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Erano passato un paio di giorni, e tutto era tornato alla normalità, o quasi.
Io e Tancredi ci evitavamo, o meglio, ero io che evitavo lui.
Non perché non volessi parlargli o avessi paura di farlo, ma ogni volta che mi avvicinavo mi tornavano in mente le parole che mi aveva detto, e quello che aveva fatto, e provavo una specie di repulsione nei suoi confronti, che mi spingeva ad allontanarmi.

In realtà ero molto confusa.

Il cuore, mi diceva di credergli, di andare lì ad abbracciarlo e passare le prossime 48 ore a guardare un film e a mangiare pop corn abbracciati, sdraiati sul divano.
La testa invece, non voleva credergli. O non doveva.
Sentivo nel cervello continuamente e ripetutamente una vocina, che mi avvertiva, che mi diceva di non fidarmi e che mi avrebbe fatto soffrire.

Ero in guerra con lui, ma per prima con me stessa.

Ero seduta sul divano, di fianco a Gian, e stavamo guardando alla tv un programma di moto.
A casa eravamo solo noi due.
Lele era uscito con Diego e Tancredi.... boh non ne avevo idea.
Speravo fosse andato a farsi fottere.
Magari senza tornare.

-Oi come stai?- mi chiese ad un certo punto mio fratello.
Io mi girai a guardarlo.
-bene(?) perché?-
-perché in questo periodo sono successe molte cose. Ed io non ti sono stato vicino. Hai affrontato tutti da sola. Scusa-
Io sorrisi
-Oi stai tranquillo, è tutto ok-
- Con Tancredi?-
-Ahm, tutto bene siamo amici-
Gian mi huardò con la faccia di chi la sa lunga
Io non resistetti, e scoppia come una bambina

-Non lo so ! Non ci capisco niente, non so se siamo amici opppure stiamo insieme, non so cosa fare con lui, quando lo guardo mi impappino, non so cosa dire...-
-vieni qui- mi prese in braccio e mi strinse a se, mentre scoppiavo in lacrime.
-perché deve essere tutto così difficile!- dissi.
-si sistemerà tutto, vedrai-

Se vi foste chiesto di Tristan, beh, era nel suo appartamento. Dopo la litigata non L'avevamo più visto.
E per fortuna.

Mentre Gian mi rassicurava, la porta di casa si spalancò, rivelando Tancredi, che era tornato dal suo giretto.
Appena mi vide che piangevo, lasciò le buste per terra e venne vicino a me.
-Cosa è successo?- chiese preoccupato
Io non sapevo che dire.
-Niente lasciami stare-
Presi il cellulare e mi fiondai in camera
Ma perché avevo fatto così? Cosa avevo di sbagliato nel cervello? L'avevo trattato malissimo, non si meritava questo.
Però infondo,...
No.

Chiusi gli occhi e mi sdraiai sul letto.
Possibile che tutto quello che qualche giorno fa era la mia vita, fosse cambiato così tanto per un giro in moto?
Tutto, e dico tutto, era perfetto prima.
E adesso invece? Cosa mi rimaneva?
Le lacrime facevano a gara sul mio viso, e singhiozzavo silenziosamente per non farmi sentire dagli altri, che nel mentre erano tornati.
Ormai piangere in silenzio era una mia specialità.
Ero abituata.
Non dovevo stare lì, a piangere, per lui.
Dovevo svegliarmi.
Presi le cuffiette, il cellulare, mi misi dei leggings e una felpa con la zip ed il cappuccio, aprì la porta della camera ed andai di la , dove erano tutti seduti sul divano a parlare.
-Ei, scusate per prima , scusa Tanc, sto bene, io esco mezz'oretta ok?-
Non li feci nemmeno rispondere che già ero fuori di casa.
Camminavo con la testa riempita dalla voce di Ultimo, poi di Holden e poi di Mr Rain.
Ascoltavo le parole e mi lasciavo trascinare dal vento.
Non avevo una meta precisa, volevo solo andare, andare lontano, andare via.


Spazio autore
Eiii, come state? Io tutto bene
Non sono molto ispirata infatti in questi giorni non ho scritto per quello, quindi scusate se il capitolo è corto e noioso.
In questi giorni sono molto impegnata
Mi devo allenare ogni giorno, ma adesso sono diventate 4 ore, e sono davvero difficili da gestire.
Comunque spero che vi sia piaciuto
Ah, e mi fareste davvero un grande piacere se mi andaste a seguire su Instagram,sono @tancmygnome
Se volete potete scrivermi che venite da Wattpad, mi farebbe molto piacere
Ci vediamo ad un prossimo capitolo
Ciauu

Giuvi.

Ma ci sei tu @sigh.tancDove le storie prendono vita. Scoprilo ora