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Ormai nella stanza erano entrati tutti i miei amici.
-NICOLE CHE CAZZO VUOI DIRE- urlò Tancredi.
-Niente- singhiozzai io. Mi ero già pentita di aver detto quelle cose.
-Bro calmati- per fortuna venne in mio soccorso Lele, che mi affiancò.
-CALMATI? SEMBRA CHE TUTTI SAPPIATE QUALCOSA CHE IO NON SO- continuò lui.
Gian mi lanciò uno sguardo interrogativo, per sapere se gli avrei detto di quello che mi succedeva.
Io scossi leggermente la testa.
-Beh ti sembra male, perché io non ti sto nascondendo proprio niente. E adesso uscite, voglio parlare con Tanc-
Lele mi lanciô un cenno di disapprovazione, ma poi, seguito dagli altri, uscì dalla stanza con passo insicuro.
Mi buttai sul letto, chiusi gli occhi e sospirai rumorosamente.
-Piccola... che succede?-
Boh il bipolarismo di questo essere mi sorprendeva sempre di più, così lo fulminai con lo sguardo, per poi appoggiare la testa al suo petto.
In meno di un secondo mi ritrovai in braccio a lui, che mi stringeva come se fosse l'ultima volta.
Mi baciò il viso per poi scendere fino al collo, dove mi lasciò piccoli segni violacei, baci umidi e intensi.
E poi successe🤫
(Ok cringe)

Ok, era successo.
Avrei voluto succedesse solo con lui, nessun altro, perché io lo amavo, più di me stessa.
Era stato... bello... ma mi sentivo spaccata li sotto, e non riuscivo a trovare una posizione comoda.
Aia.
-Ei...-
-mmm- mugugnai io, ero stanca ed avevo sonno, ma lui sembrava avere ancora tanta voglia di parlare.
-Ti amo-
- anche io, ma ora lasciami dormire.-
Lui respirò rumorosamente per poi prendermi per i fianchi ed avvicinarmi a lui.
Poi, in pace con lui e con me stessa, mi addormentai.

A svegliarmi il mattino dopo fu una fitta al cuore.
Facevo fatica a respirare, così per non svegliare Tanc corsi in bagno
-Ok Nicole, respira. 1....2....3..., calmati- sussurrai a me stessa queste parole, sperando che tutto questo finisse presto.
Non cambiava nulla e stavo cominciando ad impanicarmi.
-5....6....- continuai a contare i respiri profondi che facevo, o meglio che provavo a fare, ma poi mi venne un idea.

-Ho bisogno di aria- conclusi poi.
Presi la mia felpa grigia, ed uscì di casa, in strada.
Saranno state le 5 di mattina, non volevo svegliare nessuno, né per disturbarlo, ne per farlo preoccupare, ma più passavano i minuti, più la situazione peggiorava.
Mi diventarono gli occhi lucidi per la paura.
-Inspira ed espira.- singhiozzai.

Mentre continuavo a contare, per provare a calmarmi, sentì una mano calda sulla mia schiena.
Era Lele.
Mi strinse in un forte abbraccio, poi ci sedemmo su un gradino della strada, mentre provava a calmarmi.
-Da quant'è che va avanti così?- mi chiese ad un certo punto.
-10 minuti circa-
Lo vidi imprecare a bassa voce.
-Gian non c'è, è da Marta. Se ti senti di raccontare a Diego cos'è successo gli posso chiedere la macchina, per andare in ospedale.-
Sentite quelle parole mi atttaccai al suo braccio.
-No! Lele l'ospedale no!-
Poi, non so come ma trovò il modo di tranquillizzarmi, e dopo aver detto tutto a Diego, e dopo che lui mi ebbe abbracciata piangendo, prese la macchina e ci dirigemmo all'ospedale.

Il dottore mi portò in una camera, mi fece stendere sul lettino, e poi tutto nero.

Spazio autore
Eii, come state? Io tutto bene.
Non ho molto tempo per scrivere i capitoli, ma comunque spero che vi sia piaciuto
Vi voglio bene.
Ciauu

G.

Ma ci sei tu @sigh.tancDove le storie prendono vita. Scoprilo ora