimostrarti che con lui non ho niente di più che un'amicizia, se così si può definire.- continuai con faccia disgustata
-fammi vedere il tuo cellulare- disse con aria distaccata.
-cosa?- stranai gli occhi sperando di non aver sentito bene
-voglio vedere il tuo cellulare, i messaggi che hai e le chiamate. O forse non vuoi farmelo vedere?-
Scossi la testa, ma arrabbiata presi il cellulare dalla tasca e glielo diedi.
-il codice è ******-
Lui però si fermò, senza sbloccarlo, e me lo porse.
-se avessi qualcosa da nascondere non me lo avresti dato- disse soddisfatto
Io lo guardai fisso negli occhi, poi presi il cellulare e mi alzai.
-ci hai messo tanto a capirlo-
Detto questo uscì dalla stanza, e me ne andai, sotto lo sguardo interrogativo di tutti i miei amici.

Spazio autore
Eii, come state? Io tutto bene
Siamo a 5,96 letture quindi siamo seriamente quasi a 6k
Wow
Raga giuro sto in fissa, mai me lo sarei aspettata.
Sei effettivamente sono un po' ripetitiva ma beh non so che altro dire apparte grazie davvero.
Spero che il capitolo non vi abbia annoiato, in questi giorni sono molto impegnata quindi non pubblico molto spesso, ma cercherò di farmi perdonare
Grazie ancoraaaa

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